PONTANO, Ottaviano
PONTANO, Ottaviano. – Nacque intorno al 1410. Sebbene non si abbiano notizie né sulla sua prima educazione né sulla famiglia di origine, si può supporre che appartenesse alla famiglia dei Pontano di Cerreto di Spoleto, che annovera tra i suoi esponenti personaggi quali Ludovico Pontano e Giovanni Pontano.
La prima informazione certa risale al settembre 1441, quando Pontano, (non giovanissimo) studente di diritto canonico a Padova, tenne una disputa con il compagno di studi Johannes Hinderbach. Si laureò in utroque iure, come si evince dalle registrazioni di nomina agli offici pontifici. Il 19 febbraio 1449 fu nominato Magister registri cancelleriae (Reg. Vat. 435, c. 71v). Nel 1450 fu nominato protonotario apostolico partecipante (München, Bayerisches Hauptstaatsarchiv, Augsburg St. Ulrich, 808). La sua attività nella Cancelleria apostolica è attestata, in maniera non continuativa, dall’agosto 1451 al giugno 1462. Ma già nel 1451 Ottaviano svolse una prima missione diplomatica, come nunzio apostolico a Venezia per dirimere la vertenza tra il governo della città lagunare e la Chiesa romana, circa le rendite del patriarca di Aquileia, in quel momento il cardinale Ludovico Scarampi Mezzarota.
Il 30 maggio 1451 Scarampi approvò e ratificò quanto Pontano aveva stipulato con la Repubblica di Venezia nell’interesse dei suoi benefici, e lo stesso giorno lo nominò suo procuratore generale con pieni poteri per la conclusione delle trattative. L’11 giugno dello stesso anno Pontano, in veste di nunzio del papa e procuratore del patriarca, pattuì con i procuratori del doge e della comunità veneziana la risoluzione delle vertenze tra Scarampi e Venezia: i redditi di Aquileia, San Vito e San Daniele, rimasti al patriarca, furono valutati duemila ducati l’anno da comprendersi nei cinquemila già assegnati al patriarca in un trattato stipulato precedentemente; gli altri tremila ducati furono pagati da Venezia sulle rendite del Friuli nei modi stabiliti nello stesso trattato. Pontano, contestualmente, assolse Venezia da ogni debito verso il patriarca per il passato. Il 28 giugno seguente Niccolò V, scrivendo al doge, si compiacque del suo operato.
Sempre nell’ambito della diplomazia pontificia Pontano si occupò in alcune occasioni di dirimere le contese territoriali della famiglia Colonna nel basso Lazio. Il 26 ottobre 1453 Niccolò V lo deputò infatti commissario per stabilire il confine tra alcuni possedimenti colonnesi (Marino, Rocca di Papa, Molara) e quelli dell’abbazia di Grottaferrata (Arce). Nel 1461, invece, diffidò Miozia Caetani e i suoi figli affinché non molestassero i vassalli dei Colonna, pena una multa di diecimila ducati d’oro.
Il 27 aprile 1455, agli inizi del pontificato di Callisto III, fu nominato suddiacono apostolico da Callisto III (Reg. Vat. 467, c. 33r). Nonostante l’impiego in Cancelleria e le missioni diplomatiche, Ottaviano rimase al servizio del cardinale e patriarca Scarampi, e fece parte del seguito del porporato durante un viaggio a Napoli nel 1456.
L’apice della sua carriera diplomatica fu raggiunto durante il pontificato di Enea Silvio Piccolomini. Il 17 agosto 1459 Pio II, con breve da Mantova, lo nominò Commissario generale ad concordiam faciendam tra il re di Napoli Ferrante d’Aragona, il duca di Urbino Federico da Montefeltro e il condottiero Sigismondo Malatesta, per il controllo dei territori nel Mezzogiorno d’Italia, nelle Marche e nella Romagna, a seguito delle decisioni prese nella Dieta svoltasi nella città estense.
Su mandato pontificio il 29 ottobre 1459 Pontano mise Federico di Montefeltro in possesso delle terre della Pergola e di tutti i castelli sottrattigli da Sigismondo Malatesta (Fossombrone, Sassocorbato, Monte Cerignone, Castel Dolce, Fonte Avellana e altri). Il 1° novembre successivo occupò Senigallia e il vicariato di Mondavio in nome del papa. L’ultima missione affidatagli, nel maggio 1460, fu il recupero delle terre abruzzesi occupate da Giacomo Piccinino per conto del re di Napoli.
Ottaviano Pontano, che si può definire un tipico esemplare del funzionario papale del pieno Quattrocento, provvisto di solida formazione e di avvedutezza politica, morì entro il 30 giugno 1463, quando fu sostituito nel ruolo di maestro del registro della Cancelleria da Bartolomeo Lapazi (Reg. Vat. 516, c. 183r).
La notizia data da Apostolo Zeno che Pontano fosse stato inviato nunzio a Basilea e che sia morto nel 1460 durante il viaggio di ritorno dalla città elvetica a Roma, ove sarebbe stato creato cardinale da Pio II, è priva di qualsiasi fondamento. Pontano ha lasciato inedite una collezione di epistole e alcuni responsa giuridici, oggi dispersi.
Fonti e Bibl.: Città del Vaticano, Archivio segreto Vaticano, Reg. Vat. 435, c. 71v; 467, c. 33r; 516, c. 183r; München, Bayerisches Hauptstaatsarchiv, Augsburg St. Ulrich, 808; Francisci Barbari et aliorum Ad ipsum Epistolae, II, Brescia 1743, pp. 92 s.; A. Theiner, Codex diplomaticus dominii temporalis Sanctae Sedis, 3, Rome 1862, pp. 411 s.; I libri commemoriali della Repubblica di Venezia. Regesti, V, Venezia 1901, pp. 63 s., 67; Calendar of papal registers relating to Great Britain and Ireland, a cura di J.A. Twemlow, X: 1447-1455, XI: 1455-1458, XII: 1458-1471, London 1915-1933, ad ind.; W. von Hofmann, Forschungen zur Geschichte der kurialen Behörden vom Schisma bis zur Reformation, II, Roma 1916, p. 82. Apostolo Zeno, Dissertazioni Vossiane, 1, Venezia 1752, p. 174; R. Reposati, Della Zecca di Gubbio e delle geste de’ conti e duchi di Urbino, I, Bologna 1772, pp. 199 s.; F.G. Battaglini, Della vita e de’ fatti di Sigismondo Pandolfo Malatesta..., a cura di L. Drudi, in Basini Parmensis Opera praestantiora, II, Rimini 1794, pp. 259-578 (in partic. pp. 490 s.); B. Baldi, Vita e fatti di Federigo di Montefeltro duca di Urbino, II, Roma 1824, pp. 66 s.; E. Nunziante, I primi anni di Ferdinando d’Aragona e l’invasione di Giovanni d’Angiò (IV), in Archivio storico per le province napoletane, XX (1895), pp. 206-264, 442-516 (in partic. p. 463); P. Paschini, Il primo abbate commendatario di Montecassino, in Casinensia. Miscellanea di studi cassinesi, Montecassino 1929, pp. 130-149 (in partic. p. 141); G. Caetani, Regesta chartarum. Regesto delle pergamene dell’archivio Caetani, V, Sancasciano Val di Pesa 1930, p. 195; P. Paschini, Lodovico cardinal camerlengo (†1465), Roma 1935, pp. 102, 108, 159; G. Tomassetti, La campagna romana antica, medioevale e moderna, IV, Via Latina, Firenze 1979, p. 199; D. Rando, Dai margini la memoria. Johannes Hinderbach (1418-1486), Bologna 2003, p. 38; A. Rehberg, Pio II e i Colonna: fra “amicizie” personali e interessi della Chiesa, in Enea Silvio Piccolomini: arte, storia e cultura nell’Europa di Pio II. Atti dei Convegni internazionali di studi 2003-2004, a cura di R. Di Paola et al., Roma - Città del Vaticano 2006, pp. 433-446 (in partic. p. 445); T. Woelki, Lodovico Pontano (ca. 1409-1439). Eine Juristenkarriere an Universität, Furstenhof, Kurie und Konzil, Leiden - Boston 2011, p. 7.