Pamuk, Orhan
Scrittore turco, nato a Istanbul il 7 giugno 1952, vincitore del premio Nobel per la letteratura nel 2006. Appartenente a un'agiata famiglia borghese laica, progressista e di fede dichiaratamente kemalista, P. ha nutrito sin dall'adolescenza una grande passione per la letteratura e la pittura. Dopo essersi diplomato nel 1970 al Robert College, l'elitario liceo americano di Istanbul, si è iscritto, per volere della famiglia, alla facoltà di Architettura dell'İstanbul Teknik Üniversitesi, abbandonata poi tre anni più tardi con l'intenzione di dedicarsi completamente alla scrittura. Dal 1974, pur avendo ripreso gli studi presso l'Istituto di giornalismo della İstanbul Üniversitesi, dove si è laureato nel 1977, ha lavorato alla stesura del suo romanzo d'esordio pubblicato nel 1982 con il titolo Cevdet Bey ve Oğulları (Il Signor Cevdet e i suoi figli). Intriso di riferimenti autobiografici, ma fedele nella forma narrativa alla tradizione realista ottocentesca, il romanzo narra la saga di una ricca famiglia stambuliota e con essa gli sconvolgimenti sociopolitici verificatisi nella società turca a partire dagli ultimi anni di regno di Abdülhamit ii (1876-1909) fino alla vigilia del colpo di Stato militare del 1971.
I romanzi successivi, Sessiz Ev (1983; trad. it. La casa del silenzio, 1993), Beyaz Kale (1985; trad. it. Roccalba, 1992, poi Il castello bianco, 2006), con cui ha cominciato ad attirare l'attenzione del pubblico internazionale, il controverso Kara Kitap (1990; trad. it. Il libro nero, 1996) e Yeni Hayat (1994; trad. it. La nuova vita, 2000) segnano una svolta nella produzione letteraria di Pamuk. Esplorando nuove forme creative, P. attinge, intersecandole, tematiche e tecniche espressive sia dalla tradizione letteraria orientale sia da quella occidentale. La scrittura stessa rappresenta uno dei temi centrali della sua opera ed è percepita, e restituita, anche mediante una decostruzione del processo narrativo, quale strumento di costante ricerca per indagare le molteplici dimensioni identitarie, sociali e culturali che esulano dai modelli imposti dall'alto o importati dall'esterno. Tale ricerca si traduce in complessi intrecci narrativi che, rielaborando nodi centrali della storia politica e culturale turca passata e presente, mirano soprattutto a sviscerare l'infinita pluralità dei piani interpretativi di convezionali dicotomie quali quelle tra sé e altro, tradizione e modernità, laicità e religiosità, Oriente e Occidente.
È lungo l'asse su cui convergono tali opposizioni che si snoda la trama di Benim Adım Kırmızı (1998; trad. it. Il mio nome è rosso, 2001), romanzo storico narrato a più voci sullo sfondo di una Istanbul di fine Cinquecento, divisa tra fermenti innovativi e pericolose derive integraliste. Tema centrale è l'inconciliabile visione estetica che separa Oriente e Occidente nella rappresentazione della realtà attraverso le arti figurative: l'immutabile astrazione e l'adesione al canone della miniatura islamica che si confronta con il realismo del ritratto a firma dell'artista, proprio della pittura europea. In Kar (2002; trad. it. Neve, 2004) il conflitto assume, invece, la dimensione di uno scontro politico violento e insanabile mostrando l'attuale smarrimento di una Turchia lacerata da opposti estremismi e complesse contraddizioni culturali. Nel suo ultimo libro, İstanbul. Hatıraları ve Şehir (2003; trad. it. Istanbul, 2006), P. intesse un'elegia della sua città natale e del senso di tristezza (hüzün) che la pervade alternando a memorie personali descrizioni attinte dalla letteratura turca ed europea. P. è anche autore della sceneggiatura del film Gizli Yüz (1992, Il volto segreto), ispirato al suo romanzo Kara Kitap e diretto dal regista turco Ö. Kavur, e della raccolta di memorie e saggi Öteki Renkler-Seçme Yazılar ve Bir Hikâye (1999, Gli altri colori. Scritti scelti e un racconto).
Acclamati e tradotti in circa quaranta lingue, i suoi romanzi hanno ricevuto prestigiosi premi in Turchia e all'estero (in Italia il premio Grinzane Cavour 2002). Il rifiuto del titolo di artista di Stato nel 1998 e le sue numerose dichiarazioni su diritti delle minoranze e libertà di espressione hanno continuato, tuttavia, a suscitare in Turchia un controverso dibattito e forti reazioni politiche, culminate nel 2005 con l'imputazione, da cui è stato poi prosciolto nel gennaio 2006, di aver pubblicamente offeso l'identità turca.
bibliografia
Kara Kitap Üzerine Yazılar (Saggi su Kara Kitap), a cura di N. Esen, İstanbul 1996.
E. Kılıç, Orhan Pamuk'u Anlamak (Comprendere Orhan Pamuk), İstanbul 1999.
Tanzimat'tan Bugüne Edebiyatçılar Ansiklopedisi (Enciclopedia degli scrittori dall'epoca delle Tanzimat a oggi), 2° vol., İstanbul 2001, ad vocem.