FREGOSO (Campofregoso), Orlando (Rolando)
Nacque da Pietro (II) e da Teodora d'Andreolo Spinola, forse a Genova, in data non conosciuta ma collocabile intorno al 1350, dal momento che nel 1372 egli era già impegnato in imprese militari. È presumibile anzi che sia stato il primogenito di Pietro, alla luce dei dati noti della sua biografia.
Le fonti a noi pervenute tacciono sull'adolescenza e sull'educazione del F., rivolta però senza dubbio all'attività politica e militare, per citarlo la prima volta nel 1375; quell'anno, infatti, il padre Pietro faceva ritorno a Genova dopo aver vittoriosamente combattuto (1372) il re di Cipro, Pietro II di Lusignano - colpevole di aver danneggiato gli interessi genovesi nell'isola - e aver ottenuto un trattato di pace estremamente favorevole. In tale occasione il governo genovese aveva tributato al vincitore grandi onori, includendo anche il F. nell'esenzione da ogni tributo presente e futuro. Evidentemente anch'egli aveva partecipato alla spedizione combattendo a fianco del padre.
Dopo questi avvenimenti il F. è nuovamente ignorato dagli annalisti, ma dovette certamente condividere le alterne fortune del padre, partecipando ai diversi tentativi di colpo di Stato condotti da Pietro, nel 1383, nel 1393 e nel 1394. Il F. dovette essere esiliato con lui dopo ogni congiura fallita, e forse rivestì qualche incarico nell'amministrazione genovese nei periodi in cui Pietro era dottore anziano nel Consiglio della Repubblica.
Verso la fine del Trecento Pietro si ritirò dalla politica attiva e morì nel 1404, il F. assunse allora la guida della famiglia. Genova, dopo la rinunzia al dogato di Antoniotto Adorno nel 1396, era sottomessa al re di Francia Carlo VI; tuttavia le continue sommosse - che costringevano spesso alla fuga i governatori francesi - e la rivalità tra fazioni rendevano la situazione molto incerta. Approfittando di ciò e con l'alleanza della famiglia Adorno, il F. cercò nel 1400 di impadronirsi del potere; dopo la cacciata del governatore francese, Collardo di Colleville, infatti, radunò 200 armati e, insieme con il fratello minore Tommaso, occupò il palazzo ducale cercando di farsi nominare con la forza rettore della Repubblica. Il suo progetto fallì per l'opposizione delle famiglie Montaldo e Guarco e il F. finì imprigionato. Durante il governo del nuovo inviato del re di Francia, Jean Le Meingre detto il Boucicaut, il F., liberato, si ritirò a Roma sotto protezione pontificia, non disdegnando tuttavia di darsi a operazioni di pirateria: insieme con Andrea Lomellini assalì, infatti, con una flotta la città di Piombino ottenendo un riscatto in denaro dal signore dell'Elba e di Piombino, Gherardo Appiani.
Tra il 1405 e il 1410 partecipò per conto di Baldassarre Cossa, cardinale legato di Romagna, alla riconquista dei territori romagnoli resisi indipendenti sotto il governo di signorotti locali o controllati dai Visconti di Milano. Nel 1406 prese parte alla repressione di Forlì dove il potere degli Ordelaffi era stato per breve tempo soppiantato da un governo di ispirazione comunale. Nominato il 3 luglio capitano della Chiesa dal cardinale Cossa, governò la città facendo largo uso di condanne a morte per scongiurare ulteriori ribellioni. Il 15 dic. 1408 fu confermato per cinque anni nella carica di capitano dell'adunanza del Consiglio generale, ma fu in seguito sconfitto da Giorgio Ordelaffi nella presa del castello di Fiumana, dove vennero fatti prigionieri suo figlio Pietro e suo fratello Bartolomeo. Tra il luglio e l'agosto del 1410 il F. si dimise dal governo di Forlì per seguire il Cossa eletto, il 17 maggio, papa con il nome di Giovanni XXIII, nel quadro delle tormentate vicende dello scisma d'Occidente (abdicherà nel 1415 a Costanza).
Il F. non rimase per lungo tempo a Roma presso Giovanni XXIII e fece ben presto ritorno a Genova dove la situazione politica era nel frattempo cambiata: il potere era, infatti, passato dal re di Francia al marchese del Monferrato Teodoro (II) Paleologo che governava la città per mezzo del suo luogotenente Corrado Del Carretto. In queste circostanze egli cercò nuovamente di impadronirsi del governo di Genova e nel 1411, riunitosi con il fratello Tommaso, di ritorno dall'Oriente dove aveva ricoperto l'incarico di podestà di Pera, radunò a Chiavari 400 armati e riuscì a penetrare nottetempo a Genova asserragliandosi nella chiesa di S. Michele. Il giorno successivo prese d'assalto il palazzo ducale, difeso dalle truppe fedeli a Teodoro e comandate dal Del Carretto, ma venne sconfitto e obbligato a cercare scampo con la fuga: si imbarcò cercando di raggiungere Loano dove sperava di trovare soccorso, ma fu costretto ad approdare a Savona dove, riconosciuto, venne massacrato dalla folla fedele al marchese del Monferrato.
Sposato con Tobietta di Francesco Giustiniani Forneto, ne ebbe tre figli: Pietro, Ginevra (andata sposa prima ad Antonio Fieschi e poi a Daniele Fieschi) e Luigia (sposata con Gian Luigi Fieschi).
Fonti e Bibl.: Hieronymi de Flochis Chronicon Foroliviense, a cura di A. Pasini, in Rer. Ital. Script., 2ª ed., XIX, 5, pp. 9 s., 16, 54; G. Stellae - I. Stellae Annales Genuenses, a cura di G. Petti Balbi, ibid., XVII, 2, pp. 168, 245 s., 250 s. 264, 302 s., 348; N. Battilana, Geneal. delle fam. nob. di Genova, I, Genova 1825, s.v. Campofregoso; A. Giustiniani, Annali della Repubblica di Genova, Genova 1854, II, pp. 113, 213, 257; L. Levati, I dogi perpetui di Genova, Genova 1928, pp. 138, 145, 223 ss., 269; P. Litta, Le famiglie celebri italiane, s.v. Fregoso, tav. II.