OSWALD von Wolkenstein
Poeta, nato nel 1367 - pare - a Castel Trostburg, nell'Alto Adige, dove la sua famiglia aveva i feudi, traendo il titolo da Selva (Wolkenstein) in Val Gardena; alla morte del padre ereditò Castel Hauenstein, di fronte a Castelrotto, e dalla tenace contesa con Martin Jäger per i diritti sul feudo e dalla non meno tenace passione per la non molto riguardosa figlia di lui, Sabina, trasse molti e lunghi e replicati guai; nel 1417 sposò infine Margarethe von Schwangan: morì nel 1445, prima del 2 agosto. Cavaliere errante e uomo d'armi, d'aspetto energico ma brutto - da bambino aveva perduto anche un occhio - fu spirito irrequieto e avventuroso. Ora guerriero ora sguattero, ora scudiero ora cuoco, adattandosi di volta in volta alle necessità del momento, fu, fin dalla giovinezza, a varie riprese, nei paesi più diversi e lontani: prima, per anni, nel Nord, un po' dappertutto, ma specialmente in Prussia e nei Paesi Baltici; poi in Oriente, sul Mar Nero, in Terrasanta, nell'Africa Mediterranea; in Italia venne più volte, anche con la disgraziata spedizione di re Rupprecht contro Gian Galeazzo Visconti nel 1401, e si trattenne a lungo: al seguito dell'imperatore Sigismondo fu, nel 1417, al concilio di Costanza, dopo essere stato due anni prima, pare, con una missione, in Spagna; nelle lotte della nobiltà contro il duca Federico IV d'Austria fu uno dei più attivi agitatori e Federico lo fece imprigionare nel 1422 a Innsbruck: liberato nel dicembre 1423, riprese la lotta; riconciliatosi con Federico nel 1427, prese parte a una spedizione in Moravia contro gli ussiti; nel 1430 fu alla dieta di Norimberga; nel 1431, ai seguito di Sigismondo, a Roma; nel 1432 al concilio di Basilea. Si vantava di conoscere dieci lingue.
La sua poesia - ora lirica ora satirica, ora erotica ora politica, ora, specialmente negli ultimi anni, religiosa; ma sempre impetuosamente soggettiva - come rispecchia tutto il tumulto della sua battagliera esistenza, così unisce immagini e forme del "Minnesang" e artifici metrici del "Meistergesang" con toni popolareschi e accenti di crasso realismo e vere e proprie forme di "Volkslied" e talora anche strutture ritmiche nuove che rispecchiano gli sviluppi della nuova musica, di cui egli fu pure intenditore e cultore. "Minnelieder", "Frühlingslieder", "Tanzlieder", "Weinlieder", "Marienlieder", "Sprüche", albe, canzoni politiche, laudi, componimenti d'occasione: la vena poetica è ricca e varia; e, se la composizione restò spesso rozza ancora o disarmonica e informe, la libertà con cui la vita reale spregiudicatamente irrompe nella poesia - anche i "Lieder" alla moglie portano spesso accenti di "niedere Minore" - fa sì che la figura di O. balza, dall'insieme dei suoi scritti, viva: incarnazione di quella rinascita degl'ideali cavallereschi che, non soltanto nei paesi romanzi, s'accompagnò al prorompente incontenibile individualismo della nuova epoca; cosicché mondi spirituali diversi nello spazio e nel tempo riuscirono a confondersi turbolentemente in essa e a riassumersi: Nord e Sud, elementarità di istinti e curiosità intellettuale, ansia religiosa e aderenza sensuale alla realtà, faustiana inquietudine e gioia di vivere; e solo mancò a O. - ma non è poco - la nuova coscienza estetica perché, essendo nella letteratura tedesca l'ultimo dei cavalieri, fosse realmente anche il "primo uomo tedesco" della Rinascenza.
Ediz.: Gedichte, ed. B. Weber, Innsbruck 1847; id., ed. J. Schatz e O. Koller, in Denkmäler der Tonkunst in Oesterreich, IX, 1, Vienna 1902; id., ed. J. Schatz, 2ª ed., Gottinga 1904. Trad. in tedesco moderno di J. Schrott, Stoccarda 1886, e di L. Passarge, ed. Reclam, Lipsia s. a.
Bibl.: B. Weber, O. v. W. und Friedrich mit der leeren Tasche, Innsbruck 1850; A. Noggler, O. v. W., in Zeitschrift des Ferdinandeums, n. s., XXVI e XXVII, e in Zeitschrift für deutsches Altertum, XXVII; J. Beyrich, Untersuchungen über den stil Oswalds v. M., Lipsia 1910; F. Karg, O. v. W., in Zeitschrift für Deutschkunde, XL (1926); G. Roethe, in Deutsche Reden, Berlino 1927; A. v. Wolkenstein-Rodenegg, O. v. W., Innsbruck 1930; J. Schatz, Sprache und Wortschatz der Gedichte O. v. W., Gottinga 1930; H. Löwenstein, Wort und Ton bei O. v. W., Königsberg 1932.