ORIHUELA (A. T., 37-38, 41-42)
Città della Spagna, capoluogo di partido judicial nella provincia di Alicante, sulla linea ferroviaria congiungente Murcia a Elche, a 21 km. di distanza dal mare. Il centro abitato si sviluppa sul Segura, al centro di una ricchissima vega che si estende da Beniel - al confine con la huerta di Murcia - sino a Guardamar, dove il fiume sfocia nel Mediterraneo. Organizzata stabilmente al tempo di Alfonso X (sec. XIII), la vega fu ingrandita nell'Ottocento, per merito del cardinale Belluga. Produce ortaggi, cereali, frutta e soprattutto agrumi (arance); e dà vita ad una popolazione di circa 85 mila persone. Orihuela è il nucleo abitato più importante di questo distretto, e conta 12 mila ab. nel centro vero e proprio, 38 mila nella circoscrizione amministrativa. La città - animata da un discreto sviluppo d' industrie locali (manifatture di sete e di lane, tintorie, molitorie, ecc.) - conserva ancora bene il suo carattere moresco, ed ha edifici architettonici di pregio (cattedrale del sec. XIV-XV, chiesa di S. Domingo, antica università e varie casas solares). È sede episcopale; dal 1568 al 1835 vi ebbe vita un'università.
Storia. - È forse l'antica Orcelis dell'età romana, e l'Aurariola dei tempi della dominazione visigota in Spagna. Al tempo dell'invasione araba il duca visigoto Teodomiro riuscì a conservare la regione che faceva capo a Orihuela, riconoscendola come principato vassallo dei Mori. Ma già nel sec. VIII essa fu unita alla provincia di Toledo e dopo alla Murcia. Riconquistata dai cristiani dal 1242 al 1262, Orihuela fu nel 1264 strappata definitivamente ai Mori da Giacomo il Conquistatore, re di Aragona, e annessa al regno di Castiglia. Fu sede nel 1488 delle Cortes già iniziate in Valencia. Ebbe poi a soffrire durante la guerra di successione spagnola e fu in gran parte distrutta da un terremoto nel 1829.