• Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X

RIMINALDI, Orazio

di Matteo Marangoni - Enciclopedia Italiana (1936)
  • Condividi

RIMINALDI, Orazio

Matteo Marangoni

Pittore, nato a Pisa nel 1580, morto ivi di pestilenza il 10 dicembre 1630. Ebbe una prima educazione pittorica a Pisa presso Ranieri Alberghetti, modestissimo pittore locale, e la sviluppò in seguito presso Aurelio Lomi. A Roma, dove si recò giovanissimo, guardò dapprima al Domenichino, tanto da far dire che apparve nato per emularlo", e "che si rese grande sul far carraccesco ne' contorni e ne' panni". Ma non è sotto questo aspetto che conosciamo il R., nelle rarissime opere certe che di lui ci rimangono. La sua vera educazione artistica la compì a Roma, ma proseguendo gli nsegnamenti del Lomi sulla caravaggesca dei Gentileschi e di Bartolomeo Manfredi.

A Roma si acquistò una rapida rinomanza dipingendo storie sacre e alcune grandi tele con le storie di Argo, di Angelica e Medoro, di Orfeo ed Euridice, ecc. Quivi compì anche altre opere, egualmente disperse; uno stendardo per Assisi, una storia di San Eugenio inviata a Parigi, il Martirio di tre santi per Avignone, ecc.

In questi anni il R. ebbe anche l'incarico di decorare la cappella di S. Gennaro di Napoli, e una chiamata alla corte di Francia. Ma invece, circa il 1625, ritornò a Pisa dove rimase fino alla morte, dipingendo grandi tele per le chiese, tutte perdute, e altre minori per privati.

Nella scarsa produzione pittorica rimasta del R. che ci rimane alcune opere meglio significative permettono di considerarlo non solo come il più grande pittore pisano del Seicento, dopo il Gentileschi, ma anche come un personale e forte interprete del caravaggismo in Toscana: il Martirio di S. CecuM, di recente restituito dalla gaileria Pitti a S. Caterina di Pisa, tanto vicino nelle forme lisce e raffinate al Gentileschi (specialmente nella figura della santa; molto scurita dal tempo, come altre opere del R.); l'Amore artefice, di Pitti, la cui figura audacemente squadernata e mossa non è determinata soltanto dalla luce caravaggesca, ma si compiace anche di un certo riberismo pittorico, per un vibrante studio del particolare; il forte autoritratto degli Uffizî, ben impostato di sghembo e ardito nell'espressione, che ricorda stranamente, per il lume artificiale, alcune opere del lucchese Paolini e l'ultima sua opera, la decorazione della cupola del duomo di Pisa (1627-1630), figurante l'Assunzione della Vergine, grandiosa nella composizione e vivace nel colore succoso, sebbene presenti maggiore speditezza il suo bozzetto del Museo civico di Pisa.

Il fratello di Orazio, Gerolamo R., fu anch'egli pittore, sebbene mediocrissimo. Di lui non si sa altro che dimorò in Roma dopo il 1633, e che diede compimento alla decorazione della cupola del duomo di Pisa (in alcune figure secondarie e nei fregi) negli anni 1631-1632.

Bibl.: F. Baldinucci, Notizie de' professori del disegno, IV, Firenze 1846, pagine 576-78; L. Lanzi, Storia pittorica d'It., I, Bassano 1809, p. 257; A. Da Morrona, Pisa illustrata nelle arti del disegno, Livorno 1812, I, pag. 266; II, pp. 444, 513; L. Tanfani Centofanti, Notizie di artisti tratte da documenti, Pisa 1897, pagine 406 e seg.; Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XXVIII, Lipsia 1934.

Vedi anche
Gentiléschi, Orazio Lomi detto il Gentiléschi, Orazio Lomi detto il. - Pittore (Pisa 1563 - Londra 1639). Allievo del fratello Aurelio, a diciassette anni si stabilì a Roma presso uno zio, del quale assunse il cognome. Operò a Roma, a Farfa e nelle Marche fino al 1621, quando si recò a Genova e poi a Torino. Fu quindi chiamato in Francia ... Ligòzzi, Jacopo Ligòzzi, Jacopo. - Pittore, miniatore e incisore (Verona 1547 circa - Firenze 1627), forse scolaro di A. Badile. Stabilitosi a Firenze (1578), al servizio di Francesco I de' Medici, subì l'influsso del manierismo fiorentino, pur conservando il cromatismo veneto (Pietà, Ss. Annunziata; Storie di s. Francesco, ... Rutilio Manétti Manétti, Rutilio. - Pittore (Siena 1571 - ivi 1639); allievo di F. Vanni e di V. Salimbeni, l'influsso del Caravaggio fu poi decisivo per la sua arte; fu uno dei più importanti pittori toscani del sec. 17º. Tra le sue opere principali: la Morte del b. Antonino Patrizi a S. Agostino di Monticiano, la ... Santi di Tito Pittore e architetto (Sansepolcro 1536 - Firenze 1603), allievo di A. Bronzino e B. Bandinelli. Il riferimento all'arte fiorentina del primo Cinquecento e l'influsso degli Zuccari furono fondamentali per la sua riforma antimanieristica, che lasciò una forte impronta nell'ambiente artistico fiorentino. ...
Altri risultati per RIMINALDI, Orazio
  • RIMINALDI, Orazio
    Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 87 (2016)
    Franco Paliaga RIMINALDI, Orazio. – Figlio del lucchese Francesco, di professione tintore, stabilitosi con la famiglia a Pisa verso la fine del Cinquecento, e di una Giulia di cui non è noto il cognome, fu battezzato nella chiesa pisana di S. Simone al Parlascio il 5 settembre 1593, primogenito maschio ...
  • Riminaldi, Orazio
    Enciclopedia on line
    Pittore (Pisa 1593 - ivi 1630). Si formò a Roma su O. Gentileschi e sui caravaggeschi francesi, subendo inoltre l'influsso di G. Lanfranco (Amor vincitore e Martirio di s. Cecilia, Firenze, Galleria Palatina; gonfalone con Martirio di s. Caterina e SS. Giacomo e Antonio Abate, Assisi, Museo capitolare). ...
Vocabolario
oraziano
oraziano agg. – Di Quinto Orazio Flacco, poeta latino (65-8 a. C.), o che è proprio, tipico di Orazio e della sua poesia: la lirica o.; lo stile o.; la metrica o.; l’ideale di vita o., quello che si ispira all’opera di Orazio e in partic....
  • Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X
  • Ricerca
    • Enciclopedia
    • Vocabolario
    • Sinonimi
    • Biografico
    • Indice Alfabetico

Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani S.p.A. © Tutti i diritti riservati

Partita Iva 00892411000

  • facebook
  • twitter
  • youtube
  • instagram
  • Contatti
  • Redazione
  • Termini e Condizioni generali
  • Condizioni di utilizzo dei Servizi
  • Informazioni sui Cookie
  • Trattamento dei dati personali