ORSINI, Orso
Appartenne al ramo dei conti di Soana e di Pitigliano. Figlio illegittimo di Gentile di Bertoldo, si diede presto alle armi, al servizio d'Alfonso d'Aragona. Nel 1443 passò al servizio di Francesco Sforza e con lui rimase fino al 1449. Passò poi ai Veneziani, e vi rimase un decennio. Scoppiata la guerra di successione nel regno di Napoli, seguì Giovanni d'Angiò, contribuendo alla vittoria di Sarno (7 luglio 1460). Alla fine del 1461 passò però dalla parte aragonese, dietro compenso della contea di Nola, e restò fedele a Casa d'Aragona fino alla morte. Nel 1464 Ferrante gli concesse anche il ducato d'Ascoli Satriano, in Puglia. Nel 1467 accompagnò il duca di Calabria andato al soccorso dei Fiorentini contro Bartolomeo Colleoni; e presso il duca fu pure nel 1478, allorché scoppiò la guerra tra il papa e il re di Napoli da un lato e Lorenzo il Magnifico dall'altro. Non vide la fine della guerra, perché colpito da morte quasi improvvisa a Viterbo il 5 luglio dell'anno dopo.
L'O. è noto soprattutto per il suo scritto: Governo et exercitio de la militia, che a M. Jaehns parve più importante della stessa famosa opera del Valturio, De re militari, per la conoscenza della prassi guerresca italiana prima della venuta di Carlo VIII. Esso è un vero progetto d'esercito permanente, di 20.000 uomini, presentato al re Ferrante il 2 gennaio 1477; è stato edito di recente nell'Archivio stor. napolet. LVIII (1933).