Orlando
L’eroico paladino di Francia
Orlando è il nome italiano di un eroe del Medioevo francese, immortalato nella celebre Chanson de Roland. Nel corso dei secoli si sono moltiplicate in tutta Europa le opere ispirate alle sue gesta, ma il paladino di Francia è diventato un personaggio universale soprattutto per il capolavoro di Ludovico Ariosto, l’Orlando furioso
Orlando è chiamato in italiano l’eroico paladino di Carlomagno protagonista di una delle più importanti opere in versi della letteratura francese: Chanson de Roland («Canzone di Rolando»).
La storia narra che nel lontano 15 agosto del 778, sulle montagne dei Pirenei occidentali, nel passo di Roncisvalle al confine tra la Spagna e la Francia, la retroguardia dell’esercito di Carlomagno sotto il comando del paladino di Francia Hruolandus venne assalita e annientata dal temibile esercito saraceno.
Più di un paio di secoli dopo, tra il 1080 e il 1120, il vago e un po’ oscuro ricordo di quella battaglia diede vita ai versi della bellissima Chanson de Roland, dove il protagonista è descritto come un combattente d’indomabile fierezza d’animo e di grande forza fisica, animato da un senso solenne del dovere verso il re e la religione cristiana.
I 4.002 versi del manoscritto della Chanson de Roland, custodito nella biblioteca Bodleiana, di Oxford, in Inghilterra, raccontano che Marsilio, re pagano di Saragozza, dopo sette anni di guerra riesce a ingannare l’esercito di Carlomagno grazie al tradimento del barone francese Gano, patrigno di Rolando. I Saraceni, come venivano chiamati gli Arabi nel Medioevo cristiano, lasciano partire il grosso dell’esercito francese, ma nelle gole di Roncisvalle tendono un agguato alla retroguardia comandata da Rolando e annientano le scarse truppe francesi.
Di fronte alla disfatta e alla morte vicina, Rolando annuncia a Carlomagno il tradimento subìto e il sacrificio compiuto suonando il suo corno Olifante fino a farsi uscire il cervello dalle orecchie. Il momento è di grande tragicità: i Saraceni sono fuggiti; i Francesi sono morti; Rolando cerca di spezzare senza riuscirci la sua spada Durlindana; infine si arrende, da vincitore, a Dio, offrendo il suo guanto all’arcangelo Gabriele.
Nei secoli seguenti, dalla Chanson de Roland nascono in tutta l’Europa tantissime altre versioni del sacrificio dell’eroe francese. Sono però tre grandi poeti italiani del Rinascimento che fanno di Orlando un personaggio universale. Il primo è il fiorentino Luigi Pulci (15° secolo) che nel suo Morgante, un gigante convertito al cristianesimo da Orlando, descrive il nostro eroe alle prese con vicende comiche e popolari. Il secondo è l’emiliano Matteo Maria Boiardo (15° secolo) che nel suo Orlando innamorato ci racconta con grande vivacità la passione che Orlando prova per la bella e mai raggiunta Angelica. Sopra tutti però svetta il magnifico Orlando furioso di Ludovico Ariosto.
Nel poema di Ariosto, Orlando impazzisce quando scopre che la sua desiderata Angelica ha sposato un altro uomo. Tocca agli amici (ad Astolfo, in particolare, che va a riprendere la ragione di Orlando addirittura sulla Luna) farlo rinsavire, perché Orlando possa affrontare la grande sfida dei tre campioni cristiani, lui stesso, Brandimarte e Oliviero, contro i tre campioni pagani, Agramante, Sobrino e Gradasso, nell’isola di Lipadusa (Lampedusa) e uscirne da grande vincitore (Angelica, intanto, finisce dimenticata nel lontano Catai).
Il mondo in cui vive l’Orlando dell’Ariosto è un mondo di assoluta fantasia. I protagonisti sono eroi ed eroine sempre alle prese con fate, streghe, maghi, ippogrifi, spade magiche, anelli fatati, foglie che diventano navi, viaggi da un punto all’altro della Terra. Le loro storie sono piene di amori e di lealtà, di odi e di tradimenti e sono storie così colorate e appassionanti che al confronto le avventure di Superman o di quelle di Indiana Jones sembrano banali.
Si dice che una volta all’anno dai libri della Biblioteca Bodleiana esca il forte suono dell’Olifante. Si dice anche che sia proprio Orlando che chiama i ragazzi per raccontare loro la trama di quello che potrebbe essere il più bel film d’avventura e di magia mai immaginato. Che si senta l’Olifante e che sia Orlando a suonarlo di sicuro non è vero, che però la trama sia bellissima non ci sono dubbi.