‛OTHMĀN (arabo ‛Uthmān)
Terzo califfo dell'Islām, dal 23 al 35 ègira (644-656 d. C.). Benché membro della famiglia degli Omayyadi ostile a Maometto, fu uno dei primi convertiti e prese parte all'ègira; sposò due figlie del profeta. Scelto califfo dal consiglio elettivo nominato da Omar in punto di morte continuò in sostanza la politica del suo predecessore, appoggiandosi tuttavia troppo esclusivamente ai membri della propria famiglia, il che gli procurò acerbe ostilità, anche da parte degli antichi compagni di Maometto. Debole d'indole, non seppe né schiacciare gli avversari né mutare il sistema seguito; va tuttavia osservato che molte misure delle quali gli fu imputata la responsabilità (tra l'altro la costituzione di estesi territorî demaniali) non erano se non la conseguenza della politica di Omar. Assediato nella propria abitazione a Medina da un gruppo di rivoltosi provenienti dall'Egitto, ma non senza la partecipazione, o almeno la tacita condiscendenza, di ‛Alī e di altri tra i primi musulmani, fu massacrato. La sua morte segnò il principio delle lotte civili e religiose in seno all'Islām. Il nome ‛Othmān, portato dall'eponimo degli Ottomani e da altri sovrani e personaggi storici di quella stirpe, assume in turco la pronuncia di ‛Osmān (v.).
Bibl.: L. Caetani, Ann. dell'Islām, VII-VIII, Milano 1914-18.