Vedi OTRICOLI dell'anno: 1963 - 1996
OTRICOLI
Antico centro nel territorio umbro dapprima situato su un'altura dominante la riva sinistra del Tevere, dove sorge il paese moderno (m 208 s. m.), fu spostato in una zona sottostante (m 113-73 s. m.) ove sorse alla fine della Repubblica e in età imperiale la latina Ocriculum. Alleato di Roma nel 308 secondo Livio, o forse nel 297-295 a. C., divenne municipio nel 90 a. C., fu devastato nella guerra sociale, fiorì durante l'Impero.
Della città più antica restano alcuni avanzi di mura inseriti nella cinta medievale; sono in opera quadrata di tufo con blocchi posti per testa e per taglio; alcune tombe ipogee della prima Età del Ferro sono nei dintorni. Numerosi sono i resti della città romana: il teatro, costruito in reticolato accurato e regolare, utilizza parzialmente il terreno circostante ed ha la frons scaenae incurvata come il teatro di Ferentino. Anche l'anfiteatro è parzialmente scavato nella roccia, ricordando quelli di Siracusa e di Cagliari e per il resto è costruito in accurato reticolato con vòlte di calcestruzzo; era posto però al di fuori della zona urbana. Delle terme restano alcuni avanzi sopraterra di ambienti; da uno di questi proviene il mosaico policromo con animali marini della Sala Rotonda dei Musei Vaticani. Ma il monumento certamente più cospicuo ed oggi perduto, era la basilica: se dobbiamo prestare fede alla ricostruzione di Giuseppe Pannini eseguita dopo gli scavi (1778-81), era divisa in tre navate da due file di tre colonne ciascuna, in travertino, scanalate, con capitelli corinzi; l'abside era fronteggiata da due colonne e fiancheggiata da due vaste sale, ricordando altri tipi basilicali a Roma ed in Oriente. La grande quantità di statue che ne adornava la parete di fondo e che sono tutte di epoca giulio-claudia, con una serie di ritratti della famiglia imperiale, permette di datare la costruzione all'inizio del I sec. dell'Impero. Tra le opere d'arte trovate nella zona è famoso per l'ammirazione suscitata quando fu scoperto negli scavi promossi da Pio VI tra il 1776 e il 1784 e fu erroneamente creduto copia dello Zeus di Fidia, lo Zeus di Otricoli, nel Museo Pio Clementino in Vaticano, copia in marmo lunense da originale greco del sec. IV (v. bryaxis).
Bibl.: G. A. Guattani, Monumenti antichi inediti, Roma 1784 e 1785, passim; C.I.L., XI, pp. 595-596 (Bormann); Th. Ashby, The Via Flaminia, in Journ. Rom. Stud., XI, 1921, pp. 162-165; C. Pietrangeli, Ocriculum, 1943; id., Lo scavo pontificio di Otricoli, in Rend. Acc. Pont., 1942-43, pp. 47-104; id., Monumenti paleocristiani di Otricoli, in Riv. Arch. Crist., 1941, pp. 265-275.