ORIENTALI UNITI
. Sono i cristiani appartenenti a qualche chiesa orientale (v. orientale, chiesa), ma che sia non scismatica, bensì unita con la Chiesa cattolica di Roma e ne riconosca il primato. Sono cioè i cristiani cattolici che non seguono il rito latino, ma uno dei riti orientali (v. liturgia). Essi si suddividono come segue:
Rito bizantino: Italo-Albanesi, sparsi in Puglia, Calabria, Albania, ecc. (circa 50.000); Melchiti (v.; circa 160.000); Ruteni (v.; più di 5.000.000); Iugoslavi (circa 45.000); Bulgari (circa 6000); Romeni (circa 1.400.000); Ungheresi (circa 140.000); Greci (circa 3000).
Rito armeno: sia nel territorio del patriarcato armeno, sia nel resto dell'Asia, o in Europa e in America (circa 100.000; v. ortodossa, chiesa).
Rito siro-antiocheno: Malankaresi (circa 9000); Siri (circa 70.000); Maroniti (v.; circa 370.000).
Rito siro-caldeo: Caldei (v.; circa 70.000); Malabaresi (circa 540.000).
Rito alessandrino: Copti (v.; circa. 33.000); Etiopi (circa 30.000).
Quello dei Ruteni è dunque il gruppo più numeroso degli orientali uniti, e l'insieme di costoro supera gli 8.000.000.
Il giudizio da darsi su queste cristianità orientali varia a seconda dei gruppi. In genere si può dire che le comunità che stanno da più lungo tempo sotto le direttive immediate di Roma sono in condizioni religiose assai migliori. Tuttavia in talune regioni certi orientali uniti, specialmente sotto l'influenza dei loro connazionali scismatici, mostrano uno spirito di unione piuttosto debole con Roma; altrove l'ingerenza di laici nel governo strettamente ecclesiastico, o altri inconvenienti derivati dall'antica condizione scismatica - in cui si ritrovavano precedentemente parecchi di questi orientali uniti - producono gravi inconvenienti nella vita religiosa della comunità. Il clero è stato fino ai nostri tempi in massima parte ammogliato (naturalmente, in perfetta normalità canonica; tuttavia da varî anni si diffonde sempre più il celibato ecclesiastico, specialmente fra il giovane clero educato in seminarî diretti da missionarî latini. Neppure è raro il caso, oggi, di giovani ecclesiastici orientali che si rechino a compiere i loro studî in Europa, specialmente a Roma, e in America.
Bibl.: R. Janin, Les églises orientales et les rites orientaux, 2ª ed., Parigi 1925; S. Congr. Orientale, Statistica... della gerarchia e dei fedeli di rito orientale, Roma 1932.