ORCO (Orcus)
Divinità romana indigena dell'oltretomba, parallela a quel Dis pater, o Dite (v.), che i Romani trassero dalla mitologia greca, modellandone il nome su quello del greco Plutone. La parola Orcus (etimologicamente connessa con arc-ēre, arc-a, arc-anuts, arc-us, orc-a) nel suo significato originale sembra avere designato propriamente la regione dell'oltretomba; più tardi, e già nella poesia latina arcaica e specialmente nella drammatica, Orco comparisce come un dio dell'oltretomba, come la vera divinità nazionale e popolare degl'inferi, la quale si mantenne sempre viva nelle credenze e nel frasario del popolo, anche dopo che il dio di origine greca (Dite) ebbe acquistato diritto di nazionalità nella religione romana. Della popolarità di Orco fa fede, fra l'altro, l'uso dell'aggettivo orcinus, derivato dal suo nome; liberius Orcinus era detto quello schiavo che aveva ottenuta la libertà in seguito a disposizione testamentaria del padrone; Orcini senatores si dissero quei senatori che furono ammessi in senato per volontà espressa nel testamento di Cesare.
In contrasto con tale comparire di Orco nelle più antiche e popolari credenze romane sull'oltretomba, sta il fatto che la sua presenza non risulta in atti di culto né la sua esistenza è nota al più antico calendario religioso romano; onde alcuno ritiene che anche Orcus non sia creazione originariamente italica, ma soltanto una translitterazione del greco "Ορκος, usato come soprannome del dio dell'oltretomba. Ma il fatto si può anche spiegare supponendo appunto che la figura divina di Orco non si sia sviluppata dal concetto locale di oltretomba che assai tardi, quando ormai erano stabilmente fissati l'ordine delle feste e la serie dei sacerdoti della religione ufficiale: simile del resto è il caso di Giano (v.). Di un tempio di Orco non si ha sicura notizia; anche nelle iscrizioni non s'incontra che raramente il suo nome.
Bibl.: L. Preller e H. Jordan, Römische Mythologie, 3ª ed., Berlino 1881, p. 62 segg.; R. Peter, in Roscher, Lexicon der griech. und röm. Mythologie, III, col. 940 segg.; G. Wissowa, Religion und Kultus der Römer, 2ª ed., Monaco 1912, pagina 310.