OSCILLO (lat. oscillum, da obs "verso" e cilleo "nuovo")
Gli oscilla erano oggetti di carattere sacro; i più antichi consistevano in piccoli dischi (clipei) di legno scolpito o di terracotta e, in tempi più recenti, di marmo e anche di bronzo, con un foro di sospensione in alto. Su una o su entrambe le facce del disco erano scolpite maschere sceniche, divinità o personaggi rappresentati a mezzo busto o a figura intera, isolati o raggruppati in scene per lo più di carattere simbolico. In origine furono particolarmente adibiti al culto degli alberi sacri, ai quali si appendevano, e sotto i quali si celebrava il κῶμος bacchico, con sacrifici di lustrazione e di propiziazione. Nella più remota antichità si appesero forse agli alberi le teste delle vittime immolate alla divinità, che in tempi più progrediti furono sostituite da fantocci, da pupattoli o da maschere. A questi successero gli oscilla, i quali furono in progresso di tempo appesi anche negli intercolunnî degli atrî nell'interno delle case private, e anche nei portici dei templi e degli edifici pubblici. Grande uso degli oscilla si faceva dai contadini nelle campagne. Oscilla erano appesi alle porte delle case in onore dei Lares compitalicii; oscilla con figure erano parte della decorazione delle case (ve ne sono esempî in case pompeiane) e delle vie durante le feste dei Saturnali, in rapporto col culto di D. pater. Era inoltre uso per i suicidi per impiccagione di rendere loro onori funebri suspensis oscillis, veluti per imitationem mortis. Si hanno nei musei e nelle raccolte di antichità varî esemplari di oscilla fittili e marmorei. V. anche aiora.
Bibl.: Boetticher, Der Baunkultus der Hellenen, Berlino 1856, p. 82 seg.; I. A. Hild, in Daremberg e Saglio, Dictionnaire des antiquités grecques et romaines, IV, p. 257 seg.; A. Walde, Lat. Etym. Wörterbuch, 2ª ed., Heidelber g 1910, p. 549.