ORNAMENTO
. Per l'ornamento in musica v. abbellimento; per l'ornamento in architettura v. decorazione.
L'ornamento nell'arte dei primitivi.
L'arte figurata dei popoli primitivi e di quelli a cultura arretrata ha un indirizzo prevalentemente decorativo. Le più belle creazioni artistiche di queste genti sono rappresentate nella maggior parte dei casi dalle incisioni, dagl'intagli e dalle pitture che decorano gli utensili domestici, le armi, gli strumenti musicali, i canotti, le abitazioni e gli oggetti che vengono adoperati nelle danze e nei riti religiosi. Queste decorazioni non hanno uno scopo pratico, legato all'uso a cui l'oggetto è destinato. Spesso invece esse hanno un significato magico e simbolico. Attraverso questi lavori, eseguiti per lo più con grande abilità tecnica, vengono espressi in forma concreta non solo le tendenze e i temperamenti artistici di questi popoli, ma anche - nel caso di oggetti adoperati nelle cerimonie rituali - particolari idee e concetti mistici e religiosi.
Popolazioni appartenenti a uno stesso ciclo culturale e aventi perciò in comune molti elementi della cultura materiale e spirituale, rivelano nel campo artistico ideali estetici notevolmente differenti. L'arte ornamentale, e in particolare gl'intagli in legno, dei Negri della foresta tropicale presenta, malgrado la ricchezza dei particolari, una struttura massiccia e una forte impronta verista, che viene appena velata dalla stilizzazione. Nell'Oceania, all'incontro, la vivace fantasia dei Papua e dei Polinesiani creò un'arte ornamentale dal contenuto ideologico complesso per elementi naturalistici, ma dalle linee agili e dagl'intrecci eleganti.
L'origine degli elementi e dei motivi ornamentali è molteplice. La loro evoluzione, nelle forme più antiche, è fino a un certo punto legata allo sviluppo e al perfezionamento delle tecniche industriali.
Le più antiche figure oggi conosciute, le quali indipendentemente da possibili scopi pratici, rivelano nella loro disposizione la ricerca d'un motivo estetico, risalgono al Mousteriano superiore (La Ferrassie). Si tratta di semplici incisioni e incavi emisferici fatti su ossa e su pietre isolate. A queste seguono nell'Aurignaciano di Gargas, Hornos de la Peña e La Pileta linee diritte e meandriformi tracciate con le dita sull'argilla oppure incise sulle pareti delle caverne. Accanto a questi primitivi graffiti si hanno impronte fatte sulle pareti delle grotte con le dita o con le mani tinte di ocra, secondo un sistema simile a quello in uso anche tra gli Australiani attuali.
Nella cerchia dei popoli primitivi viventi (Semang, Sakai, Vedda) le decorazioni magiche delle armi, dei pettini e degli orecchini, ricavati per lo più dal bambù, sono composte di linee rette e curve disposte a zone con regolarità geometriea. Le figure che ne risultano rappresentano, nell'intenzione degli artefici, uccelli, serpenti, insetti e piante. Esse si ripetono e si alternano secondo il principio della simmetria e del ritmo, il quale risponde a sensazioni fisiologiche elementari, che stanno alla base di tutte le manifestazioni artistiche dei primitivi. Nelle semplici decorazioni con cui gli Australiani (Arunta, Warramunga) abbelliscono i loro strumenti e le armi, domina la nota coloristica. Le decorazioni sono ottenute per lo più con serie di punti bianchi disposti a spirali, a cerchi concentrici o in linee rette. L'oggetto viene prima dipinto in rosso, o in rosso e nero. Queste decorazioni primitive a base geometrica persistono anche nelle civiltà più evolute accanto a figure ornamentali di alto valore artistico. Esse si trovano, per es., negli oggetti di bambù dell'Indonesia e delle isole del Pacifico, e nelle decorazioni delle stoffe vegetali di questi paesi e dell'Africa occidentale. Forme che hanno una larga diffusione negli ornamenti dei popoli incolti antichi e moderni sono la spirale e il meandro. Questi due elementi si trovano abbinati nella decorazione vascolare della civiltà appenninica dell'età enea (stile Latronico-Pertosa) e - tra le popolazioni viventi - nelle pitture vascolari e nei tessuti artistici dei Caduvei.
Caratteristico è il meandro scalariforme, che compare con tanta frequenza nelle decorazioni delle antiche popolazioni del Messico e del Perù e dei loro attuali discendenti. Nei cieli antichi, la spirale caratterizza le decorazioni vascolari dell'Eneolitico dell'Europa orientale e centrale. Essa è frequente nell'Egitto predinastico e costituisce un elemento molto diffuso nella civiltà egeo-micenea in quella gallica. Bellissimi sono gli ornamenti spiraliformi dei Melanesiani e dei Polinesiani, tra i quali si distinguono per eleganza ed equilibrio di forma gl'intagli dei Maori (v. figura). Motivi ornamentali di bellissimo effetto vengono ottenuti mediante la stilizzazione di forme animali e vegetali, di corpi celesti (principalmente il sole) e di raffigurazioni di fenomeni meteorologici (nuvole, pioggia, fulmine). In queste composizioni entrano anche figure di esseri fantastici, di cui sono ricche le mitologie dei popoli incolti. La figura umana o parte di essa (testa, occhi, naso, bocca) ricorre pure con molta frequenza. Interessanti esempî di stilizzazioni antropomorfe offrono le incisioni in legno della Nuova Guinea (v. fig.). Nelle caratteristiche decorazioni degl'Indiani del nord-ovest (America Settentrionale) i motivi sono ricavati principalmente dal mondo animale. In queste composizioni, in cui bisogna ammirare anche la delicata armonia delle tinte, compaiono pure occhi e facce umane stilizzate, le quali ultime ripetono le sagome delle maschere di legno portate nelle danze rituali.
Gli artisti dei Pueblos amano ricavare i motivi ornamentali delle ceramiche e dei tessuti soprattutto dal regno vegetale e dalla rappresentazione grafica dei fenomeni atmosferici. Nella decorazione vascolare appaiono anche eleganti stilizzazioni di farfalle e di uccelli. È questa un'arte eminentemente simbolica - simbolismo della forma e del colore - come lo è in generale tutta l'arte figurativa degl'indigeni americani. L'arte ornamentale dei Pueblos è superiore per contenuto e per finezza a quella delle tribù del nord-ovest. Per i suoi caratteri essa si avvicina all'arte schematica degl'Indiani delle Praterie.
Senza uscire dal campo specifico dell'arte ornamentale, nella quale, come s'è detto, si concreta il talento artistico della maggior parte delle popolazioni incolte, s'osserva talora un curioso contrasto tra la complessità di queste produzioni artistiche e la semplicità - e in certi casi la povertà - della vita materiale dei loro creatori.
Questo contrasto è palese, p. es., nelle Isole della Sonda e in particolar modo a Bali, dove un'arte ricca di forme in cui persistono echi delle mitologie indù, fiorisce tuttora (v. bali, App.).
L'ornamentazione trova una vasta applicazione, come s'è detto, nei prodotti delle industrie domestiche. Tutti gli oggetti adoperati dalle famiglie negre, e in specie da quelle della Guinea e del Congo, sono coperti da una sovrabbondante decorazione, particolarmente negli altorilievi. Dai letti e dagli sgabelli di legno alle pipe, ai pettini, alle brocche da vino e agli strumenti musicali, tutto quanto esce dalle mani di un artefice negro è abbellito da sculture, incisioni, intarsî o pitture. Tra i prodotti dell'arte decorativa africana vanno ricordati anche gli avorî scolpiti del Gabon e i bronzi del Benin. Fine senso artistico e ricca fantasia hanno i Malesi, dei quali giova segnalare in primo luogo i fantastici intagli policromi in legno, che abbelliscono le loro abitazioni, e quelli dei manici dei coltelli, la cui finezza di lavoro contrasta fortemente con le rozze sculture antropomorfe in legno della plastica indigena. Originali incisioni e intagli a traforo, ravvivati da pitture (bianco, rosso e nero) e da intarsî di conchiglie, eseguiscono gl'indigeni dell'Oceania. Notevoli per l'elemento fantastico che vi domina sono gli scudi cerimoniali e le tavolette da ballo dei Papua e le maschere rituali dell'Arcipelago di Bismarck. Per la perfezione del lavoro d'intaglio vanno segnalate le grandi basi piramidali delle asce sacre di Mangaia, connesse col culto degli antenati. Nell'ornamentazione della ceramica si distinguono specialmente diverse tribù americane, tra cui i Cocama, i Caduvei e i Pueblos. Quest'antichissima industria artistica sta ora rifiorendo tra i Pueblos, per opera di artisti indigeni, tra i quali si segnalano - come nel passato - le donne. Eleganti motivi ornamentali sono ottenuti anche con lavori d'intreccio (canestri, piatti, bottiglie, borse), nei quali si adoperano fibre di colori differenti.
Creazioni originali infine sono gli abbigliamenti, attraverso i quali, pur restando nell'ambito delle tradizioni tribali, può meglio manifestarsi il gusto estetico dell'individuo, sul quale agiscono, anche nelle società incolte, le potenti leve dell'ambizione e della vanità. Nell'abbigliamento trovano larga applicazione, oltre ai prodotti delle industrie indigene, come stoffe di scorza, tessuti, ornamenti metallici, anche elementi ricavati dal regno animale e dalle piante. Molto diffusi sono tra gl'indigeni americani gli ornamenti di penne dai colori vivaci. Nell'America Meridionale è frequente l'uso di abbigliarsi con piume bianche o colorate attaccate al corpo con gomme vegetali. Questo costume vige anche in Australia. Pregevoli sono i mantelli di piume dei Tupinamba e i diademi dei Pellirosse. Fuori dell'area americana ornamenti di piume s'incontrano nella Polinesia (Hawaii) e tra i Bantu meridionali. Collane e altri ornamenti personali vengono fatti anche con semi vegetali dai colori brillanti e con conchiglie marine.
Caratteristici sono in questa classe di ornamenti i grandi dischi pettorali di madreperla decorati con incisioni delle Isole dell'Ammiragliato e delle Salomone. I Polinesiani amano ornarsi anche con fiori, che portano infilati nei capelli e nelle orecchie o legati in corona sulla testa e intorno al collo. Nell'Africa negra sono molto in voga gli ornamenti metallici e, specialmente nelle regioni meridionali, le conterie. I Boscimani s'adornano con bianche collane formate con dischetti forati di uova di struzzo, uguali a quelli trovati negli abitati capsiani dell'Africa mediterranea. Lasciando da parte le vesti e i costumi cerimoniali, che sono spesso veri capolavori di fantasia, se non sempre modelli di buon gusto, giova ricordare quelle particolari forme di adornamento che sono le pitture corporali (v. pittura), il tatuaggio (v.) e le scarificazioni o cicatrici ornamentali (v. deformazioni e mutilazioni). Molta cura è posta anche nell'acconciatura dei capelli (v. pettinatura), la quale, come le scarificazioni e i tatuaggi, può essere segno distintivo delle classi o del grado.
Bibl.: H. B. Alexander, L'art et la philosophie des Indiens de l'Amerique du Nord, Parigi 1926; U. Antonielli, Tatau, in La Terra e la Vita, pubbl. dalla R. Soc. geogr. ital., II, Novara 1923; H. Breuil, Les origines de l'art décoratif, in Journal de Psychologie, XXIII (1926); Th. Bossert, Geschichte des Kunstgewerbes, voll. 5, Berlino 1928-32; K. Th. Preuss, Künstlerische Darstellungen aus Kaiser-Wilhelms-Land., in Zeitschr. für Ethnol., XXIX (1897), e XXX (1898); id., Die Zauber-Muster der Orang Sĕmang in Maláka, in Zeitschr. für Ethnol., XXXI (1899); H. Kühn, Die Kunst der Primitiven, Monaco s. a.; E. v. Sydow, Die Kunst der Naturvölker u. der Vorzeit, Berlino 1923.