Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico
L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Oecd) nasce il 14 dicembre 1960 con la stipula dell’omonima Convenzione, firmata da 18 stati europei, Canada, e Stati Uniti ed entrata in vigore il 30 settembre 1961. L’esigenza di istituire un organo intergovernativo che promuovesse la cooperazione tra stati europei in ambito economico, tuttavia, affonda le proprie radici nell’immediato secondo dopoguerra. L’Oecd, infatti, prende le mosse dall’Organizzazione per la cooperazione economica europea (Oeec), creata nel 1947 per amministrare i finanziamenti del Piano Marshall statunitense destinati alla ricostruzione del continente europeo. In seno all’Oeec gli stati europei rafforzarono la convinzione che le proprie economie e quella statunitense fossero profondamente interconnesse e che dunque l’Organizzazione dovesse essere riformata attorno al tema della cooperazione economica. I paesi membri si adoperarono dunque affinché l’Oeec fosse in grado di cogliere le opportunità offerte da una crescente interdipendenza economica globale, riuscisse a mantenere stabili i nuovi equilibri europei, difendesse la nuova condizione di pace mondiale e divenisse sede di incontri e di dibattito internazionale e foro di riferimento per le economie mondiali più influenti. La nascita dell’Oecd assolse proprio queste funzioni in un ottica, dunque, non solo europea ma anche mondiale. Ciò è dimostrato dal processo di allargamento dell’Organizzazione, avviatosi già a partire dal 1964 con l’ingresso del Giappone e poi di altri paesi extra-europei, quali l’Australia, la Nuova Zelanda, la Corea del Sud e il Messico.
Attualmente l’Oecd è composta da 34 membri: Cile, Estonia, Israele e Slovenia sono gli ultimi, nel 2010, ad aver aderito all’Organizzazione. L’ingresso della Russia, in questo momento sottoposta a procedura di ammissione e a controlli che garantiscano il rispetto degli standard richiesti, è l’ultimo traguardo del foro di cooperazione economica. L’Oecd sta coltivando inoltre, nell’ambito dei propri ‘patti di rafforzamento’ internazionali, solidi legami con i paesi caratterizzati da una sostenuta crescita economica come Sudafrica, Brasile, Cina, India e Indonesia. In tal modo l’Oecd è in grado di promuovere tavoli di discussione e di cooperazione con 40 paesi i cui scambi commerciali e flussi d’investimento rappresentano l’80% del totale mondiale.
L’Oecd si occupa di aiutare i governi dei paesi membri a favorire lo sviluppo economico, la stabilità finanziaria e la riduzione della povertà, attraverso l’analisi e l’elaborazione dei dati che possiede. L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, infatti, ha una filiera organizzativa che prevede alcune fasi concatenate: raccolta di un’ingente quantità di dati su questioni nazionali e internazionali in materia micro- e macroeconomica, analisi e interpretazione dei dati, discussione collegiale, proposte d’azione e presa di decisioni, realizzazione dei programmi e dei progetti stabiliti e, infine, sorveglianza multilaterale per garantire che le attività approvate vengano svolte nel migliore dei modi e nel rispetto dei principi dell’Oecd.
L’Organizzazione, dunque, si occupa di fare previsioni economiche a breve e medio termine, affidando al Segretariato il compito di raccogliere e analizzare i dati, ai Comitati di esaminare i progressi compiuti limitatamente ai poteri pubblici ad essi imputati, al Consiglio di prendere decisioni e, infine, ai governi di realizzare quanto stabilito e di impegnarsi nel reciproco controllo. La sorveglianza intergovernativa è il momento più importante dell’intera filiera di attività dell’Oecd in quanto permette la reale attuazione delle iniziative promosse, come per esempio la lotta alla corruzione degli agenti pubblici impegnati nelle transazioni commerciali internazionali. Le discussioni e le negoziazioni tra i funzionari dei paesi membri possono anche portare ad accordi e norme internazionali, come avviene soprattutto in materia di fiscalità internazionale, ambiente e governo delle imprese.
In stretta relazione alle proprie attività e finalità istituzionali, l’Oecd promuove un’intensa attività di ricerca e pubblica regolarmente proiezioni, analisi, statistiche comparate e studi su singoli paesi. Il budget destinato a tutte le attività dell’Oecd è stabilito ogni due anni e le quote da versare sono calcolate attraverso un sistema fondato sulla valutazione dei risultati ottenuti. Il controllo dei conti e della gestione finanziaria è affidato a un’istituzione superiore di controllo, nominata dal Consiglio. Va comunque specificato che, a differenza della Banca mondiale e del Fondo monetario internazionale, l’Oecd non eroga finanziamenti.
L’architettura istituzionale dell’Oecd poggia su tre pilastri: il Consiglio, il Segretariato e i Comitati. Il Consiglio, organo decisionale dell’Organizzazione, individua le criticità e le priorità dell’istituzione e stabilisce le direttrici strategiche da perseguire. Il Consiglio è composto dai rappresentanti di tutti i paesi membri e della Commissione europea. Le riunioni dei rappresentanti permanenti sono convocate regolarmente e le decisioni da loro assunte sono prese per consensus, mentre le riunioni dei ministri sono convocate una volta all’anno per discutere dei problemi urgenti e per fissare le priorità dell’Oecd e in particolare del Segretariato.
Il segretario generale, affiancato da due segretari aggiunti, presiede il Consiglio così da poter garantire la comunicazione e il dialogo tra le delegazioni nazionali e il Segretariato il quale, attraverso l’impiego di 2500 funzionari specializzati, assolve i compiti che il Consiglio stabilisce. I funzionari del Segretariato, inoltre, partecipano agli incontri dei circa 250 comitati istituiti per dibattere su specifiche questioni inerenti l’Oecd. In particolare i comitati, che coinvolgono rappresentanti di paesi membri e di paesi non membri (scelti in concerto con il Segretariato) per un totale di circa 40.000 alti funzionari, discutono di temi attinenti questioni economiche, di mercato finanziario, di scambi commerciali, di impiego, lavoro e occupazione e di istruzione.
Australia, Austria, Belgio, Canada, Cile, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Islanda, Irlanda, Israele, Italia, Giappone, Corea (Repubblica), Lussemburgo, Messico, Nuova Zelanda, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Stati Uniti, Svezia, Svizzera, Turchia, Ungheria.