Orienteering
cenni generali
L'orienteering (neologismo inglese derivato dallo svedese orientering, "orientamento"), inteso come sport codificato, è una disciplina relativamente giovane, anche se i primi passi dell'attività che l'ha ispirato possono essere fatti risalire intorno alla fine dell'Ottocento.
Caratteristica essenziale di questo sport è l'utilizzo di una cartina predisposta e di una bussola per attraversare un terreno sconosciuto, con passaggio obbligatorio per alcune postazioni di controllo, usando l'immaginazione, il senso di orientamento e la propria abilità al fine di selezionare il percorso migliore e arrivare al controllo finale (ossia il traguardo) nel minor tempo possibile. La scelta del percorso deve tenere conto di una serie di situazioni contingenti, quali la condizione del terreno, la rete delle strade e dei sentieri, gli ostacoli da superare e i pericoli eventuali da evitare, e richiede dunque ottime capacità di valutazione. La classifica di una gara è data dal tempo realizzato nel portare a termine l'intero percorso, visitando tutti i punti di controllo. L'orienteering è noto come lo sport dei boschi per la tipologia più consueta del suo campo di gara naturale; ma a volte si pratica anche in altri ambienti quali centri storici e parchi, e recentemente è stato sperimentato in alcune scuole italiane dotate degli spazi adeguati.
Sono riconosciute quattro discipline ufficiali: la corsa di orientamento, detta brevemente C-O, è la disciplina classica praticata come corsa a piedi, tuttora la specialità più popolare e prestigiosa; il Trail-O, o orienteering di precisione, è una nuova disciplina che può essere praticata anche da persone con limitate capacità motorie e da portatori di handicap; lo Sci-O, o sci di orientamento, si pratica d'inverno, usando gli sci da fondo su una rete di piste battute, con cartine apposite; la Mtb-O, o mountain bike di orientamento, è disciplina recentissima (le prime manifestazioni si sono disputate a Lavarone alla fine degli anni Ottanta) e si sviluppa su carrarecce, sentieri e strade bianche. Non è consentito attraversare boschi, campi coltivati e proprietà private.
Una gara di orienteering deve rispondere a diverse regole. Di norma si deve effettuare un percorso campestre dove i concorrenti partono uno dopo l'altro a distanze di tempo prestabilite: un minuto o due, ma anche di più, in funzione del numero dei partecipanti. Una volta iniziata la gara, il concorrente dovrà procedere verso il traguardo nel minor tempo possibile, senza trovare alcuna segnalazione lungo il percorso. Sarà quindi egli stesso a dover scegliere la strada che riterrà più idonea e opportuna. Potrà incrociare altri concorrenti o trovare tracce di passaggi precedenti, nel qual caso dovrà decidere se seguire queste oppure avventurarsi per una via diversa che non sia stata ancora battuta da altri partecipanti.
L'atleta è tenuto ad avanzare avendo a sua disposizione solo la carta topografica e la bussola, che serve per orientare la cartina e individuare la direzione da prendere. Nell'orienteering si usano alcuni modelli di bussole con particolari caratteristiche: la base trasparente, per poter leggere la cartina attraverso la bussola (in qualche caso c'è anche una lente di ingrandimento per meglio valutare i dettagli), e l'ago magnetico immerso in un liquido viscoso, per rallentarne le variazioni di orientamento permettendo così la lettura in corsa. La stabilità dell'ago della bussola è una delle caratteristiche più importanti.
La carta topografica, a sua volta realizzata appositamente per la pratica dell'orienteering, è una rappresentazione dettagliata del terreno di gara, con l'uso di un'apposita simbologia internazionale. I colori usati hanno un significato preciso: il verde e il bianco indicano il bosco e il grado di percorribilità della vegetazione; l'azzurro è usato per ruscelli, stagni, fontane e tutto ciò che presenta acqua; il giallo indica i terreni aperti, campi o prati; il nero è usato per le rocce e per le opere realizzate dall'uomo (edifici, recinti e sentieri); il marrone è usato per la morfologia del terreno (curve di livello, scarpatine, collinette e buche). Per lo sci le piste battute vengono riportate in verde con linee più o meno larghe e tratteggiate a seconda della larghezza della pista e della sua percorribilità. Anche per la mountain bike i sentieri sono segnati con linee e tratteggio in funzione della larghezza e della percorribilità, utilizzando il colore nero. Sulla cartina sono presenti anche alcuni segni convenzionali: il triangolo indica il punto di partenza della gara, il doppio cerchio l'arrivo. Sono inoltre segnalati i controlli intermedi, numerati progressivamente e indicati con cerchi. Ogni volta che l'atleta arriva in uno di questi punti trova un riferimento costituito da un prisma triangolare bianco e arancione chiamato lanterna (sulla cartina è collocato precisamente al centro del cerchietto). Alla lanterna è fissata una pinza punzonatrice, la cui matrice è diversa da controllo a controllo, con la quale l'atleta deve bucare il cartellino numerato di cui è fornito per dimostrare l'avvenuto passaggio. In questo modo i giudici verificano all'arrivo l'esatta sequenza di gara.
Per praticare l'orienteering sono dunque richieste spiccate capacità fisico-atletiche, oltre all'abilità nel saper leggere carte topografiche e bussola, un ottimo senso dell'orientamento nel riconoscere i punti fissi (alberi, sentieri), spirito di osservazione e memoria fotografica.
Per completare il quadro generale è giusto rilevare che negli ultimi anni l'evoluzione tecnologica ha permesso l'adozione, nei controlli intermedi, di apparecchiature elettroniche per la lettura ottica. Il classico cartellino-testimone è sostituito da una scheda magnetica e il tradizionale punzone da una scatolina metallica, denominata stazione. Inserendo la scheda magnetica nella stazione la registrazione è immediata ed è confermata da un segnale luminoso e da uno acustico. Tali congegni registrano non solo i passaggi nei punti intermedi dove esistono controlli prestabiliti ma anche il tempo finale al traguardo.
L'abbigliamento consigliato per i primi approcci a questo sport è un normale abbigliamento sportivo, costituito da una tuta da ginnastica a maniche lunghe e da scarpe di gomma con suole molto scolpite per fare maggiore presa sul terreno (del tipo delle calzature da trekking). Per gli atleti praticanti esistono speciali tute in tessuto sintetico, piuttosto leggere per evitare il surriscaldamento ma estremamente resistenti agli strappi che potrebbero essere causati da rami e altri ostacoli naturali; anche le scarpe sono specifiche, con tomaia rinforzata e tacchettatura di gomma sulla suola.
La storia dell'orienteering coincide, soprattutto nella sua prima parte, con quella della corsa di orientamento. La prima gara di cui si ha notizia è disputata in Norvegia, a Bergen, nel 1887. L'orienteering nasce e si sviluppa, infatti, nei paesi scandinavi e solo in un secondo tempo trova spazio altrove, in particolare negli Stati Uniti, in Canada e in alcune nazioni europee. Nel 1919 la Federazione scandinava organizza la prima gara ufficiale di corsa-orientamento, alla quale prendono parte 220 concorrenti. Si tratta di un momento di svolta: l'orienteering non è più soltanto una disciplina per imparare a conoscere il territorio e a sapersi spostare su di esso, ma diventa un vero e proprio sport nel quale mettere a frutto quelle capacità e conoscenze. Un'altra data importante per l'evoluzione di questo sport è il 1932, anno in cui si disputa il primo incontro internazionale: un triangolare tra Svezia, Norvegia e Finlandia. La stagione successiva un'altra manifestazione internazionale viene organizzata in Svizzera, e nello stesso anno in Ungheria si disputa la prima gara di questo sport; nel 1939 ha luogo la prima manifestazione sportiva ufficiale in Unione Sovietica. Nel 1946 l'orienteering approda negli Stati Uniti e in Canada; nel 1953 la disciplina si diffonde in Germania Orientale, Bulgaria, Ungheria e Cecoslovacchia. Nel 1961 sono ancora i paesi scandinavi teatro di un evento fondamentale della storia di questa disciplina: a Copenaghen viene costituita l'International Orienteering Federation (IOF), alla quale aderiscono inizialmente 10 paesi; in quella sede viene anche decisa l'istituzione dei campionati europei, da tenersi con cadenza biennale. Nel 1966 viene organizzato a Fiskars (Finlandia) il primo Campionato Mondiale, al quale partecipano 12 nazioni; quindi, nel 1973, aderiscono alla IOF Australia, Stati Uniti, Nuova Zelanda e Israele. L'ultima tappa importante nella storia di questa disciplina è costituita dallo svolgimento nel 1975, ancora in Finlandia, del primo Campionato Mondiale di sci-orientamento. In questo periodo adotta l'orienteering come propria disciplina anche il Conseil international du sport militaire (CISM); poi, a partire dagli anni Ottanta, la disciplina trova spazio nei programmi della Federazione internazionale degli sport universitari (FISU). Nel 1987, con il nome di Coppa Europa, nasce quella manifestazione a tappe che due anni dopo assumerà la denominazione di Coppa del Mondo, con la partecipazione anche dei paesi extraeuropei. Nel 1992, con l'adesione alla IOF di altre 9 nazioni, il numero complessivo dei membri sale a 40, e diventerà di oltre 50 alla soglia del Duemila, avendo incluso paesi dell'ex Unione Sovietica. Attualmente sono 61 le nazioni affiliate all'International Orienteering Federation.
Pur essendosi diffuso anche in altri paesi, l'orienteering è una disciplina tipicamente scandinava. Non è un caso che nel Nord Europa le statistiche parlino di circa 2 milioni di praticanti per oltre 1400 club, elevando questa attività al rango di sport nazionale, seguito da giovani e anziani, come possono essere in altri paesi il calcio, il basket, il rugby. In Italia invece la disciplina ha una dimensione più ridotta e una storia piuttosto breve: 5000 tesserati, 350 società sportive, circa 700 impianti omologati.
Nel 1972 dalla Cecoslovacchia approda a Ronzone (in Val di Non) Vladimír Pacl, il quale comincia a diffondere l'orienteering fra gli appassionati locali: è lui in pratica il fondatore di questa disciplina in Italia, dove raccoglie l'apprezzamento generale e la gratitudine degli atleti e dei dirigenti sportivi. Se oggi esistono una Federazione e migliaia di appassionati praticanti, lo si deve sicuramente anche a lui.
Nato a Ãeská Tòebová (a nord di Praga), ha compiuto gli studi universitari laureandosi maestro di sport e psicologo. Ha approfondito e praticato più discipline sportive contemporaneamente: atletica, rugby, nuoto, barca a vela, alpinismo, canoa fluviale, pallavolo, basket e sci di fondo. Sposato con una giornalista sportiva, ha lavorato come segretario nel Comitato olimpico cecoslovacco, dove ha avuto modo di intrattenere rapporti internazionali con varie federazioni sportive. È stato membro della Federazione internazionale dello sci (FIS) e dal 1969 al 1972 presidente della Commissione sci di fondo.
Nel 1971, dopo essersi schierato contro l'intervento militare sovietico nel suo paese (1968), è stato esonerato dal Comitato olimpico cecoslovacco insieme a Emil Zátopek, grande atleta e suo amico personale. È rimasto comunque nella FIS, per la quale ha avuto l'incarico di delegato ai Campionati Europei juniores di prove nordiche del gennaio 1972 in Friuli, dopo i quali è rimasto in Italia chiedendo asilo politico. Trasferitosi in Trentino, ha operato come animatore sportivo e turistico, e proprio in tale veste il 27 luglio 1974 ha organizzato quella che viene considerata la prima gara italiana di orienteering, sport che si era impegnato a diffondere nel nostro paese per incarico specifico della IOF. Nel novembre 1975 ha organizzato in Val di Sole il primo corso di orienteering, proponendo la nuova disciplina sportiva a Guido Lorenzi, allora assessore alle attività culturali e sportive della Provincia di Trento, al quale l'idea piacque subito.
Come sportivo e animatore ha avuto modo di diffondere in tutta Italia anche lo sci di fondo escursionistico, le cosiddette palestre naturali e il trekking. Nella seconda metà degli anni Ottanta ha lasciato il consiglio della FIS per assumere un ruolo esterno, critico nei confronti di una Federazione che, secondo lui, si dedicava eccessivamente all'agonismo a scapito della promozione. Numerose sono state le sue pubblicazioni, rivolte soprattutto a enti, società sportive e singoli appassionati degli sport all'aria aperta. È scomparso a quasi 81 anni il 31 dicembre 2004.
Sempre nei primi anni Settanta, al Centro ricerche della Casaccia (presso Roma) allora facente capo al CNEN (Comitato nazionale per l'energia nucleare), un gruppo di operatori che avevano fatto esperienze di studio e lavoro in Scandinavia si organizzava per dar vita ad alcune gare di orientamento e di dimostrazione della disciplina dell'orienteering in zone vicine alla capitale. Roma e il Trentino sono stati quindi i primi due centri logistici dove tale attività, sia pure in diverse situazioni ambientali e con ancor più diverse spinte e motivazioni, ha trovato terreno fertile per la sua diffusione.
La prima gara ufficiale di corsa d'orientamento in Italia è stata organizzata nel 1974 a Ronzone. Nel 1976 si sono disputati i primi Campionati italiani su cartina realizzata secondo le norme internazionali: la località prescelta è stata ancora la Val di Non. Nel novembre 1978 nasceva a Bolzano il Comitato italiano sport orienteering (CISO), con Guido Lorenzi presidente; il primo statuto e i primi regolamenti erano opera di Vladimír Pacl.
Dopo alcune stagioni di assestamento il CONI, nel 1986, accordava un primo riconoscimento, condizionato all'associazione pro tempore a una federazione già esistente la cui disciplina presentasse qualche affinità tecnica: in questo caso la Federazione italiana di atletica leggera. Nel 2000 il nuovo organismo si è potuto sciogliere dal vincolo, ottenendo lo status di disciplina associata direttamente al CONI e godendo quindi di una più marcata autonomia nella gestione della sua attività agonistica nazionale e internazionale e di una maggiore visibilità. La Federazione italiana sport orientamento (FISO) è annoverata dal CONI nel gruppo delle discipline sportive associate (e non in quello delle federazioni nazionali propriamente dette) poiché non regola uno sport olimpico.
Prima del 1978 esistevano soltanto alcune società che svolgevano attività autonoma, senza punti di riferimento federali. Erano state anche organizzate alcune gare internazionali, ma con l'ausilio di strutture e dirigenti stranieri. Nel 1979, al Congresso della Federazione internazionale che si è tenuto a Malente (nella Germania Occidentale), il neonato Comitato italiano dell'orientamento è stato riconosciuto ufficialmente: una tappa fondamentale per la diffusione di questo sport in Italia, perché da questo momento è stato possibile organizzare gare e partecipare alle manifestazioni continentali e iridate. Infatti, nel settembre 1981 per la prima volta una rappresentativa italiana prendeva parte in Svizzera ai Campionati mondiali di corsa di orientamento. Nel febbraio del 1983 si disputavano a Passo Coe (in Trentino) le fasi preliminari dei campionati mondiali di sci-orientamento, seguiti a fine gennaio dell'anno successivo, a Lavarone, dai Mondiali veri e propri. La manifestazione merita di essere ricordata perché l'Italia ha ottenuto per la prima volta un piazzamento di rilievo: un quinto posto con la staffetta.
Nel 1988, altro anno importante per lo sviluppo dell'orienteering italiano, a Pergine Valsugana si è svolta la prima edizione della gara a tappe (manifestazione poi diventata biennale e ripetuta fino a oggi) e a Torbole si è tenuto il congresso della Federazione internazionale.
Nel 1989 l'Italia si mette in grande evidenza grazie a Nicolò Corradini (di Castello di Fiemme), uno dei maggiori talenti espressi da questo sport, che si aggiudica una prova di Coppa del Mondo in Svezia; è il primo atleta non scandinavo a salire sul podio di una gara iridata. L'Italia ormai è lanciata anche sul piano organizzativo, e la Federazione internazionale le assegna nel 1993 l'organizzazione dei Mondiali juniores di corsa-orientamento, che si disputano a Castelrotto, in Alto Adige.
Nel 1994 Corradini, in forza alle Fiamme Oro, conquista due primi posti ai Mondiali di sci-orientamento che si svolgono in Val di Non, aggiudicandosi la distanza lunga e quella corta. In quest'ultima prova è quarto un altro azzurro, Luigi Girardi, così come quarta è la staffetta. Nel 1996 a Lillehammer, in Norvegia, Corradini conquista ancora l'oro nella gara di lunga distanza ai Mondiali ed entra nella storia quale primo atleta a vincere tre titoli iridati consecutivi. Un'altra soddisfazione viene dal piazzamento di Enrico Cristellon, trentino anche lui, che ai Mondiali juniores di corsa-orientamento si classifica tredicesimo, miglior piazzamento giovanile conseguito da un atleta italiano.
Nel 1997 la staffetta delle Fiamme Gialle di Predazzo conquista uno splendido argento ai Mondiali di corsa-orientamento CISM che si disputano in Spagna. L'anno successivo Corradini conquista il bronzo ai Mondiali nella gara lunga, a un solo secondo dall'argento, per poi riscattarsi a Nagano (Giappone) dove si svolgono le Olimpiadi invernali. L'orienteering era ammesso, infatti, quale prova dimostrativa e Corradini si aggiudica una delle due gare in programma.
Nel 1998, ancora in Val di Non, viene organizzata la prima Cinque giorni e per la prima volta viene usato il sistema di punzonatura elettronico per i controlli. Nel 2000 Corradini, che si ritirerà l'anno successivo, vince il suo quarto titolo mondiale di sci-orientamento.
In Italia la disciplina si è ormai definitivamente affermata e le competizioni nazionali e internazionali si susseguono a ritmo serrato. Si organizzano manifestazioni universitarie, militari e anche assolute su mandato della Federazione internazionale. Di rilievo nel 2002 la Cinque giorni d'Italia alla quale prendono parte oltre 3000 concorrenti, mentre ad Alberobello e Matera si disputano le due ultime tappe del circuito mondiale del Park World Tour, con due piazzamenti di rilievo per gli italiani: Carlo Rigoni, sesto, e Michele Tavernaro, ottavo. Quest'ultimo conquista l'anno successivo il titolo europeo CISM in Turchia, mentre Laura Scaravonati vince la prova femminile. Nello stesso anno arriva il quattordicesimo posto per Rigoni al Mondiale di corsa-orientamento, nella prova sprint: miglior piazzamento di sempre per un italiano, a soli 37 secondi dal podio. Eccellente anche la staffetta femminile, composta da Scaravonati, Renate Fauner e Sabine Rottensteiner, undicesima assoluta.
Il fatto che la disciplina in Italia sia in crescita è ulteriormente dimostrato da un altro risultato della staffetta maschile, composta da Elvis Forabosco, Ivan Gasperotti e Michele Mogno, che nel 2003 vince in Friuli, a San Daniele, una gara di Coppa del Mondo nel mountain bike orienteering.
La storia dell'orienteering italiano è anche quella dei suoi presidenti. A Lorenzi, che ha portato il Comitato a diventare Federazione restando in carica fino al 1988, succede per un quadriennio Lucia Fronza Crepaz, che nel 1993 lascia il posto a Carlo Stassano. Nelle elezioni del 1997 la presidenza passa a Michele Galbusera, quindi nel 1999 assume la carica Gian Pietro Mazzeni, che l'ha conservata fino al 2005 quando, nell'ultima assemblea elettiva, è stato nominato Ezio Paris.