Mandel'štam, Osip Emilevič
Poeta russo (1891-1938). La poesia di M., specie all'inizio, è imperniata sul capovolgimento della tecnica simbolista, è una rivolta contro la nebulosità del discorso poetico in nome della parola concreta, dell'immagine netta, anche se complessa e tormentata, una riscoperta della forma chiusa come geometria, " petrosità ", rigore.
Non a caso la sua prima raccolta s'intitolava La pietra, e anche nelle raccolte successive (Tristia, 1922; Secondo libro, 1923; Poesie, 1928) la tangibilità degli oggetti è al centro di un discorso poetico classico e denso di filosofemi. Per il M. " il Medioevo ci è caro perché esso possedeva al massimo il senso dei limiti e delle barriere ": che non è, come sostenne in seguito Ždanov, l'" ideale sociale di un gruppo aristocratico da salotto ", bensì, come ha detto uno studioso contemporaneo, " uno stampo nuovamente razionalistico ", in cui il gotico è simbolo di una " cultura e arte della dimostrazione ".
A questo amore specifico per il Medioevo, oltreché naturalmente ai gusti dell'epoca e dell'ambiente acmeista in ispecie, vanno ricondotte le traduzioni da Petrarca, e gli scritti critico-teorici su François Villon e su Dante. Scritto tra il 1930 e il 1933, dopo aver appreso l'italiano, il Discorso su D. del M. (ristampato in Italia, Bari 1970) è qualcosa di più che un saggio: l'analisi della Commedia trapassa in discorso sulla teoria del linguaggio poetico in generale. Il M. lascia da parte le interpretazioni allegoriche e quelle storico-politiche: affronta direttamente il D. poeta, non " fabbricante d'immagini ", ma " maestro dei mezzi poetici ". La strategia verbale della Commedia viene messa a nudo con l'aiuto di ogni mezzo e senza una metodologia particolare. La conclusione esplicita di quest'analisi è che la Commedia sia una " struttura cristallina, un solido... Io sono convinto che tutti gli elementi dello sperimentalismo moderno sono presenti nel trattamento dantesco della leggenda ": tali affermazioni sono il presupposto per utilizzare, senza pedantesche preoccupazioni, la poesia di D. in una proposta poetica che vuol essere contemporanea senza riserve.
Bibl. -O.E. Mandel'štam, Sobranie sočinenij, 3 voll., New York 1967-69; Razgovor o Dante, Mosca 1967 (trad. ital. in La quarta prosa, Bari 1967). Su M. e D. si vedano: I. Bel'Za, Razmyšlenija Mandel'štama o Dante, in Dantovskie čtenija, Mosca 1968 (trad. ital. in " Rassegna sovietica " IV [1970]); L. Pinskij, Posleslovie, in Razgovor o Dante, citato.