Vedi OSTIA dell'anno: 1963 - 1973 - 1996
OSTIA (v. vol. v, p. 782 ss.)
L'attività ad O. negli ultimi anni è stata dedicata soprattutto al restauro sistematico della zona monumentale. Lo scavo si è generalmente limitato a saggi in singoli edifici in occasione dello stacco e restauro di mosaici e di altri lavori.
Nell'Insula di Giove e Ganimede si è scesi nel vano adiacente al vestibolo fino alla falda acquifera mettendo in luce varie sovrapposizioni di strati e di resti di muri di opus incertum, reticulatum e posteriori con ricca serie di ceramiche dal III sec. a. C. al periodo imperiale. Il saggio permetterà di ristudiare la stratificazione dell'area del Castrum e della città repubblicana. Altri importanti saggi di scavo sono stati fatti sotto i mosaici della Caserma dei Vigili e delle Terme di Nettuno rivelando costruzioni precedenti del I sec. d. C. e restituendo anche qui interessanti resti epigrafici e ricche serie ceramiche (si segnala in particolare un'ansa sub-appenninica che attesta una frequentazione della zona ostiense nell'Età del Bronzo). Poiché le passate campagne di scavo si sono in genere limitate a mettere in luce la città imperiale, dovrà essere in futuro intensificato il programma tendente ad esplorare la sottostante città repubblicana con saggi stratigrafici.
Parimenti interessanti per la storia dello sviluppo edilizio della città i saggi sia sotto il salone centrale della Casa delle Pareti Gialle, sia in alcuni ambienti della Domus, Reg. iii, Is. iv, 4; sia quelli al di sotto del frigidario e del corridoio d'ingresso dell'edificio termale della Reg. iv, Is. iv, 8 che, oltre ai resti di una serie di pavimentazioni musive, e ad una fitta rete di costruzioni di vario genere succedutesi nel tempo, hanno restituito un'ampia massa di resti architettonici (taluni pertinenti ad edifici del non lontano Foro), di iscrizioni, tra cui quella monumentale che ricorda la costruzione di una crypta e di un calchidicum ad opera di una Terenzia figlia di Aulo e moglie di Cluvio, già nota da altre iscrizioni ostiensi, tra cui una proveniente dal Santuario della Bona Dea della Regione v. Si tratta probabilmente della crypta Terentiana (non ancora localizzata) un cui restauro è ricordato nei Fasti del 94 d. C.
La ripresa degli scavi nelle Terme Marittime, parzialmente esplorate dal Visconti, ha portato alla liberazione del frigidario e di una serie di altri ambienti dell'edificio, dimostrando che l'impianto severiano ha approfittato, modificandola e ingrandendola, di una costruzione anteriore, forse adrianea o antonina.
Di particolare rilievo anche i saggi di scavo nel così detto Tempio dell'Ara Rotonda (compreso nel Santuario di Ercole) che, oltre a fornire preziosi elementi per la datazione delle varie fasi dell'edificio, hanno portato ad una scoperta che, mentre getta nuova luce sulla storia della città e sull'importanza del culto oracolare di Ercole praticato nel santuario, potrà portare ad importanti precisazioni nella storia dell'arte greca: reimpiegati come basamento dell'ara della fase augustea del tempio si sono infatti scoperti tre blocchi di travertino, iscritti in greco facenti già parte delle basi di originali bronzei dedicati nel santuario da qualche generale vittorioso, forse Silla stesso.
Su ciascuno dei blocchi è il nome del personaggio rappresentato e quello dell'artista: Platone, il poeta della commedia antica, opera di Lysikles; Antistene, filosofo, opera di Phyromachos; Charite, pizia delfica, opera di Phradmon argivo (per quanto riguarda gli artisti v. Supplemento 1970 sotto singoli esponenti).
Continuando lo svuotamento del lato perimetrale occidentale delle Case giardino si è liberato un appartamento signorile, notevole non solo per l'impianto planimetrico, ma altresì per la splendida decorazione pittorica non soltanto delle pareti di tutti gli ambienti, ma anche dei soffitti, che, crollati al suolo sotto le macerie dei piani superiori, è stato possibile recuperare e ricomporre.
Eccezionale per la ricchezza dell'impianto decorativo (la proiezione in piano di una vòlta a crociera), per varietà di figurazione (quadri a soggetto dionisiaco, figure di satiri, centauri, sacerdotesse, muse, animali favolosi, ghirlande di fiori, velarî) per vivezza, varietà e freschezza dei colori, per alto magistero d'arte è il soffitto dell'ambiente principale, un ampio salone con ingresso scandito da colonne, che si apre su una galleria finestrata prospiciente il giardino. Le pitture, almeno per la parte sin qui vista, sono sicuramente contemporanee all'impianto originario di tutto l'edificio che, in base ai bolli laterizi rinvenuti in opera, è databile intorno al 130 d. C.
L'Istituto di Archeologia dell'Università di Roma ha svolto quattro campagne per scavare un edificio termale che si trova a SE del Santuario della Bona Dea. L'edificio in opus reticulatum tufaceo è di periodo fiavio; sono stati scavati vari ambienti su un corridoio frontale, l'apoditerio, il frigidarium e un calidarium. L'edificio è stato spogliato sistematicamente nel III sec. d. C. e i materiali di risulta erano stati ammucchiati nell'apoditerio, mentre alcuni ambienti erano stati riempiti con scarichi di cocciame e ceramiche del quartiere che offrono un ricco campionario di tipi del periodo imperiale. Saggi in profondità hanno restituito altre importanti serie ceramiche del I sec. a. C. e d. C. Di notevole interesse per la topografia ostiense la scoperta fortuita di un quartiere transtiberino ubicato appunto lungo la riva destra del Tevere (sull'Isola Sacra) a monte del moderno ponte della Scafa.
Tra i trovamenti occasionali va soprattutto ricordato un sarcofago proveniente da una tomba della località Pianabella, decorato con una scena di centauromachia di un modellato vigoroso e fresco di periodo antoniniano, perfettamente conservato, tranne il coperchio che è andato disperso. Un altro bel sarcofago da una tomba che si è potuta scavare nella stessa località è invece decorato nella fronte da strigilature di rara perfezione ed eleganza e sui lati con grifi alati, di uno stile accurato e senza trapano che ci riporta forse al periodo traianeo; dalla stessa tomba proviene anche un'urna marmorea a forma di vaso elegantemente scolpito con motivi floreali.
Bibl.: Nella serie Scavi di Ostia: V, R. Calza, I ritratti, parte I, Ritratti greci e romani fino al 160 circa d. C., Roma 1964; VI, G. Becatti, Edificio con opus sectile fuori Porta Marina, Roma 1969. Studi di carattere generale, di urbanistica, di architettura: E. Harsberg, Ostia, Roms Havnely, Copenaghen 1964; M. Floriani Squarciapino, Ostia, porto di Roma, in Economia e Storia, XI, 2, 1964, pp. 299-314; S. Giannini, Ostia, Quaderno n. 4 dell'Istituto di elementi dell'architettura e rilievo dei monumenti, Genova 1970; J. E. Packer, Housing and population in imperial Ostia and Rome, in Journ. Rom. St., 1967, pp. 80-95; id., Structure and design in ancient Ostia. A contribution to the study of Roman imperial architecture, in Technology and Culture, IX, 3, 1968, pp. 357-388; id., The Domus of Cupid and Psyche in Ancient Ostia, 1967, pp. 123-131; id., The insulae of Imperial Ostia, in Mem. Amer. Acad. Rome, XXXI, 1971; J. P. 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Tempio dell'Ara Rotonda e iscrizioni greche: F. Zevi, in Fasti Arch., XVIII-XIX, n. 4009; XXII, n. 2885; id., Tre iscrizioni con firme di artisti greci. Saggi nel tempio dell'Ara Rotonda a Ostia, in Rend. Pont. Acc. Arch., XLII, 1969-1970, pp. 95-117. Domus con soffitti dipinti: M. L. Veloccia Rinaldi, Nuove pitture ostiensi della casa delle ierodule, in Rend. Pont. Acc. Rom. Arch., XLIII, 1970-71, pp. 165-185. Terme del nuotatore: G. Becatti, Scavo di un edificio termale in Ostia antica, in Arch. Cl., XIX, 1967, pp. 170-176; id., Seconda campagna di scavo nell'edificio termale di Ostia Antica, ibid., XX, i, 1968, pp. 157-160; allo studio sistematico dei materiali di due degli ambienti delle terme sono dedicati alcuni volumi degli Studi Miscellanei del Seminario di Archeologia e Storia dell'Arte dell'Università di Roma: Ostia I: Le Terme del nuotatore. Scavo dell'ambiente IV, (Studi Miscellanei, 13), Roma 1968; Ostia II, Le terme del Nuotatore, Scavo dell'ambiente IV (Studi Miscellanei, 16), Roma 1970. Trastevere Ostiense: F. Zevi, in Fasti Arch., XXII, 5504; Boll. d'Arte, LIII, 1968, p. 34. Tomba di Pianabella con sarcofago strigilato: id., in Boll. d'Arte, LIII, 1968, pp. 34-35; id., Fasti Arch., XXI, 4480. Sarcofago con centauromachia: M. Floriani Squarciapino, ibid., XXI, 3957; id., in Boll. d'Arte, LIII, 1968, p. 34-35; id., Fasti Arch., XXI, 4480. Sarcofago con centauromachia: M. Floriani Squarciapino, ibid., XXI, 3957; id., in Boll. d'Arte, LIII, 1968, pp. 35-36. Per le sculture cristiane: R. Calza, Le sculture e la probabile area cristiana di Ostia e di Porto, in Rend. Pont. Acc. Rom. Arch., XXXVII, 1964-65, pp. 155-258. Per la Sinagoga e la comunità ebraica di O.: M. Floriani Squarciapino, Ebrei a Roma e ad Ostia, in Studi Romani, XI, 1963, pp. 129-141; id., The Synagogue at Ostia, in Archaeology, XVI, 3, 1963, pp. 193-203; id., La sinagoga di Ostia: seconda campagna di scavo, in Atti del VI Congresso Internaz. di Archeologia Cristiana, Ravenna 23-30 sett. 1962, Città del Vaticano 1965, pp. 299-316; id., Plotius Fortunatus archisynagogus, in Israel, XXXVI, n. 7-9, 1970 (= Scritti in memoria di Attilio Milano), pp. 183-191. Lo studio della imponente collezione delle anfore da trasporto ha portato ad interessanti scoperte nel campo dei commerci ostiensi con i paesi del bacino del Mediterraneo: F. Zevi, Appunti sulle anfore romane: I, La Tavola cronologica del Dressel, in Arch. Cl., XVIII, 1966, pp. 208-247; id., Anfore istriane ad Ostia (nota sul commercio istriano), in Atti e memorie della Società istriana di Archeologia e storia patria, n. s. XV (LXVII della Raccolta), 1967, pp. 21-31; F. Zevi-A. Tchernia, Amphores de Byzacène au Bas-Empire, in Antiquités Africaines, III, 1969, pp. 173-214. Iscrizioni: S. Panciera, Il sepolcro ostiense di C. Cartilius Poplicola ed una scheda epigrafica di Gaetano Marini, in Arch. Cl., XVIII, 1966, pp. 54-63; G. Guadagno, La Cibele Farnese del Museo Nazionale di Napoli, in Arch. Cl., XVIII, 1966, pp. 72-82; E. Equini, Un frammento inedito dei Fasti Ostiensi del 74, in Epigraphica, XXIX, 1967, pp. 11 ss.; G. Bolchi De Caro, Un nuovo pontefice di Vulcano ad Ostia, ibid., XXX, 1968, pp. 75 ss.; F. Zevi, Brevi note Ostiensi, ibid., XXX, 1968, pp. 83-95; id., Q. Baieno Blassiano, cavaliere triestino, in Atti e Memorie della Società istriana di Archeologia e Storia patria, n. s. XVI (LXVIII), 1968, pp. 5-12; id., Nuovi documenti epigrafici degli Egrili Ostiensi, in Mél. Ecol. Franç., LXXXII, 1970, pp. 279-320; G. Barbieri, Pompeo Macrino, Asinio Marcello, Bebio Macro e i Fasti Ostienses del 115, ibid., LXXXII, 1970, pp. 263-278; id., Revisioni di epigrafi, in Rend. Pont. Acc. Arch., XLII, 1969-70. Pittura: B. M. Felletti Maj-P. Moreno, Le pitture della casa delle Muse, ibid., Roma 1967; C. Gasparri, La Caupona del Pavone, in Mon. Pitt. Ant., Roma 1971; F. Zevi, La sistemazione della coll. epigrafica ostiense e la carriera di Q. Baieno Blassiano, in Acta of the Fifth International Congress of Greek and Latin Epigraphy, Cambridge 1967, (1971), pp. 193-199; M. Cébeillac, Quelques inscriptions inédites d'Ostie de la Republique à l'Empire, in Mél. Ec. Franç., 83, i, 1971.