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OSIRIDE

di S. Donadoni - Enciclopedia dell' Arte Antica (1963)
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OSIRIDE

S. Donadoni

Dio egiziano, originario della città che i Greci chiamarono Busiri, e che presto ottenne una speciale popolarità per tutto l'Egitto e divenne una delle grandi divinità del paese. Quale che ne sia stato il carattere originario egli appare presto soprattutto come dio funerario: ucciso dal fratello Seth e magicamente richiamato in vita dalla sorella Iside, diviene il signore dei morti, e dà garanzia di resurrezione nell'Aldilà a tutti i defunti.

Il suo carattere universale gli permise di sopravvivere alla rovina della civiltà egiziana e, seguendo la fortuna di Iside, fu adorato anche fuori del territorio specialmente egiziano. Il carattere umano del suo mito influisce anche sulla tipologia del dio; se in alcuni casi gli è connessa la rappresentazione di un feticcio probabilmente a forma di pilastro - il cosiddetto Ged (dd) -, come regola il dio è rappresentato sempre e soltanto in forma umana, con attributi assai semplici. Il corpo - come in tutte le divinità egiziane già antropomorfe in epoca arcaica - è rappresentato fasciato in uno stretto mantello che modella la figura lasciando uscire solo le mani: quel che si chiama "aspetto mummiforme", ma che in realtà è solo un rendimento primitivo della figura umana senza specifica indicazione del dividersi delle membra. Sul capo porta una corona tipica: alta tiara fiancheggiata da penne, e in mano ha il pastorale e la frusta. Le rappresentazioni ne sono frequentissime, e in taluni casi legate a particolari momenti del suo mito: così, nei papiri funerarî è raffigurato quale giudice delle anime nell'Aldilà, e nei templi tolemaici son rappresentate le vicende della sua resurrezione, delle sue nozze postume con Iside, del rito secondo il quale piante germinano da semi gettati in una figura del dio fatta di terra. È questo uno dei pochi casi in cui la tipologia della divinità egiziana sia così chiaramente allusiva a momenti mitici. In epoca romana si aggiungono nuovi tipi: l'O. Hydreion, in cui una testa umana sormonta un corpo costituito da un vaso su cui son tracciati simboli religiosi e, con Adriano, l'O. Antinoo che è assai povero di attributi specifici. In questa epoca si diffonde l'abitudine di rappresentare il dio e la sposa Iside come una coppia di serpenti, di cui barba e corone mostrano il carattere soprannaturale e divino. Il dio era adorato in tutto l'Egitto. Oltre alla sua città d'origine - Busiri - templi a lui sacri si trovano a Tebe (uno della divina adoratrice Amenirdis, uno di Tolomeo Evergete II e a File gli era sacro l'àbaton, mentre numerose cappelle gli son dedicate in altri templi (così a Denderah). Il più grosso centro del culto del dio fu però Abido (v.), dove se ne venerava la tomba e se ne aveva come reliquia il capo, e se ne celebravano i misteri.

Bibl.: H. Bonnet, Reallexikon der ägyptischen Religionsgeschichte, Berlino 1952, s. v. Osiris.

Vocabolario
egìzio
egizio egìzio agg. [dal lat. Aegyptius, gr. Αἰγύπτιος]. – Dell’Egitto, spec. con riferimento all’Egitto antico: storia, arte, architettura, lingua e.; la scrittura e., i geroglifici e.; i riti e.; Apollo E., Oro, figlio di Osiride e Iside;...
ushabti
ushabti 〈uššàbti〉 s. m. e f. [adattam. di una voce egiz. ant. che significava propr. «colui che risponde»]. – Statuetta funeraria egiziana in legno, pietra o terracotta, con le sembianze di Osiride e con il nome del defunto (per lo più...
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