OROCHARES (᾿Ορολχάρης)
Nome di un sileno su un'anfora attica a figure rosse da Vulci, ora nel museo di Berlino (n. 2160).
Su un lato Hermes e un sileno, e ai loro piedi un capriolo; sull'altro O., che è completamente nudo, eretto verso destra, barbuto, con la coda e le orecchie di cavallo, i lunghi capelli arricciati e fluenti sulle spalle incoronati d'edera; regge nella destra lo stesso kàntharos che teneva Hermes sull'altro lato del vaso, e nella sinistra una lyra, simile all'eptacordo dell'altro sileno, aderente al fianco, di cui sembra pizzicar le corde. La lettura del nome fu all'inizio alquanto controversa: il Gerhard oscilla ancora fra O. e Orokrates; il Welcker e il Friederichs propendevano per Orochartes.
Questo vaso, per il quale il Furtwängler evocò i nomi di Brygos e di Kleophrades, e il Winter quello di Euphronios, sarebbe opera, per il Beazley, di un anonimo pittore uscito dal gruppo di Euthymides e di Phintias, detto appunto il Pittore di Berlino.
Bibl.: E. Gerhard, Etruskische und Kampanische Vasenbilder des Königlichen Museums zu Berlin, Berlino 1843, pp. 10-11, tav. IX; C. I. G., IV, Berlino 1877, n. 7463; H. Heydemann, Satyr- und Bakchennamen, Halle 1880, p. 24, n. i; A. Furtwängler, Beschreibung der Vasensammlung im Antiquarium zu Berlin, Berlino 1885, pp. 484-5, n. 2160; J. D. Beazley, The Master of the Berlin Amphora, in Journ. Hell. Studies, XXXI, 1911, pp. 276-7, tav. XVI; G. Türk, in Pauly-Wissowa, XVIII, 1939, c. 1135, s. v.; J. D. Beazley, Red-fig., p. 131, n. i.