ORIENS
Una divinità o Genio personificante l'Oriente appare sulle monete imperiali romane a cominciare dall'età traianea, che vide l'annessione a Roma delle province orientali d'Armenia e di Mesopotamia. Nei periodi successivi, da Gordiano Pio a Diocleziano, Costanzo Cloro, ecc,, una personificazione analoga compare sulle monete con la leggenda oriens aug. (oriens augg.), alludente alle imprese, che si auspicano vittoriose, degli imperatori romani, sempre più gravitanti verso l'Oriente.
Le prime rappresentazioni traianee ed adrianee mostrano O. quale Sol Oriens, cioè come figura maschile imberbe, la cui testa è circondata da una corona raggiata. Più tardi O., stante o incedente, nudo o seminudo, reca in una mano un globo, o un flagellum, più raramente un arco o un ramo di palma, mentre l'altra è in genere protesa, ovvero nascosta sotto il mantello. Varianti notevoli appaiono in una moneta di Aureliano (Cohen, n. 160) in cui O. sorregge un trofeo e un globo sormontato dalla mezzaluna, e in una di Gallieno (id., n. 705) in cui O. è raffigurato stante, porgente una corona all'imperatore che è in abito militare. Talora O. appare eretto su una quadriga lanciata al galoppo, oppure poggiante il piede sul dorso di uno o due prigionieri, assisi a terra con le mani legate. Da notare infine che il genio alato e raggiato, con arco e faretra sulla spalla, tenente nella destra un caduceo, nella sinistra una cornucopia, il piede poggiato sul globo, con accanto un'aquila e uno scudo, che compare su una moneta di M. Antonio del 43 a. C. non è la personificazione di O., come suppose il Cavedoni, ma un genio che riunisce in sé gli attributi di varie divinità e che è forse un'allegoria del triumvirato.
Bibl.: R. Peter, in Roscher, III, i, 1897-1909, c. 1016-1017, s. v.; C. Cavedoni, Numi aevi Augustei, in Ann. Inst., N. S., VII, 1850, pp. 162, 164-5; E. Babelon, Monnaies consulaires, I, Parigi-Londra 1885, pp. 164-5; A. von Sallet, Die Münzen Caesars mit seinem Bildniss, in Zeitschrift für Numismatik, IV, 1877, pp. 136-7; H. Cohen, Méd. Imp., V-VII, passim.