ORISTANO (A. T., 29 bis)
Cittadina della Sardegna occidentale, in provincia di Cagliari, situata poco a S. del Tirso nel piano che si affaccia all'ampio golfo omonimo. Ricordata in Giorgio Ciprio (Descr. orbis rom., ed. Gelzer, p. 35), ebbe sviluppo nel sec. XI, quando, rovinate Tarros, Othoca e Neapolis, le tre città che sorgevano sul golfo, Oristano divenne la capitale del giudicato di Arborea. Fiorì specialmente nei secoli XIII-XV, sinché durò l'indipendenza e l'autonomia del giudicato, che per circa un secolo e mezzo contrastò con successo la conquista aragonese; poi decadde e s'impoverì: i suoi abitanti erano circa 2784 nel 1688, 3042 nel 1698, verso la fine della dominazione spagnola, salirono a 5112 nel 1751, a 6000 nel 1848, a circa 10.000 nel 1931 (14.150 nell'intero comune). Sebbene Oristano giaccia presso il golfo, per la natura bassa della spiaggia non ha un vero porto: le sue risorse sono prevalentemente agricole nella fertile pianura circostante (il territorio comunale è di kmq. 141,88) e pescherecce negli stagni che la contornano. Questi e gli acquitrini derivanti dalle inondazioni del Tirso rendono il clima poco salubre, ma esso va migliorando man mano che le opere di bonifica procedono nella sistemazione delle acque e del suolo. Degli edifici che abbellivano la capitale dei giudici poco resta: la torre di S. Cristoforo o di Porta Manna, quella di Porta Mare: alcune strutture della vecchia cattedrale fabbricata nel 1288 e ora conglobate nella nuova edificata nel 1733, resti dell'antica chiesa di S. Francesco, dov'è conservata una statua di Nino Pisano, pregevoli tele custodite nelle chiese e nel municipio. Ma più notevole è la bella cattedrale romanica di S. Giusta, che sorge su una piccola altura a due km. da Oristano: fu costruita al principio del sec. XII su modelli e da artisti toscani. È da ricordare il monumento che Oristano ha eretto a Eleonora d'Arborea (morta nel 1404), giudice insigne per armi e per leggi civili penali e rurali, che, raccolte nella Carta de Logu, o codice del regno, costituiscono un singolare documento di sapienza legislatrice.
Bibl.: D. Scano, Scoperte artistiche in Oristano, in L'arte, 1903, pp. 15-30; id., Storia dell'arte in Sardegna, dal XI al XIV secolo, Cagliari 1907; P. Toesca, Storia dell'arte italiana, I, Torino 1927, pp. 557, 807, 1135.