MILOSZ, Oscar Venceslas de Lubicz
Poeta e scrittore francese, nato a Czereia (Lituania) il 27 maggio 1877 da una famiglia di nobili già regnanti, morto a Fontainebleau il 2 marzo 1939. Da ragazzo si trasferì in Francia (1889), e a Parigi fu ministro di Lituania (1919-26).
Alla conoscenza della sua patria dedicò parecchie opere letterarie, politiche, storiche, tra le quali una raccolta di Chefs d'oeuvre lyriques du Nord (1913), una di Contes et fabliaux de la vieille Lithuanie (1935), quella dei Contes lithuaniens de la mère l'Oye (1936); ed i saggi su L'alliance des États baltiques (1917) e su Les origins de la nation lithuanienne (1937) Ma la personalità di M. ha rilievo per l'opera poetica, la cui intima ispirazione mistica rimane costante nella vita letteraria dell'autore, sebbene egli si sia allontanato, in gioventù, dalla fede cattolica. Da Le poème des solitudes (1906), alle varie edizioni dei Poèmes (1921-38). a Le poème des arcanes (1927) e ai Dix-sept poèmes (1937); dai "misteri" Miguel Manara (1912) e Méphiboseth (1913), ove traccia a grandi linee la storia di David, al poema Scènes de la vie de Don Juan, in cui il mito del protagonista è sentito come parabola dell'impotenza e della miseria, il simbolismo esoterico della poetica milosziana affida il risultato d'arte alla suggestione musicale ed alla forza allusiva dei versetti, alla risonanza interiore del movimento verbale. Il ritorno alla fede coincide però in M. con l'affermarsi della convinzione sull'impossibilità di penetrare l'arcano della nostra vita, e quindi con l'inaridimento della fantasia.
M. scrisse ancor giovane il romanzo L'amoureuse initiation (1910), mentre negli ultimi anni si rivolse all'esegesi biblica in L'Apocalypse de Saint-Jean dechiffrée (1938) e in altri scritti affini dove gli antichi testi sacri son fatti servire all'interpretazione della presente crisi dell'uomo.
Bibl.: A. Rousseaux, La littérature du XXe siècle, III, Parigi 1938. Fr. De Miomandre, Découverte de Milosz, in Les nouvelles littéraires, 1942, fascicolo 951.