ORTE (A. T., 24-25-26 bis)
Grossa borgata del Lazio settentrionale (prov. di Viterbo), situata, in posizione quanto mai caratteristica, a 134 m. d'altezza su una rupe di tufo (proveniente dall'apparato vulcanico dei Volsinî) che a nord e a est è circondata dal Tevere, a sud dal suo affluente Paranza, sul quale la rupe scende con pendio a picco. L'abitato è sulla platea superiore pianeggiante, accessibile dal lato occidentale, donde penetra la strada proveniente da Viterbo; a oriente, un'altra strada scende al Tevere cavalcato da un ponte. Orte è quindi in posizione sicurissima; è anzi una vera fortezza naturale, che comanda il Tevere poco a monte della confluenza col Nera e fu abitata perciò sino da epoca remota. Il paese ha due strade principali, una delle quali si allarga in mezzo in una piazza; altre stradette precipitano verso i ciglioni esterni. La rupe tufacea è perforata poi da numerose cavità, alcune delle quali erano un tempo abitazioni trogloditiche, ora sono usate per cantine o depositi; nei punti più a strapiombo è soggetta a piccole frane.
Orte aveva poco più di 2000 ab. nel 1656 e intorno a 2500-2600 nel sec. XVIII (2603 nel 1782); la popolazione diminuì durante il periodo napoleonico (1917 ab. nel 1811); fu censita in 2258 abitanti nel 1816, 2813 nel 1853 e 3686 nel 1871. Nel 1901 gli ab. erano 5054; nel 1921, 5809; nel 1931, 8769 (compreso il comune di Bassano in Teverina aggregato nel 1929), dei quali meno della metà nel centro principale.
Il territorio (circa 80 kmq.) è per una parte notevole (Campagna Trasteverina) sulla sinistra del Tevere; ha buone colture di vigneti e cereali e notevole quantità di popolazione sparsa.
La stazione ferroviaria (linee Firenze-Roma, Ancona-Roma, Civitavecchia-Orte) è in basso, a 4 km., quasi di rimpetto alla confluenza col Nera; ivi sta sorgendo un nuovo centro in notevole incremento (circa 1000 ab. nel 1931). Orte è collegata da servizio automobilistico con Viterbo da cui dista 29 km.
Storia. - Poche notizie abbiamo sull'antica Horta. Plinio (Nat. Hist., III, 52) la nomina semplicemente fra le città etrusche che cominciano con la lettera H, e, più che una città, la dichiara un territorio: Hortanum. Gli scrittori della tarda latinità (Paolo, Hist. Langob., IV, 8) preferiscono la grafia Hortae oppure semplicemente Orte. Durante l'impero era un municipio; tra le cariche pubbliche esisteva un flamen perpetuus. Fu ascritta alla tribù Stellatina.
Occupata dai Goti, ripresa da Belisario, presa e saccheggiata durante l'invasione longobarda, nel 590, riconquistata dai Bizantini, venne a far parte del ducato romano, e da allora si distinse per il suo attaccamento alla Chiesa e l'accanimento col quale, forte della sua posizione, si difese dagli attacchi dei nemici di essa. Situata in una posizione strategica importante sulla via di Roma, fu occupata nel 739 da Liutprando, ma restituita nel 741 a papa Zaccaria. Nel 900 cadde in potere, per poco, di Alberico I, marchese di Camerino e duca di Spoleto, ma ritornò poi nelle mani della Chiesa e, sulla fine del sec. XIII, partecipò attivamente alla crociata anticolonnese bandita da Bonifacio VIII. Nel 1375 si ribellò alla Chiesa e si diede alla signoria di Simonetto Orsini. Nel 1384 Urbano VI la impegnò per due anni a Malatesta dei Malatesti. Cadde quindi in potere di Ladislao di Napoli, ma Paolo Orsini la liberò e la restituì alla Chiesa, in potere della quale rimase, se si eccettua l'occupazione francese del periodo della rivoluzione e dell'impero napoleonico, fino alla definitiva riunione al regno d'Italia nel 1870.