OSTEOPOROSI (dal gr. ὀστέον "osso" e πόρος "passaggio, poro")
È una forma di atrofia delle ossa con ingrandimento degli spazî midollari. Il disturbo consiste in un difetto dell'attività formatrice dell'osso, mentre il riassorbimento della sostanza già formata procede con intensità normale.
L'osteoporosi ha luogo nell'inazione, negli arti paralizzati o colpiti nelle loro articolazioni o comunque costretti per lungo tempo all'immobilità assoluta, sia pure a scopo curativo; in certe malattie nervose che disturbano la nutrizione delle ossa (atrofia neurotica), come la tabe e la siringomielia; mia terza forma di osteoporosi è la senile o marantica. Quest'ultima colpisce tutto lo scheletro creando una straordinaria fragilità dei singoli segmenti scheletrici; nelle ossa tubulari la corteccia s'assottiglia dall'interno all'esterno (atrofia eccentrica), e si rende porosa come una spugna. La fragilità si manifesta con la facile soggezione a fratture (specialmente frequenti alle coste e al collo del femore) che, nei vecchi, difficilmente giungono a guarigione. Un'altra forma di osteoporosi si ha per deficienze qualitative alimentari, soprattutto per carenza di calcio nei cibi. Anche le alterazioni ossee dello scorbuto rientrano nel quadro di un'osteoporosi generale.