OSSIURIASI
. È il complesso dei fatti morbosi dovuti alla infestazione degli ossiuridi (v.) frequente nell'uomo (in tutti i climi, in tutte le età, ma specialmente nei bambini), più rara negli animali (equini: cavallo, asino, mulo). Il contagio può avvenire con meccanismi diversi: per disseminazione nell'ambiente (trasporto a mezzo d'insetti, concimazioni improprie) delle uova del parassita e quindi contaminazione degli alimenti; per autoinfestazione (ingestione di uova embrionate rimaste aderenti alle unghie delle dita del malato); la trasmissione con l'acqua potabile è assai più rara perché l'embrione vi muore rapidamente. Il ciclo vitale del verme si compie in due settimane circa; il parassita giovane vive nell'intestino tenue dove avviene la copulazione; la femmina fecondata vaga nel cieco, donde si porta al colon e al retto. La durata e il grado dell'infestazione possono essere assai diversi; alcune forme lievissime, con scarsi parassiti, passano inosservate perché guariscono con le norme d'igiene generale; altre, invece, persistono tenacissime (autoinfestazione, cure inadeguate) con lo sviluppo di miriadi di parassiti. Corrispondentemente assai varia è la sintomatologia che nei casi conclamati comprende disturbi diversi: dispeptici (nausea, vomito, tenesmo, dolori addominali, ecc.), nervosi - specialmente nei bambini piccoli e malnutriti - (cefalea, insonnia, prurito nasale, anisocoria, amaurosi, vertigine, crisi convulsive, ecc.), tossici (anemia, orticaria), ma fra tutti i più significanti sono i disturbi locali (prurito anale che si esacerba con rimarchevole periodicità quando l'infermo si corica; localmente la mucosa, come anche quella rettale, è congestionata, picchiettata di punti rossi corrispondenti ai morsi ripetuti del parassita, ricoperta di muco spesso e sanguinolento contenente ossiuridi e numerose uova). Dal retto il parassita si può trasferire in altre sedi, specialmente nella sfera genitale (donde leucorrea, eccitazione sessuale). Assai frequente è il reperto del parassita nell'appendice e molti autori ritengono che abbia importanza patogenetica in alcune forme di appendicite; sedi anomale sono lo stomaco, l'esofago, la bocca, la cavità uterina, l'ovaio, la cavità peritoneale. La diagnosi si fa con la dimostrazione del parassita e delle uova. Da quanto s'è detto è evidente che le norme profilattiche si riferiranno particolarmente alla proprietà degli alimenti (quindi delle concimazioni), alla disinfezione della biancheria, alla pulizia delle unghie, alla soppressione dell'onicofagia; la cura deve rimuovere dal retto le femmine portatrici di uova (lavaggi con acqua salata, ecc.) e dall'intestino tenue le forme giovani (antielmintici in dosi appropriate: calomelano, santonina, ecc.).