Otello
La tragedia della gelosia
Otello è il protagonista della tragedia di William Shakespeare intitolata Otello, il Moro di Venezia, composta intorno al 1604. Tra i capolavori del teatro shakespeariano, l’opera ha avuto una fortuna enorme, ispirando trasposizioni musicali come l’Otello di Rossini e quello di Verdi, e ha avuto numerose versioni cinematografiche
La tragedia di Shakespeare, in prosa e versi, fu rappresentata per la prima volta nel 1604 davanti a Giacomo I re d’Inghilterra. La fonte era una novella del 1564 di uno scrittore italiano, Giovan Battista Giraldi Cinzio.
L’amore e la gelosia del moro Otello per la bianca Desdemona e il tradimento del falso amico Iago sono presentati in un intreccio così coinvolgente e così amato dal pubblico da aver in seguito più volte suggerito ad altri autori il desiderio di raccontare ancora questa storia in rifacimenti, in altre opere teatrali o in drammi musicali, da Jean-François Ducis (1733) a Giuseppe Verdi (1887), con infinite varianti, tra cui perfino il lieto fine (Francesco Maria Berio di Salza librettista dell’opera di Gioacchino Rossini del 1816). Come se ognuno di loro avesse pensato di migliorare il materiale misteriosamente avvincente di Shakespeare.
La tragedia comincia con un colpo di scena: la scoperta che l’eroe della serata è un moro. Due uomini si incontrano, di notte, a Venezia. Discutono della fuga della bella, giovane e ricca Desdemona con un generale mercenario di pelle nera al servizio della Repubblica di Venezia. Entrambi gli uomini hanno motivi di risentimento contro di lui, e avvisano il padre della ragazza. Sembra il tipico inizio di un dramma con un protagonista straniero, e quindi cattivo: come L’ebreo di Malta di Christopher Marlowe (1589 circa), o come Titus Andronicus di Shakespeare (1594). Ma Otello è profondamente innamorato di Desdemona ed è da lei riamato. È il suo luogotenente, Iago, a turbare questa armonia, dopo il loro trasferimento a Cipro, tessendo una complicata trama per far credere al suo generale che Desdemona lo tradisca. Sconvolto, Otello la soffoca nel suo letto, per scoprire, troppo tardi, la falsità di Iago e uccidersi.
Otello e Iago non sono solo i due protagonisti, l’uomo tradito e il suo ingannatore: sono personaggi complementari, una coppia tragica, il generale e il suo uomo di fiducia, «l’onesto Iago», come Otello lo chiama. Le scene nelle quali Iago insinua il germe della gelosia in Otello servendosi di un prezioso fazzoletto, dono di Otello alla sua sposa e da lei smarrito, sono tra le più terribili dell’intera tragedia. Le parti dei due protagonisti sono di pari importanza ed è accaduto spesso che fossero interpretati sul palcoscenico da attori di uguale livello che si scambiavano la parte di sera in sera.
Coloro che, dopo Shakespeare, hanno riscritto la storia di Otello hanno cercato di dare maggiore ordine alla tragedia ambientandola in un solo luogo, tutta a Venezia o tutta a Cipro, oppure di giustificare le apparenti incongruenze psicologiche di Otello, i suoi salti dalla nobiltà alla gelosia omicida, oppure di dare credibilità al desiderio di vendetta di Iago, fosse anche solo cattiveria demoniaca. Inoltre, elemento incongruo è stato considerato l’uso del tempo: dopo la notte a Venezia, Shakespeare colloca l’amore, i sospetti, la gelosia, il supposto adulterio, l’omicidio e il suicidio nell’arco di sole 36 ore a Cipro. Più che di incongruenza, però, bisognerebbe parlare di un voluto uso non realistico del tempo, efficace per intensificare il precipitare della tragedia.
Otello è definito genericamente moro, e ogni interprete di teatro ha scelto cosa ciò volesse significare. Forse il più grande Otello di tutti i tempi, Tommaso Salvini, a cavallo tra Ottocento e Novecento, scelse un colore brunito e delle movenze da gran signore arabo. Altri hanno voluto sottolineare il carattere selvaggio delle sue passioni facendone un africano nerissimo. In tempi recenti, il tema della negritudine è stato proposto in termini politici: un Otello nero integrato con al fianco un nero ribelle, Iago. E certamente Shakespeare intesse nella sua tragedia anche un sottile filo politico (forse l’amore tra Otello e Desdemona è accettato dalla Repubblica solo perché il pericolo di una guerra con i Turchi rende necessario l’aiuto del generale moro) che è uno dei fascini segreti della tragedia.