ORIA (Οὐρίας, Uria; in messapico Orra; chiamata anche ῾Υρίη: Herod., vii, 170, e Varia: Plin., Nat. hist., iii, 11, 100)
Importante città messapica, nel cuore della penisola salentina, che si vuol fondata dai Cretesi di Minosse; sede di re o principi iapigi, di cui esisteva il palazzo ancora al tempo di Strabone (vi, 3, 6). Della città messapica - che fu forse in seguito municipio romano, ed è tuttora sede vescovile - non rimangono avanzi visibili, anche se si ha notizia del ritrovamento di alcuni tratti delle mura urbane e di numerose tombe. Il materiale archeologico oritano è disperso in varî musei: in luogo è la Collezione Martini Carissimo, nel Castello Svevo. Abbondante soprattutto la ceramica, sia àpula a figure rosse e di Gnathia (con forme ben curate) che di tipo indigeno, particolarmente vasi a trozzella. Numerose le iscrizioni in lingua messapica, meno abbondanti quelle romane. Le monete con l'iscrizione messapica Orra sono del III-I sec. a. C.
Bibl.: M. Mayer, Apulien vor und während der Hellenisierung, Lipsia-Berlino 1914, p. 75 e passim; E. Ciaceri, Storia della Magna Grecia, Milano, I, 1928, pp. 103-105; F. Ribezzo, Corpus Inscript. Messapicarum, in Riv. Indo-Greca-Italica, 1926, pp. 33-43; id., Nuove ricerche per il Corpus Inscript. Messapic., 1944, pp. 97-102; O. Parlangeli, Studi messapici, Milano 1960, pp. 100-110.