ORDOS (A. T., 97-98)
Regione della Mongolia meridionale, limitata a S. dalla Grande Muraglia e compresa nell'ansa settentrionale del Hwang-ho (fiume giallo). Fa parte della provincia cinese di Sui-yüan ed è formata da un altipiano che da S., dove raggiunge 1500 m. s. m., scende dolcemente a N. a 1000 m. s. m. La superficie dell'altopiano è in gran parte coperta da sabbie e dune sabbiose, specialmente a N. e a O. Una catena rocciosa, Arbus-ola, in continuazione dei monti Ala-shan, si erge a 900 m. sull'altipiano. Pochi i corsi d'acqua, che scendono durante le piogge nel Hwang-ho, mentre numerosi sono i piccoli laghi salati, spesso disseccati. Importante tra questi il Dabsun-nor, da cui si estrae sale. Pascoli radi si estendono nelle grandi depressioni umide (tsaidam).
Il nome Ordos risale al sec. XVI, ed era il nome di una confederazione di sette tribù mongole, comprendenti, nel secolo scorso, circa 60 mila ab., ridotti nei primi decennî di questo secolo a circa 20 mila, che vivono specialmente di pastorizia. Nel 1635 gli Ordos si sottomisero agli imperatori Manciù. Nell'altipiano degli Ordos si trovano, sepolte nelle sabbie, rovine di città cinesi e del breve regno dei Hsi-Hsia, che ebbe la capitale a Ning-Hsia nel 1227. Gli agricoltori cinesi, provenienti dalla Cina e dalla Mongolia sud-orientale, vanno ripopolando la regione, utilizzando le zone fertili e irrigabili, e cercano di farla risorgere a nuova vita. Numerosi conventi lamaistici sorgono vicino ai mercati e lungo le principali vie commerciali. Si esportano pelo di cammello, sale, liquirizia.
Bibl.: V. la bibl. della voce mongolia. Inoltre: A. Grosier, Description de la Chine, Parigi 1787, I, p. 196; P. Huc e Gabet, Souvenirs d'un voyage dans la Tartarie, I, Parigi 1853, pp. 278-351; P. Braam e Van Oost, Au pays des Ortos, les missions catholiques, Parigi 1911; A. Tafel, Meine Tibet-Reise, Berlino 1914; Roy Chapman Andrews, Across Mongolian Plains, Londra 1921. Per il dialetto degli Ordos: G. Soulié, Eléments du dialecte mongole (ordos), Parigi 1903.