ORLÉANS, Philippe, duca d', reggente di Francia
Nato il 4 agosto 1674 a Saint-Cloud, morto il 2 dicembre 1723. Secondogenito di Filippo, fratello di Luigi XIV, e di Elisabetta Carlotta, principessa palatina, ebbe a precettore l'abate Dubois, che cercò d' ispirargli l'amore dell'alta politica e l'iniziò alla letteratura filosofica e alle idee liberali inglesi; ma che, corrotto com'era egli stesso, gli lasciò briglia sciolta nella precoce e sfrenata vita amorosa. Ancora giovanissimo, combatté valorosamente nell'esercito di Fiandra. Nel 1706-08, in Italia e in Spagna, si rivelò buon generale, ma i suoi successi gli attirarono l'ostilità di Filippo V e le gelosie della corte. Caduto in disgrazia, lasciò la carriera militare e tornò ai piaceri del Palais-Royal. I lutti che poco dopo afflissero la famiglia reale (soprattutto la morte del duca e della duchessa di Borgogna) destarono nei cortigiani e nel popolo il sospetto che l'O. avesse aiutato la sorte per aprirsi la via al trono; sospetto che si può ritenere infondato. Negli ultimi anni del regno di Luigi XIV si venne formando una cabala, capeggiata dal duca di Saint-Simon e dal Dubois, per portare l'O. alla reggenza. Morto il re, essi furono abbastanza forti per ottenere che il testamento fosse annullato, e l'O. abbastanza abile per sopraffare nel consiglio il rivale duca del Maine. Da principio il reggente accrebbe l'autorità del parlamento, istituì i nuovi consigli di reggenza, favorì i giansenisti. Ma nel 1718 si liberò dal parlamento e tornò al vecchio sistema dei segretarî di stato. Di carattere mite e apatico, soltanto la congiura di Cellamare e della duchessa del Maine l'indusse ad atti di repressione e di punizione, che non furono tuttavia troppo severi. All'iniziativa personale dell'O. dovette Law (v.) se i suoi piani furono accolti dal governo; e ciò, nonostante il carattere utopistico dell'impresa e il finale insuccesso, dimostra la larghezza di vedute del reggente e il suo spirito aperto a ogni novità.
La politica estera fu diretta dal Dubois, ma l'O. secondò intelligentemente il suo ministro e contribuì al difficile giuoco diplomatico che permise alla Francia di superare felicemente la crisi determinata dagl'intrighi dell'Alberoni. Dichiarato maggiorenne Luigi XV, morto Dubois, l'O. accettò la carica di primo ministro, ma la morte gl'impedì di tenerla più di tre mesi.
Filippo d'Orléans è la figura rappresentativa della reazione che seguì all'austerità bigotta degli ultimi anni di Luigi XIV. Uomo senz'ambizioni e senza odî, buon dilettante d'arte e di scienza, generoso mecenate, condusse una vita di sfrenato libertinaggio, ma ebbe sempre cura di tener separata la galanteria dalla politica: nella reggenza, nonostante la corruzione imperante, non governarono favorite. Ma l'irreligiosità, lo spreco eccessivo, l'ostentazione del vizio, la stessa moda liberaleggiante, della quale nessuno allora previde le lontane conseguenze, prepararono il disastroso regno di Luigi XV e i futuri sconvolgimenti.
Bibl.: L. Wiesener, Le Régent, l'abbé Dubois et les Anglais, d'après les sources britanniques, Parigi 1891-99, voll. 3; Fr. Funck-Brentano, La Régence, ivi 1921, voll. 3; C. Saint-André, Le Régent, Philippe d'Orléans, ivi 1927.