Vedi OSTIA dell'anno: 1963 - 1973 - 1996
OSTIA (v. vol. V, p. 782 e S 1970, p. 569)
Età arcaica. - L'esistenza di uno o più insediamenti arcaici nell'area della futura città e dei suoi immediati dintorni è un problema tuttora dibattuto, anche sulla base di nuovi sporadici rinvenimenti, quali i frammenti protovillanoviani e i resti di intonaci di capanne raccolti nel 1979 nella borgata di O. Antica (Conti, 1980; Bartolom, 1986), troppo antichi, comunque, per essere messi in rapporto con la tradizione sulla O. fondata da Anco Marcio come prima colonia di Roma, per la quale è stata anche proposta un'ubicazione sulla riva destra del Tevere (Coarelli, 1988). D'altra parte alcuni dei ben noti frammenti di decorazione architettonica fittile provenienti dall'area del Castrum, o comunque da O., sono ora fatti risalire al VI-V sec. a.C. (Zevi, 1971; Andrén, 198o), e ciò, se confermato, indicherebbe l'esistenza in quest'epoca di un tempio o di un santuario - non necessariamente di un abitato - presso le foci del Tevere. Altri studiosi insistono piuttosto sull'ipotesi dell'esistenza di un vero e proprio insediamento arcaico nell'area di O. «storica» (Bartolom, 1986).
Età medio-repubblicana. - Anche l'epoca di fondazione del Castrum è stata sottoposta a revisione, a partire dai più antichi frammenti vascolari sicuramente provenienti dal centro cittadino, e rialzata fino agli inizî del IV sec. a.C. (Torelli, 1973; Zevi, 1973) o all'epoca della presa di Fidene (Coarelli, 1988). Alla cittadella Roma affidava una funzione sostanzialmente militare, nell'ambito di quel sistema di controllo del corso del Tevere nel quale è suggestivo far rientrare anche la costruzione della nuova, poderosa cinta fortificata in opera quadrata di cui Ficana sarebbe stata dotata nel IV sec. a.C. Fin da quest'epoca si hanno anche le prove di uno sfruttamento agricolo del territorio: nella piana di Dragoncello, fra la Via Ostiense e il Tevere, sono venute alla luce alcune modeste fattorie, con muri in blocchetti di tufo a secco, del IV-III sec. a.C., sostituite più tardi (I sec. a.C.) da ville rustiche di maggiori dimensioni, destinate á durare fino al II d.C.
Una prima espansione delia città di O. al di là delle mura del Castrum si ebbe già nel III sec. a.C., come sembrano indicare i risultati di un saggio eseguito sotto la Taberna dell'Invidioso, subito a o della via pomeriale esterna del Castrum stesso.
Età tardo-repubblicana. - Alcuni aspetti essenziali della storia di O. alla fine della repubblica sono stati chiariti attraverso il riesame dei principali complessi cultual noti per l'epoca, le cui vicende si sono rivelate stretta mente connesse con le carriere delle personalità dominan ti la vita politica della colonia in questi decenni cruciali L'attività pubblica del duoviro P. Lucilio Gamala, p.es., è stata fissata fra il 90 e il 60 a.C. circa, e ciò ha portato a identificare probabilmente nella guerra piratica del 67 a.C. il bellum navale finanziato da Gamala (CIL, XIV, 375), e a spiegare meglio il carattere delle divinità femminili, connesse con la navigazione e la buona sorte, cui sono dedicati i Quattro Tempietti, eretti dallo stesso personaggio. La Casa di Apuleio, attigua ai Quattro Tempietti, è stata attribuita, nella sua prima fase, allo stesso Gamala (Coarelli, 1989). L'ubicazione presso la foce del Tevere dell'altra e ancor più importante area sacra repubblicana ha fatto sorgere l'ipotesi (Zevi, 1976) che all'oracolo del Tempio di Ercole si accostassero, per prendere gli auspici, i comandanti delle flotte militari che salpavano da O. (il celebre rilievo votivo qui rinvenuto ricorderebbe appunto una predizione di vittoria emessa dall'aruspice Fulvius Salvie dopo il miracoloso rinvenimento in mare di una statua di Ercole). La statua-ritratto del duoviro Cartilio Poplicola, dedicata nello stesso tempio, è stata interpretata come un dono votivo connesso con l'episodio bellico raffigurato in rilievo sul sepolcro monumentale di Poplicola fuori Porta Marina (uno sbarco respinto dagli Ostiensi, forse una delle scorrerie di Sesto Pompeo nel Lazio prima del 39 a.C.).
Età imperiale e tarda antichità. - La comprensione della struttura, delle funzioni e dei modi di vita della O. di età imperiale ha compiuto un passo avanti decisivo grazie alla pubblicazione di studi tipologici e d'insieme su alcune categorie di edifici: le fulloniche (Pietrogrande, 1976), gli alberghi e i luoghi di ristoro (Hermaneen, 1982), le terme private (Mar, 199o), le insulae (Packer, 1971), gli horrea (Rickman, 1971). A proposito di questi ultimi è stata avanzata una distinzione fra grandi depositi o granai a cortile centrale, forse di proprietà pubblica, e magazzini minori articolati attorno a un corridoio, probabilmente privati. Sono stati anche posti a confronto i modelli di distribuzione degli horrea e delle insulae nei diversi quartieri cittadini, ed è stata confermata, attraverso uno studio quantitativo, la priorità cronologica dell'edilizia legata all'immagazzinamento su vasta scala rispetto all'edilizia abitativa intensiva (Vitelli, 1980).
Studi su singoli aspetti della vita domestica hanno permesso, fra l'altro, di stabilire che nelle case di O., diversamente da Pompei, non erano frequenti i vani adibiti in modo specifico a cucina, per evidenti esigenze connesse con il risparmio di spazio (Salza Prina Ricotti, 1978-79 e 1979-80). La nota serie dei rilievi (funerarî o insegne di bottega) con scene di vita quotidiana o di mestiere è stata oggetto di un riesame dal punto di vista della condizione sociale della donna nella società ostiense (Kampen, 1981).
Quanto alla vita religiosa, manca tuttora un'identificazione certa del sito del Santuario di Vulcano, il più importante della città. Vi è, però, un indizio costituito dal fatto che circa la metà dei frammenti dei Fasti Ostiensi - probabilmente conservati in quel tempio - sono stati rinvenuti da F. Zevi all'esterno delle mura, nei pressi di Porta Marina. Appare quindi verosimile l'ipotesi che il luogo sacro a Vulcano, solitamente venerato in aree extraurbane, vada cercato in tale zona (Licordari, 1984; Pellegrino, 1986), e forse, più in particolare, nel Foro di Porta Marina, che presenta alcune caratteristiche tipiche di uno spazio di culto all'aperto.
Per il tardo impero è stata rivista l'intera documentazione, con nuove ipotesi sul ruolo delle note domus (Pavolini, 1986), mentre elementi di continuità e perfino di ripresa dell'insediamento sono stati individuati fino al IX sec. (Paroli, 1993).
La conoscenza archeologica della città in età imperiale è progredita, in assenza di nuove indagini estensive, soprattutto mediante puntuali approfondimenti e saggi sotto i livelli pavimentali di edifici già scavati (talvolta in occasione del loro restauro), o mediante studi finalizzati al riesame di singoli complessi monumentali. Se ne dà qui una rassegna topografica, seguendo in sostanza l'abituale ordine di visita della città.
Regione II. - I sondaggi nella Caserma dei Vigili hanno confermato l'esistenza di un primo impianto militare risalente al principato di Domiziano, il che, se confrontato con i risultati degli scavi sotto le Terme di Nettuno, dimostra che già nell'epoca dell'ultimo imperatore flavio si progettò, in quest'area in gran parte libera fra il decumano e il Tevere, un vasto piano urbanistico, le cui linee di fondo sarebbero state poi riprese da Adriano.
I resti dell'arco onorario che sorgeva sul decumano, davanti al teatro, sono stati attribuiti all'età di Caracalla, grazie al riesame dei frammenti di un'iscrizione monumentale conservati nei magazzini.
Le indagini nel Piazzale delle Corporazioni hanno avuto grande importanza per la ricostruzione delle prime fasi edilizie del complesso: sembra che il primo piazzale, realizzato, contemporaneamente al teatro, in età augustea, fosse circondato da un corridoio coperto (e non da un portico), e che solo nell'età di Claudio, a un livello più alto, sia stato costruito il primo portico, con una sola fila di colonne; l'assetto oggi visibile, a doppio porticato, risalirebbe sostanzialmente all'età adrianea, a parte la suddivisione in stationes, intervenuta nel III sec. d.C.
Le fasi di età imperiale della Casa di Apuleio e dell'intero complesso circostante sono state ristudiate, in relazione all'ipotesi della presenza dello scrittore Apuleio a Ostia (Coarelli, 1989).
Regione I. - Per le Terme del Foro, il riesame delle relative epigrafi ha permesso di chiarire alcuni punti essenziali della loro complessa storia edilizia: la costruzione dovuta alla liberalità di M. Gavio Massimo, prefetto del pretorio di Antonino Pio, e le due principali fasi di restauro tarde (IV e V sec. d.C.).
Del restauro tardoantico del Tempio di Ercole, dovuto al prefetto dell'annona Ostilio Antipatro, è stata precisata la datazione (età dioclezianea).
Il Santuario di Ercole è stato inoltre preso a esempio di una tipologia edilizia, molto diffusa a O., nella quale si combinano funzioni diverse (Mar, 1990).
Si sono ripresi gli scavi nel Palazzo Imperiale, con il rinvenimento di un mosaico con aurighi, messo in rapporto con i ludi Castrorum a O.; sono state precisate le fasi edilizie tarde del palazzo (Spurza, 1990).
Regione III. - L'enigmatico edificio sul tratto o del decumano massimo, noto come Basilica Cristiana, è stato ripreso in esame, con una datazione delle cortine laterizie attorno alla fine del IV sec. d.C. Alla navata terminale sinistra dell'edificio non è riconosciuta una funzione battesimale, mentre è ritenuta possibile una destinazione dell'intero complesso a diaconia o a xenodochium.
Numerose nuove informazioni sono venute dal quartiere di abitazioni signorili, talune riccamente affrescate, nel settore So: è stata datata al III sec. d.C. la trasformazione in osteria di una loggia dell’Insula delle Volte Dipinte; sotto l’Insula delle Pareti Gialle sono stati condotti saggi che hanno portato all'identificazione di una consistente fase edilizia del I sec. d.C., relativa, forse, a un fabbricato a cortile.
La ripresa dello scavo delle Terme Marittime ha chiarito che la prima fase risale al 130 circa (certo in connessione con l'impianto adrianeo del quartiere di cui si è appena detto), mentre è di età severiana una vasta ristrutturazione e l'aggiunta di vani riscaldati; altri restauri seguirono nel IV sec. d.C.
Regione IV. - Le indagini (tuttora inedite) condotte nelle Terme di Porta Marina hanno mostrato che sotto di esse esistevano, nella seconda metà del I sec. d.C., vasche o mostre d'acqua forse destinate ad abbellire l'ingresso in città dai tracciati litoranei. I risultati di un saggio eseguito all'esterno dell'angolo SE (Pavolini, 1980) sembrano poi rafforzare l'ipotesi che la costruzione delle terme sia stata intrapresa già in età traianea (di qui la presenza di una statua di Marciana), per essere poi completata sotto Adriano, stando ai bolli laterizi.
Le recenti ricerche hanno fornito un quadro più completo della fioritura tardoantica di questo quartiere esterno a Porta Marina, forse dovuta al passaggio della Via Severiana, che collegava i centri del Lazio meridionale con Porto. I sondaggi effettuati negli edifici sul lato Ν della Via Severiana hanno evidenziato fasi costruttive del I-II sec. e consistenti ristrutturazioni, in parte termali, nella tarda antichità (Pavolini, 1981; Floriani Squarciapino, 1985-86). Un'occupazione in forme più degradate si protrae fino alla metà del V sec. d.C.
La sinagoga, rinvenuta lungo la Via Severiana, all'estremità SE dell'area archeologica di O., è un monumento unico in Italia e in tutto il Mediterraneo occidentale antico, importante anche per la sua cronologia: la prima costruzione in opera mista, della metà circa del I sec. d.C., è infatti interpretata già come una sinagoga, anche se solo nel IV sec. il tempio venne rifatto in forme più grandiose.
La pubblicazione delle pitture della Caupona del Pavone ha comportato un accurato riesame dell'edificio, costruito come casa privata in età adrianea, ristrutturato in età severiana in forme più eleganti (a quest'epoca, per lo più, si data la decorazione pittorica), trasformato in caupona e albergo alla metà del III sec. d.C., con nuovi interventi su parte dell'ornamentazione.
I saggi di scavo sotto le suspensurae delle Terme del Faro hanno permesso di attribuire all'età di Caracalla il rifacimento dei vani riscaldati e dei relativi mosaici. La datazione del Tempio di Bellona nel Campo della Magna Mater è stata leggermente abbassata (Pellegrino, 1987).
Regione V. - Di grande importanza, anche metodologica, è la microanalisi alla quale è stato sottoposto l'intero isolato V, II (Boersma, 1985), sulla scorta di una documentazione dettagliatissima e utilizzando i criteri di datazione delle murature tardoantiche recentemente elaborati (Heres, 1982). Le principali nuove acquisizioni riguardano, per limitarci agli edifici più rilevanti dell'isolato, le vicende della Domus del Protiro, delle Terme del Filosofo (la costruzione del tempio collegiale è posta attorno al 200, e i successivi stadi di trasformazione, compresa l'erezione delle terme, entro la seconda metà del III sec.) e della Domus della Fortuna Annonaria (viene individuata una fase edilizia tardo-flavia, cui si attribuisce l'impianto originario del peristilio colonnato). Più in generale, dalla storia dell'isolato nel suo insieme emerge una conferma della vitalità di O. in età severiana (periodo in cui si occupano gli ultimi spazi urbani rimasti liberi, o si razionalizzano, a fini produttivi, gli usi di aree precedentemente marginalizzate), ma anche l'embrione di una nuova interpretazione della O. tardoantica, nella quale il tessuto cittadino «medio», abitativo e commerciale-industriale, è certo sottoposto a processi di abbandono e degrado, ma in alcune aree della città continua parzialmente a funzionare, almeno fino al IV sec. d.C. Altri dati sull'isolato sono emersi da una successiva ripresa degli scavi (Petriaggi, 1987).
Lo scavo integrale delle Terme del Nuotatore, finora note solo in parte, ha costituito uno dei pochi casi di ampliamento, nel dopoguerra, dell'area archeologica messa allo scoperto con i grandi sterri degli anni 1938-1942, e praticamente il solo caso in cui di un edificio ostiense si è potuta studiare in modo completo la sequenza stratigrafica, dalla fondazione all'abbandono e al crollo. Queste terme, costruite in età domizianea, sono fra i più antichi balnea ostiensi noti; subirono sostanziali trasformazioni sotto Adriano e Antonino Pio, e furono abbandonati precocemente (230-250 d.C.).
Nel 1970 è stata rinvenuta, presso l'attiguo Santuario della Bona Dea, un'iscrizione che ricorda i lavori eseguiti nel tempio da una ottavia, identificata con la moglie del già citato P. Lucilio Gamala, e quindi attiva nell'età di Silla o di Cesare: ciò conferma l'antichità dell'introduzione di questo culto a Ostia.
Il tempio collegiale sul decumano (V, XI, 1) è stato identificato, grazie alla ricomposizione di un architrave iscritto, con quello dedicato dall'associazione dei costruttori (fabri tignuariì) a Pertinace divinizzato. Anche nel Piazzale della Vittoria, presso l'ingresso degli scavi, è stato individuato uno spazio di culto imperiale (Rockel, 1992).
Suburbio e necropoli. - Il «Trastevere» ostiense scoperto nel 1968 sulla sponda dell'Isola Sacra si è rivelato un quartiere commerciale, con fasi edilizie del I e del ΙΙ-inizî III sec. d.C.; a questo secondo periodo appartiene fra l'altro un probabile granaio con pavimenti rialzati.
Nella necropoli di Pianabella, a SE di O., è stato scavato sistematicamente un settore del sepolcreto occupato nel I-II sec., comprendente un grande colombario (Morandi, 1982). Nel IV sec. d.C. alcuni dei mausolei pagani furono distrutti per erigere una grande basilica cristiana con avancorpo porticato e abside: di notevole interesse è il recinto funerario interno, contenente cento formae disposte su quattro ordini sovrapposti. La basilica, scavata stratigraficamente, è risultata in uso fino al IX sec. (Paroli, 1993). Nei pressi, un'altra area funeraria recentemente esplorata è quella di S. Ercolano. Alla conoscenza della O. cristiana hanno contribuito anche gli scavi sotto la chiesa di S. Aurea nel borgo medievale, dai quali è emerso che la basilica primitiva era orientata in senso opposto rispetto all'attuale.
Territorio. - Il dibattito sull'identificazione della villa marittima di Plinio il Giovane, nota da una sua celebre lettera (Epist., 11, 17), è ripreso con la formulazione di nuove ipotesi, secondo le quali la villa della Palombara a Castelfusano, finora detta «di Plinio», sarebbe invece appartenuta a ortensio, mentre la vera residenza di Plinio sarebbe la Villa Magna a Grotte di Piastra, più a S (A. M. Colini, in Capocotta ultima spiaggia, Roma 1985, pp. 79-86).
Le arti. - Riguardo alla pittura a O., a prescindere dagli studi su singoli cicli ornamentali, sono state prese in esame nel loro insieme le pitture con decorazioni vegetali, frequenti negli ambienti termali fra la metà del II e il III sec., e interpretate come un tentativo di imitare i giardini effettivamente esistenti nelle grandi terme imperiali romane (Baccini Leotardi, 1978). Fitto di riferimenti a O. è il nuovo inquadramento elaborato per la pittura romana nei secoli successivi alla distruzione di Pompei (Joyce, 1981).
Per la decorazione architettonica, il catalogo dei capitelli ostiensi (Pensabene, 1973) è venuto ad arricchire la collana degli Scavi di ostia. Per la scultura, numerose nuove opere d'arte sono state immesse nel museo, provenienti sia dai nuovi scavi, sia da rinvenimenti sporadici, sia dal riesame del materiale giacente nei depositi. In particolare, di grande interesse risultano una lastra egizia iscritta, riutilizzata per un rilievo di Giove-Asclepio-Serapide (dai pressi del Serapeo); un rilievo architettonico con divinità, raffigurante, sembra, la contesa fra Atena e Posidone per l'Attica, forse posto originariamente su un monumento presso il foro; la testa, d'ispirazione ellenistica, della statua acroteriale di Vittoria dal Tempio di Roma e Augusto, restituita a O. dal re di Svezia; i frammenti, di alta qualità artistica, di un sarcofago antoniniano con scena di caccia al cinghiale calidonio. I commerci e le attività produttive. - Alla ricostruzione storica dei commerci ostiensi, asse portante della prosperità cittadina, stanno dando un decisivo contributo la classificazione sistematica e la pubblicazione dei nuclei ceramici provenienti dalle stratigrafie delle Terme del Nuotatore, oltre ai rinvenimenti di contesti cronologicamente più delimitati, quali il deposito augusteo di anfore dalla Longarina, presso l'antico stagno ostiense. Le variazioni percentuali, nel corso dell'intera età imperiale, dei prodotti importati dalle diverse aree del Mediterraneo riflettono l'irreversibile crisi produttiva dell'Italia e la graduale perdita di peso economico delle più antiche province occidentali (Gallia e Spagna) a favore dell'Africa.
Accanto al commercio, vi erano le attività manifatturiere. Che la città non solo importasse, ma producesse vasi in ceramica è provato, p.es., dalla presenza di una succursale dell'officina di sigillata aretina di Sesto Annio Afro, attestata da due scarti di fornace (uno dei quali recante questo bollo), conservati nei magazzini, ma di cui si ignorano le circostanze di rinvenimento.
Bibl.: In generale: R. Meiggs, Roman ostia, oxford 19732; R. Chevallier, ostie Antique, ville et port, Parigi 1986; R. Mar, La formazione dello spazio urbano nella città di Ostia, in RM, XCVIII, 1991, p. 81 ss. - Pubblicazioni e studi di epigrafia: M. Cébeillac, Quelques inscriptions inédites d'ostie de la République à l'Empire, in MEFRA, LXXXIII, 1971, p. 39 ss.; A. Licordari, Considerazioni sull'onomastica ostiense, in L'onomastique latine, Parigi 1977, p. 239 ss. - Guide: C. Pavolini, Ostia (Guide Archeologiche Laterza, 8), Roma-Bari 1983.
Età protostorica e arcaica: A. Andrén, Un gruppo di antefisse etrusco-laziali e la questione dell'esistenza di un abitato ostiense anteriore alla colonia romana, in StEtr, XLVIII, 1980, p. 93 ss.; A. M. Conti, Ostia (Roma), ibid., p. 534 ss.; ead., Studio preliminare su materiali dell'età del ferro da Ostia Antica, in IV Convegno dei Gruppi Archeologici del Lazio 1978, Roma 1982, p. 29 ss.; G. Bartolom, I Latini e il Tevere, in II Tevere e le altre vie d'acqua del Lazio antico (QuadAEI, 12), Roma 1986, p. 98 ss.; F. Coarelli, I santuari, il fiume, gli empori, in Storia di Roma, I, Torino 1988, p. 127 ss.
Età medio-repubblicana: M. Torelli, La colonizzazione romana dalla conquista di Veio alla prima guerra punica, in Roma medio repubblicana (cat.), Roma 1973, p. 341 ss.; F. Zevi, ibid., p. 343 ss.; id., Ostia, in StEtr, XLI, 1973, p. 507 ss. (per il sondaggio sotto la Taberna dell'Invidioso); M. S. Arena Taddei, Ostia repubblicana (Itinerari ostiensi I), Roma 1977; P. Cicerchia, ostia: considerazioni e ipotesi sul primo impianto urbano, in Xenia, 6, 1983, p. 45 ss.; I. Pohl, Was Early Ostia a Colony or a Fort?, in PP, XXXVIII, 1983, p. 123 ss.; V. Santa Maria Scrinari, Il problema di ostia, in Archeologia Laziale VI (QuadAEI, 8), Roma 1984, p. 358 ss. (sul presunto molo repubblicano rinvenuto in corrispondenza dell'ansa del Fiume Morto); J. R. Brandt, Ostia, Mintumo, Pyrgi. The Planning of Three Roman Colonies, in ActaAArtHist, V, 1985, p. 25 ss.; M. Carta, I. Pohl, F. Zevi, Ostia. La Taberna dell'Invidioso, Piazzala delle Corporazioni, portico ovest (NSc, Suppl. al vol. XXXII), Roma 1987, passim; C. Pavolini, Ostia, in DArch, s. III, VI, 1988, 2, p. 177 ss.; F. Coarelli, I santuari..., cit., passim.
Età tardo-repubblicana: F. Zevi, P. Lucilio Gamala senior e i «Quattro Tempietti» di Ostia, in MEFRA, LXXXV, 1973, p. 555 ss.; id., Monumenti e aspetti culturali di Ostia repubblicana, in P. Zanker (ed.), Hellenismus in Mittelitalien. Kolloquium in Göttingen 1974, Gottinga 1976, p. 52 ss.; F. Coarelli, Apuleio a Ostia?, in DArch, s. III, VII, 1989, 1, p. 27 ss.
Età imperiale. - Fonti epigrafiche: F. Zevi, Nuovi documenti epigrafici sugli Egrili ostiensi, in MEFRA, LXXXII, 1970, p. 279 ss.; A. Licordari, Un'iscrizione inedita di ostia, in RendLinc, XXXIX, 1974, p. 313 ss.; L. Vidman, Fasti ostienses, Praga 1982; A. Licordari, In margine ai Fasti ostienses, in ArchCl, XXXVI, 1984, p. 347 ss. - Collegi: G. Clemente, Il patronato nei collegia dell'impero romano, in StClor, XXI, 1972, p. 142 ss.; A. Pellegrino, Una nuova epigrafe sugli urinatores a Ostia, in Ottava Miscellanea Greca e Romana, Roma 1982, p. 317 ss.; id., I navicularii maris Hadriatici a Ostia, in Undicesima Miscellanea Greca e Romana, Roma 1987, p. 229 ss.; A. Licordari, Collegi ostiensi di battellieri, in Epigrafia della produzione e della distribuzione, in corso di stampa.
- Urbanistica: V. Kockel, Ostia im 2. Jahrhundert n. Chr., in N. J. Schalles, H. V. Hesberg, P. Zanker, Die römische Stadt im 2. Jahrhundert n. Chr., Colonia 1992, p. 99 ss. - Studi su singole classi monumentali: J. E. Packer, The Insulae of Imperiai ostia, in MemAmAc, XXXI, Roma 1971; G. Rickman, Roman Granaries and Store Buildings, Cambridge 1971; A. L. Pietrogrande, Scavi di Ostia, VIII. Le fulloniche, Roma 1976; F. Pasini, Ostia Antica. Insule e classi sociali, Roma 1978; G. Vitelli, Grain Storage and Urban Growth in Imperial Ostia: a Quantitative Study, in WorldA, XII, 1,1980, p. 54 ss.; P. Cicerchia, Sul carattere distributivo delle «terme con heliocaminus» di Villa Adriana, in Xenia, 9, 1985, p. 47 ss. (con riferimenti alla tipologia di alcune terme pubbliche ostiensi). - Aspetti della vita quotidiana: E. Salza Prina Ricotti, Cucine e quartieri servili in epoca romana, in RendPontAcc, LI-LII, 1978-1980, p. 237 ss.; N. Kampen, Image and Status: Roman Working Women in ostia, Berlino 1981; G. Hermansen, Ostia. Aspects of Roman City Life, Edmonton 1982; C. Pavolini, La vita quotidiana a ostia, Bari 1986. - Religione: M. Floriani Squarciapino, Considerazioni su Ostia cristiana, in StRom, XXVII, 1979, p. 15 ss.; AA.VV., Mysteria Mithrae. Atti del seminario, Roma-Ostia 1978, Roma 1979; A. Licordari, In margine ai Fasti ostienses..., cit. (sull'ubicazione del tempio di Vulcano); A. Pellegrino, Il culto di Vulcano a Ostia. Nuove testimonianze, in Decima Miscellanea Greca e Romana, Roma 1986, p. 289 ss. - Tarda antichità: U. Broccoli, Ostia paleocristiana (Itinerari ostiensi, 6), Roma 1984; C. Pavolini, L'edilizia commerciale e l'edilizia abitativa nel contesto di Ostia tardoantica, in A. Giardina (ed.), Società romana e impero tardo-antico, II, Roma 1986, p. 239 ss.; L. Paroli, Ostia nella tarda antichità e nell'Alto Medioevo in L. Paroli, P. Delogu (ed.), La storia economica di Roma nell'Alto Medioevo alla luce dei recenti scavi archeologici. Atti del Seminario, Roma 1992, Firenze 1993, p. 153 ss.
Singoli monumenti o complessi. - Regione II: T. L. Heres, Una ricerca sulla storia edilizia delle Terme di Nettuno a Ostia, in MededRom, XL, 1978, p. 93 ss.; F. Zevi, Caserma dei Vigili. Scavo sotto il mosaico del vano antistante il «Cesareo», in F. Zevi, I. Pohl, Ostia. Saggi di scavo (NSc, XXIV, Suppl. I), Roma 1970, p. 7 ss.; F. Zevi, P. Pensabene, Un arco in onore di Caracalla ad Ostia, in RendLinc, XXVI, 1971, p. 481 ss.; I. Pohl, Piazzale delle Corporazioni ad Ostia. Tentativo di ricostruzione del Portico Claudio e la sua decorazione, in MEFRA, XC, 1978, p. 331 ss.; M. Carta, I. Pohl, F. Zevi, Ostia..., cit.,passim; F. Coarelli, Apuleio a ostia?, cit. - Regione I: F. Zevi, Miscellanea ostiense, I. La carriera di Gavio Massimo e i restauri tardi alle Terme del Foro, in RendLinc, XXVI, 1971, p. 449 ss.; id., Miscellanea ostiense, II. Hostilius Antipater, prefetto dell'annona, ibid., p. 468 ss. (per il Tempio di Ercole); I. Nielsen, T. Schiöler, The Water System in the Baths of Mithra in Ostia, in AnalRom, IX, 1980, p. 149 ss.; G. Hermansen, The Stuppatores and Their Guild in Ostia, in AJA, LXXVI, 1982, p. 121 ss.; T. L. Heres, The Building History of the Caseggiato dei molini (Reg. I, III.i) at Ostia, in MededRom, XLVIII, 1988, p. 37 ss.; R. Mar, El Santuario de Hércules y la urbanística de Ostia, in AEsp, LXIII, 199o, p. 137 ss.; P. Cicerchia, A. Marinucci, Scavi di Ostia, XI. Le Terme del Foro o di Gavio Massimo, Roma 1992. - Palazzo Imperiale: V. Santa Maria Scrinari, Ostia antica: il cosiddetto Palazzo Imperiale. Decorazioni musive, in Archeologia Laziale IX (QuadAEI, 16), Roma 1988, p. 185 ss.; J. M. Spurza, Il cortile centrale del cosiddetto Palazzo Imperiale a Ostia antica, in Archeologia Laziale X (QuadAEI, 19), Roma 1990, p. 457 ss. - Regione III: F. Zevi, Ostia (Roma). Termopolio della Casa delle Volte Dipinte, in F. Zevi, I. Pohl, Ostia. Saggi di scavo..., cit., p. 42; F. Zevi, I. Pohl, Casa delle Pareti Gialle, salone centrale. Scavo sotto il pavimento a mosaico, ibid., p. 43 ss.; M. L. Veloccia Rinaldi, in FA, XXIV-XXV, 1970-1971, n. 8342 (per le Terme Marittime); T. L. Heres, Alcuni appunti sulla «Basilica Cristiana» (III, I, 4) di Ostia Antica, in MededRom, XLII, 198o, p. 87 ss. - Regione IV: C. Gasparo, Le pitture della Caupona del Pavone (Monumenti della pittura antica scoperti in Italia, ΙII, 4), Roma 1970; F. Zevi, Ostia (Roma). Terme del Faro, in F. Zevi, I. Pohl, Ostia. Saggi di scavo..., cit., p. 41 s.; C. Pavolini, Saggi dì scavo lungo la via Severiana ad ostia, in Archeologia Laziale III (QuadAEI, 4), Roma 1980, p. 113 ss.; id., Ostia (Roma). Saggi lungo la via Severiana, in NSc, 1981, p. 115 ss.; F. Zevi, La sinagoga di Ostia, in Rassegna mensile Israel, marzo 1972, p. 3 ss.; C. De Ruyt, Macellum. Marché alimentaire des Romains, Louvaine-la-Neuve 1983, p. 115 ss.; M. Floriani Squarciapino, Nuovi mosaici ostiensi, in RendPontAcc, LVIII, 1985-86, p. 87 ss.; ead., Un altro mosaico ostiense con atleti, ibid., LIX, 1986-87, p. 161 ss. (Terme di Porta Marina). - Regione V: F. Zevi, Miscellanea ostiense, III. Il tempio del collegio dei «fabri tignuarii» e una dedica a Pertinace divinizzato, in RendLinc, XXVI, 1971, p. 472 ss.; M. Cébeillac, octavia, épouse de Gamala, et la Bona Dea, in MEFRA, LXXXV, 1973, p. 517 ss.; C. Panella, Le Terme del Nuotatore ad Ostia Antica. Scavo e pubblicazione, in Un decennio di ricerche archeologiche, II, Roma 1978, p. 477; R. Petriaggi, Ostia. Reg. V, Is. II: osservazioni a seguito di nuovi interventi di restauro, in Archeologia Laziale VI (QuadAEI, 8), Roma 1984, p. 199 ss.; J. S. Boersma (ed.), Amoenissima civitas. Block V. II at Ostia: Description and Analysis of Its Visible Remains, Assen 1985; C. Panella, M. Medri, Le Terme del Nuotatore a Ostia Antica, in Scavi e ricerche archeologiche degli anni 1976-1979, II, Roma 1985, p. 305 ss. - Inoltre: Ostia I-IV. Le Terme del Nuotatore: I (StMisc, XIII), Roma 1968; II (StMisc, XVI), Roma 1970; III (StMisc, XXI), Roma 1973; IV (StMisc, XXIII), Roma 1977.
Suburbio: F. Zevi, Ostia (Roma). Scoperte archeologiche effettuate casualmente nei mesi di settembre e ottobre 1968, nell'Isola Sacra..., in NSc, XXVI, 1972, p. 404 ss.; id., Sepolcro romano in località Pianabella, ibid., p. 432 ss.; S. Episcopo, Saggi di scavo presso S. Aurea a Ostia, in Archeologia Laziale III (QuadAEI, 4), Roma 1980, pp. 228-232; A. Morandi, Scavi nella tenuta di Pianabella di Ostia antica, 1976-1977. Gli edifici sepolcrali, in MemPontAcc, XIV, 1982, p. 57 ss.; U. Broccoli, Ricerche su Gregoriopoli, in Archeologia Laziale V, cit., p. 170 ss.; M. G. Lauro, Ville suburbane a Ostia, in Archeologia Laziale VI, cit., p. 224 ss. (villa a Procoio di Pianabella); Ph. Pergola, Lo scavo di S. Ercolano a Ostia antica, in Archeologia Laziale X, cit., p. 173 ss.; L. Paroli, Ostia nella tarda antichità..., cit.
Necropoli: A. Pellegrino, Le necropoli pagane di Ostia e di Porto (Itinerari ostiensi, V), Roma 1984, passim.
Territorio: L. Pietilä-Castrén, Sulle origini degli Acilii Glabriones, in OpuscFin, I, 1981, p. 63 ss. (proprietà degli Acilii sulla Via ostiense); A. Pellegrino, Ville rustiche a Dragoncello (Acilia), in Archeologia Laziale V (QuadAEI, 7), Roma 1983, p. 76 ss.; id., Scavi a Dragoncello e a Casalbernocchi (Acilia), in Archeologia Laziale VI, cit., p. 194 ss.; id., Due iscrizioni tardo-repubblicane dal territorio di Ostia (Acilia-Dragoncello), in Nona Miscellanea Greca e Romana, Roma 1984, p. 155 ss.; AA.VV., Capocotta ultima spiaggia (cat.), Roma 1985, passim; A. Pellegrino, R. Petriaggi, Ritrovamenti e ricerche subacquee a Ostia, in Archeologia Laziale IX, cit., p. 171 ss. (probabile ponte sul Tevere a Dragoncello). - Pitture e stucchi: C. Gasparri, Le pitture della Caupona del Pavone, cit.; P. Baccini Leotardi, Pitture con decorazioni vegetali dalle terme, Roma 1978; H. Joyce, The Decoration of Walls, Ceilings and Floors in Italy in the Second and Third Centuries A.D., Roma 1981; H. Mielsch, Funde und Forschungen zur Wandmalerei der Prinzipatszeit von 194s bis 1975, mit einem Nachtrag 1980, in ANRW, II, 12, 2, 1981, p. 157 ss. - Decorazione architettonica: P. Pensabene, Scavi di Ostia, VII. I capitelli, Roma 1973.
Produzione e commercio. - Ceramica: Ostia I-IV. Le Terme del Nuotatore, cit.; M. S. Arena, Su alcuni frammenti di ceramica italo-megarese conservati nell'Antiquarium di Ostia, in RivStLig, XXXV, 1969 (1973), p. 101 ss.; A. Tchernia, F. Zevi, Amphores vinaires de Campanie et de Tarraconaise à Ostie, in Recherches sur les amphores romaines, Roma 1972, p. 35 ss.; M. G. Lauro, Una classe di ceramiche a Ostia: il gruppo Genucilia, in RivStLig, XLV, 1979, p. 51 ss.; C. Pavolini, Appunti sui «vasetti ovoidi e piriformi» di Ostia, in MEFRA, XCII, 1980, p. 993 ss.; C. Pavolini, Ceramica corinzia a rilievo di età imperiale ad Ostia, ibid., XLVI, 1980, p. 24 ss.; A. Hesnard, Un dépôt augustéen d'amphores à La Longarina, Ostie, in MemAmAc, XXXVI, 198o, p. 141 ss.; J. Boersma e altri, Excavations in the House of the Porch (V.II.4-5) at Ostia, in BABesch, LXI, 1986, p. 77 ss. (contesto anforico del 50-25 a.C.); C. Pavolini, La vita quotidiana a Ostia, cit.; C. Panella, Un contesto di età antonina delle Terme del Nuotatore di Ostia, in Giornate di Studio in onore di A. Adriani (StMisc, XXVIII), Roma 1991, p. 281 ss.; B. Ciarrocchi e altri, Produzione e circolazione di ceramiche tardoantiche ed altomedievali a Ostia e Porto, in L. Paroli, P. Delogu (ed.), La storia economica di Roma..., cit., pp. 2o3-246; F. Taglietti, Un inedito bollo laterizio ostiense e il commercio dell'olio betico, in Epigrafia della produzione e della distribuzione..., cit., in corso di stampa. - Materiali e tecniche dell'edilizia: M. Steinby, Lateres Signan ostienses, Roma 1978; T. L. Heres, Paries. A Proposal for a Dating System of Late Antique Masonry Structures in Rome and Ostia, Amsterdam 1982; H. van Dalen, The Late Use of opus Reticulatum in Ostia, in MededRom, L, 1991, p. 236 ss.
Museo ostiense: F. Zevi, Museo ostiense, Nuove immissioni, Roma 1971, p. 29 s.; Heibig4, IV, 1972, pp. 3-151.