ORIA (A. T., 27-28-29)
Cittadina della provincia di Brindisi (da cui dista 31 km.), situata su una piccola elevazione (166 m.), da cui si domina la vasta pianura del cosiddetto Tavoliere di Lecce. La pianta della cittadina è di figura ellittica; il borgo nuovo si estende oltre il viale di circonvallazione che chiude il primitivo nucleo. La popolazione del comune è di 10.705 ab. (1931; 6383 nel 1861) ed è quasi del tutto raccolta nel centro urbano. L'area territoriale è di kmq. 83,46; le colture più diffuse sono l'olivo, la vite, gli alberi da frutta (specialmente fichi) e gli ortaggi. Oria ha stazione ferroviaria sulla Taranto-Brindisi: ad essa si accede per un viale rettilineo, lungo circa 1 km.
Il grandioso castello, fondato, secondo la tradizione, da Federico II (1227-1233), a pianta triangolare, ebbe a subire nel corso dei secoli numerose demolizioni e restauri. Della costruzione originaria rimangono solamente il torrione dell'angolo sud-occidentale e qualche avanzo lungo il lato occidentale del castello (scala a chiocciola; sale con archi e vòlte a sesto acuto, ecc.). Le due alte torri cilindriche, dette torri del Salto e del Cavaliere appartengono al periodo angioino; all'estremo vertice settentrionale s'innalza la quadrata torre dello Sprone. Dalla vasta piazza d'armi si discende nell'antica cripta divisa da pilastri in tre navate con avanzi di affreschi bizantineggianti; tale soccorpo, dedicato ai Ss. Crisanto e Daria, faceva parte di una chiesa del sec. IX. La cattedrale, con facciata barocca, acquista aspetto pittoresco dall'alta cupola coperta da tegole smaltate. Nel museo Milizia si conservano oggetti di antichità messapiche e greco-romane, di provenienza locale.
Bibl.: G. Bacile di Castiglione, Castelli pugliesi, Roma 1927, pp. 181-199; F. Martini, Oria e il suo castello svevo, Roma 1933; C. Ceschi, Il castello di Oria ed il suo restauro, in Iapigia, V (1934), fasc. I-II.