KOKOSCHKA, Oskar
(XX, p. 242)
Pittore, incisore, scrittore austriaco naturalizzato inglese nel 1947, morto a Montreux (Cantone di Vaud, Svizzera) il 22 febbraio 1980.
Pur non aderendo ufficialmente ad alcun movimento, K. apparve fin dalle prime opere decisamente inserito nel filone espressionista sia per la forza d'introspezione psicologica dei suoi numerosi ritratti, sia per la violenta carica comunicativa della sua tavolozza (Adolf Loos, 1909, Berlino, Nationalgalerie; Die Windsbraut, 1914, Basilea, Kunstmuseum). In seguito ai frequenti viaggi in Europa, Nord Africa e Medio Oriente (1924-30), intensificò la produzione d'ispirazione paesaggistica, mentre il dissolversi della forma nello spazio circostante e il fondersi del colore con il disegno denunciavano una chiara ispirazione impressionista. Nelle opere di questo periodo la natura non è più minacciosamente incombente, ma si lascia indagare, e il taglio compositivo predilige ampie vedute aeree (Venedig, Boote an der Dogana, 1924, Monaco, Bayerische Staatsgemäldesammlungen; London, Grosse Themse-Landschaft I, 1926, Buffalo, Albright-Knox Art Gallery; Lyon, 1927, Washington, The Phillips Collection).
Dal 1931 risiedette a Vienna dove dipinse, su commissione della municipalità, una veduta della città: Blick auf Wien vom Kinderheim Schloss Wilhelminenberg (1931, Vienna, Historisches Museum), ma la sua attiva partecipazione alla resistenza contro il nazismo, anche con una serie di saggi politici (Totem und Tabu, Denkübungen eines Zynikers, 1933; Thomas Paine oder der soziale Staat, 1934), lo costrinse nel 1934 a trasferirsi a Praga.
A Praga, dove conobbe la futura moglie O. Palkovská, dipinse una serie di vedute panoramiche della città (Prag, Karlsbrücke mit Boot, 1934, Praga, N'arodnì Galerie; Prag, Blick auf den Laurenziberg, 1936-37, Londra, Marlborough Fine Art Gallery); da ricordare anche un ritratto del presidente cecoslovacco T. Masaryk (1935-36, Pittsburgh, Carnegie Institute, Museum of Art). Del 1937 è la prima grande esposizione retrospettiva presso l'Österreichisches Museum für Kunst und Industrie di Vienna, la città che lo aveva violentemente respinto. Dello stesso anno è Selbstbildnis eines entarteten Künstlers (Port William, coll. privata) come sfida alla politica culturale dei nazisti che avevano confiscato le sue opere dai musei e dalle collezioni e ne avevano inserita una parte nella mostra sull' ''arte degenerata'' allestita a Monaco.
Profondamente colpito dalle atrocità della guerra civile spagnola, elaborò il manifesto Helft den baskischen Kindern! (1937) e i disegni García Lorca (1936, Praga, Nàrodnì Galerie) e La Pasionaria (1937, collocazione sconosciuta). Nel 1938, alla vigilia dell'invasione tedesca della Cecoslovacchia, si rifugiò a Londra dove risiedette fino al 1953. Durante gli anni di guerra, svolse attività pubblicistica di carattere politico-culturale, mantenendo ferma, anche nei suoi dipinti, la difesa della libertà democratica e della giustizia, e battendosi a favore dei rifugiati politici (What we are fighting for/Wofür wir kämpfen, 1943, Zurigo, Kunsthaus; Christus hilft den hungernden Kindern, 1945, litografia, Vienna, Österreichisches Museum für angewandte Kunst).
Una retrospettiva alla Kunsthalle di Basilea, nel 1947, sancì la sua fama di maestro dell'espressionismo, e, nel 1948, la prima Biennale di Venezia del dopoguerra dedicò una sala alle sue opere (tra le altre, Anschluss-Alice im Wunderland e Loreley, del 1942). Nel 1950 lavorò al grande trittico Die Prometheus-Saga commissionato dal conte A. Seilern (Londra, A. Seilern House), a cui fece seguito, nel 1954, la commissione di un altro grande trittico, Thermopylae, per la facoltà di Filosofia di Amburgo.
Nella produzione tarda K. accentuò il processo di frantumazione del segno, già iniziato negli anni Trenta, e schiarì sensibilmente la gamma cromatica, realizzando, oltre ai ritratti, composizioni con fiori e animali, e vedute paesistiche caratterizzate da una solarità mediterranea (Linz, Blick vom Pfennigberg, 1955, Linz, Neue Galerie der Stadt, Wolfgang-Gurlitt Museum; London, Blick auf die Themse vom Shell-Mex Building, 1959, Londra, Tate Gallery; Istanbul, 1968, Londra, Marlborough Fine Art Gallery).
Nel 1953 K. si stabilì definitivamente in Svizzera, a Villeneuve sul lago di Neuchâtel; contemporaneamente fondò e diresse (1953-63) la Schule des Sehens presso la Internationalen Sommerakademie für bildende Kunst di Salisburgo.
Intensa negli ultimi anni fu anche l'attività teatrale con l'allestimento di numerose scenografie per opere (Il flauto magico di Mozart, Salisburgo, 1953-55; Fidelio di Beethoven, Vienna, 1955; Un ballo in maschera di Verdi, Firenze, 1963). La grafica, che rappresentò una produzione autonoma o spesso legata alla sua fervida attività di scrittore, fu parte importante della sua opera: dalle giovanili litografie per il suo volume di poesie Die träumenden Knaben (1908, più volte riedite; trad. it., 1985; musicato nel 1973 da G. von Einem), per la Bachkantate (edizione completa, 1918) e per i suoi testi teatrali: Mörder. Hoffnung der Frauen (1907; trad. it., 1981; musicato da P. Hindemith nel 1921), Sphinx und Strohmann (1907) e Orpheus und Eurydike (1917-18), fino alle illustrazioni per il racconto Ann Eliza Reed (1952), per Re Lear di Shakespeare (1963) e Le rane di Aristofane (1967). Nell'ambito della produzione letteraria sono da ricordare ancora il racconto autobiografico Verwundung (1934), il dramma Comenius (iniziato nel 1935 e portato a termine nel 1972), Spur in Treibsand (1956), A sea ringed with visions (1962), Mein Leben (1971; trad. it., 1982). Oltre a una raccolta di Schriften 1907-1955 (1956), a cura di H. M. Wingler, è stata pubblicata l'edizione completa delle sue opere letterarie, in quattro volumi (1973-76), a cura di H. Spielmann.
K. vinse il premio Roma nel 1959 e il premio Erasmo nel 1960, insieme a M. Chagall. Tra le sue numerose mostre personali, importanti le retrospettive al Wallraf-Richartz-Museum di Colonia (1951), al Künstlerhaus di Vienna (1958), alla Tate Gallery di Londra (1962), al Kunsthaus di Amburgo (1975) e quelle postume di Monaco (1987) e di Vienna (1991). Vedi tav. f.t.
Bibl.: E. Hoffmann, Kokoschka. Life and work, Londra 1947; H. M. Wingler, Oskar Kokoschka. Ein Lebensbild in zeitgenössischen Dokumenten, Monaco 1956; O. Kamm, Oskar Kokoschka und das Theater, Vienna 1958; R. Brandt, Figuration und Komposition in den Dramen Oskar Kokoschkas, Monaco 1967; J. P. Hodin, Oskar Kokoschka. Sein Leben, seine Zeit, Magonza 1968; G. J. Lischka, Oskar Kokoschka: Maler und Dichter, Francoforte sul Meno 1972; C. Benincasa, Oskar Kokoschka 1886-1980, Catalogo della mostra, Venezia 1981; H. I. Schvey, Oskar Kokoschka. The painter as playwright, Detroit 1982; W. Haftmann, Oskar Kokoschka, Catalogo della mostra, Monaco 1987; Oskar Kokoschka, Catalogo della mostra, Vienna 1991.