Scrittore serbo (Šabac 1909 - Belgrado 1989). Dopo una prima fase, ispirata a motivi irrazionalisti e surrealisti (Anatomija, 1930; Pesme "Canti", 1938), la sua produzione si caratterizza, dopo la guerra, per un più impegnato rapporto verso la realtà, sia nella poesia: Čovekov čovek ("L'uomo dell'uomo", 1953); Flora, 1955; Snimci ("Foto", 1963); Pročitani jezik ("Lingua letta", 1972); Reči na deba ("Parole in atto", 1977), sia nel romanzo: Beton i svici ("Cemento e lucciole", 1956); Čutnje ("Silenzî", 1963); Tajne ("Misteri", 1964); Bekstva ("Fughe", 1966); Zavičaj ("Patria", 1971). È anche autore di memorie, saggi, sceneggiature cinematografiche.