LOMBARDELLI, Orazio
Nacque da Sebastiano nel 1545, probabilmente a Siena. La data si desume da una lettera di B. Bulgarini a G.B. Strozzi del 19 ott. 1598 (Siena, Biblioteca comunale, Mss., D.VI.9, c. 205), nella quale si parla del L. come cinquantatreenne.
La famiglia, da tempo stanziata in Lunigiana, era stata privilegiata dall'Impero e da papa Clemente VII, come risulta da una lettera del fratello del L., Gregorio (ibid., D.VI.7, cc. 61r-62v). Lo zio Giovanni, legato all'imperatore, fu anche castellano di Massa del Principe, come il L. riferisce nella dedica de Il giovane studente (Venezia, La Minima Compagnia, 1594). Il padre del L. acquisì la cittadinanza senese alla fine di luglio del 1587.
Il L. trascorse tutta la vita a Siena; sposò Delia Bellanti (morta nel 1577), da cui ebbe due figli. Fin dagli anni giovanili coltivò con grande fervore gli studi letterari: lui stesso dichiara, in una lettera a D. Patelli dell'8 ott. 1575 (Il giovane studente, c. 50v), di essersi ammalato per l'eccessiva applicazione. Fra i suoi maestri annovera V. Gerani e, per la dialettica e la filosofia, L. Marretti. Esercitò successivamente l'insegnamento a Siena sia privatamente, sia presso il seminario vescovile. L'esperienza didattica lo portò a impegnarsi in una serie di riflessioni di carattere pedagogico compendiate in De gli uffizii, e costumi de' giovani (Firenze, G. Marescotti, 1579) e poi ne Il giovane studente e ne Gli aforismi scolastici (Siena 1603), vera e propria summa della materia, in 887 massime, e testimonianza della vocazione manualistica del Lombardelli. Ma abbondante fu anche la sua produzione di scritti a carattere morale ed edificante, a volte in collaborazione con il fratello Gregorio, domenicano, autore di vite di santi e beati senesi (un altro fratello, Sallustio, fu lettore nello Studio senese e in quello di Pisa): Della tranquillità dell'animo, sopr'il Dialogo di Florenzio Voluseno metafrase (Siena, L. Bonetti, 1574), la Somma della perfettione christiana (Venezia, C. Zanetti, 1576), Della eccellenza (Firenze, G. Marescotti, 1578), Dell'uffizio della donna maritata (ibid., G. Marescotti, 1583), De' conforti da usarsi ne' tempi calamitosi, e ne' travagli dell'animo overo della consolatione (ibid., G. Marescotti, 1587), Le condizioni del vero amico et altri discorsi in materia d'amistà (ibid. 1590), Del ragguaglio de gli scrittori spirituali (ibid. 1592), De hominis fine (Siena, L. Bonetti, 1599), Oratio de scientiarum dignitate (ibid. 1602), De eloquentia cum sapientia (ibid. 1603), De studiorum hostibus arcendis (ibid. 1605), la traduzione della Vita di santa Lugarda vergine di Thomas de Cantimpre (ibid. 1607), Oratio de studiorum amicis retinendis (ibid. 1607).
Membro della senese Accademia degli Intronati col nome di Sbigottito, fu anche ascritto alle accademie cortonesi degli Umorosi e degli Umidi con il nome di Tranquillo. Nell'ambiente letterario senese coltivò il rapporto con B. Bulgarini, ma sono attestati i suoi frequenti contatti anche con altri esponenti della scuola senese come S. Bargagli e D. Borghesi.
Il L. entrò giovanissimo nel pieno della riflessione linguistica che si era andata sviluppando a Siena nel corso del Cinquecento: nel 1566 pubblicò Dei punti e degli accenti, che a i nostri tempi son in uso, tanto appresso i latini, quanto appresso i volgari (Firenze, Giunti), dedicata al fratello Gregorio, e due anni dopo il Della pronunzia toscana (Firenze, nella stampa ducale). I suoi interessi spaziarono dal campo grafico-fonetico a quello retorico-letterario, anche senza addivenire mai a una trattazione sistematica, che pure aveva in progetto. Sue opere principali in questo campo sono L'arte del puntar gli scritti (Siena, L. Bonetti, 1585; un compendio fu pubblicato nel 1588 con il titolo Memoriale dell'arte di puntar gli scritti) e La difesa del zeta (Firenze, G. Marescotti, 1586), che lo portarono ad assumere una posizione in qualche modo distinta nell'ambito della scuola linguistica senese (evidenti per esempio le divergenze con S. Bargagli circa un modello linguistico ideale, di cui il L. sembra non condividere l'impostazione eccessivamente filosenese) e a inserirsi nella produzione di strumenti didattici rivolti anche agli stranieri. A Roberto Pecchamo (Robert Pechkam) dedicò i Fioretti d'eleganza cavati dai romani autori (Firenze, Stamperia ducale, 1568) e ad Arrigo Vuottonio (Henry Wotton) i Fonti toscani (ibid., G. Marescotti, 1598).
Nel 1586 intervenne nell'aspra polemica sviluppatasi intorno al poema di T. Tasso, autore del quale si era occupato qualche anno prima (Giudizio sopra il Goffredo del sig. Torquato Tasso, ibid., G. Marescotti, 1582), iniziata nel 1584 con la pubblicazione del Carrafa o vero dell'epica poesia di C. Pellegrino, che anteponeva la Gerusalemme all'Orlando furioso. Al Pellegrino si contrapposero, con una serie di interventi in difesa dell'Ariosto, L. Salviati e altri soci della Crusca fiorentina. Con il suo Discorso intorno ai contrasti che si fanno sopra la Gierusalemme liberata di Torquato Tasso (Ferrara, G. Vasallini, 1586 e Mantova, F. Osanna, 1586) il L. assunse una posizione moderatamente favorevole al Tasso, soprattutto muovendo sul piano linguistico da un punto di vista che guardava alla lingua come a qualcosa di vivo e in continua evoluzione, in contrasto al conservatorismo toscanocentrico dei Fiorentini.
Nel 1598 il L. fu nominato lettore di umanità nello Studio senese, incarico che, rifiutato una decina d'anni prima, ricoprì fino alla morte, ma che di fatto fu accettato come un ripiego per la mancata successione, nonostante l'autorevole appoggio di B. Bulgarini, a D. Borghesi nella cattedra di lingua toscana istituita nello Studio senese da Ferdinando I de' Medici nel 1588.
Il L. morì a Siena nell'ottobre 1608 e fu sepolto nella cappella di famiglia nella basilica senese di S. Domenico. I suoi libri furono venduti per risanare almeno in parte le disastrate condizioni economiche della famiglia, come si evince da una lettera del fratello Gregorio del 17 ottobre (Siena, Biblioteca comunale, Mss., D.VI.7, c. 64).
Una Lista delle numerose opere del L. si legge in appendice agli Aforismi scolastici; altre restano inedite, come appare anche da una lettera che il L. scrisse il 3 febbr. 1606 a M.A. Bonciari (B. Gamba, Serie dei testi di lingua…, Venezia 1839, p. 439). In edizioni moderne sono: I costumi de' giovani ovvero Trattato di educazione morale e civile, Parma 1843; Dell'uffizio della donna maritata. Nozze Pichi-Albizzi, Firenze 1863; O. L. e i suoi Aforismi scolastici, a cura di E. Petrini, Trieste 1965. Nella Biblioteca comunale di Siena si conservano, manoscritti, la traduzione dell'orazione De contemptu mundi del beato Bernardo Tolomei (A.VIII.51, cc. 270r-291r), diverse lettere e una Lettera sopra alcune cose degne di biasimo nel duomo di Siena (D.VI.7), due esemplari de La Matephiloponia (G.VII.42-43); rime inedite (H.X.22).
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Siena, Mss., C.26: G.A. Pecci, Ristretto di tutto il rimanente che si contiene ne' libri dell'Archivio dell'illustrissimo Collegio di balia. Parte seconda, c. 131; Siena, Biblioteca comunale, Mss., A.VII.35: G.A. Pecci, Indice degli scrittori sanesi, parte seconda, cc. 70v-71r; C.II.25: Lettere autografe di vari e diversi letterati a Belisario Bulgarini, c. 165r; C.III.3: Libro necrologico, ove sono descritti tutti quelli che furono sepolti nella chiesa di S. Domenico di Siena dal dì 4 ag. 1596 al 20 decembre 1726, c. 14; P.IV.11: S. Bichi Borghesi, Bibliografia degli scrittori senesi, II, cc. 29-34; Y.I.7: Zucchino primo continente il catalogo degl'Accademici Intronati, pp. 24, 289, 439, 690; Z.I.6-7: U. Benvoglienti, Scrittori senesi, I, 1, c. 242r; II, cc. 268v, 325v; Z.I.11: G.N. Bandiera, Bibliotheca Senensis sive Memoriae scriptorum Senensium, cc. 356r-360r, 405; Z.II.26: G. Faluschi, Scrittori senesi e soci dell'accademie di Siena, II, cc. 14-15, 29; T. Tasso, Le lettere…, a cura di C. Guasti, II, Firenze 1854, pp. 178-192, 202-205, 207-213; Id., Prose, a cura di E. Mazzali, Milano-Napoli 1959, pp. 891-894; I. Ugurgieri Azzolini, Le pompe sanesi…, Parte prima, Pistoia 1649, p. 580; G. Fontanini, Biblioteca dell'eloquenza italiana… con le annotazioni del signor Apostolo Zeno…, Venezia 1753, I, pp. 44 s., 76, 107 s., 314, 323 s., 353; II, pp. 332, 440; P. Serassi, La vita di Torquato Tasso…, Roma 1785, pp. 314 s.; F. D'Ovidio, Pei plagiari del Tolomei, in Rass. bibliografica della letteratura italiana, I (1893), 2, pp. 47 s.; A. Solerti, Vita di Torquato Tasso, Torino-Roma 1895, I, pp. 332-362, 422, 430-433, 451, 606; II, pp. 177-180, 187-197, 312-314, 324 s., 328 s.; G.B. Gerini, Gli scrittori pedagogici italiani del secolo XVII, Torino 1900, pp. 57-93; F. D'Ovidio, Nuovi appunti sulla storia dello zeta, in Studi letterari e linguistici dedicati a Pio Rajna nel quarantesimo anno del suo insegnamento, Firenze 1911, pp. 231, 241 s., 246, 248; P. Nigra, L. O., in Diz. illustrato di pedagogia, II, Milano s.d., pp. 559-566; R. Weiss, Henry Wotton and O. L., in The Review of English studies, XIX (1943), pp. 285-289; N. Maraschio, Siena e lo studio della fonetica nel Cinquecento, in Tra Rinascimento e strutture attuali. Saggi di linguistica italiana. Atti del I Convegno della Soc. internazionale di linguistica e filologia italiana, Siena… 1989, I, a cura di L. Giannelli et al., Torino 1991, pp. 37, 39-43, 45; N. Maraschio - T. Poggi Salani, L'insegnamento della lingua toscana, in L'Università di Siena 750 anni di storia, Milano 1991, pp. 241 s., 251; N. Maraschio, "L'Arte del puntar gli scritti" di O. L., in Storia e teoria dell'interpunzione. Atti del Convegno internazionale di studi, Firenze… 1988, a cura di E. Cresti - N. Maraschio - L. Toschi, Roma 1992, pp. 205-230; Trattati di fonetica del Cinquecento, a cura di N. Maraschio, Firenze 1992, pp. XIX, XXVI, XXXIV-XL, 7-90, 259, 260 n., 360-362, 364, 369, 391-396; M. Vitale, La scuola "senese" nelle questioni linguistiche fra Cinque e Settecento, in Lingua e letteratura a Siena dal '500 al '700. Atti del Convegno,Siena… 1991, a cura di L. Giannelli - N. Maraschio - T. Poggi Salani, Firenze 1994, pp. 2, 5, 10, 13, 15 s., 20 s., 28; O. Niccoli, O. L.: "Degli uffizi e costumi de' giovani". Sopravvivenze erasmiane, in Erasmo, Venezia e la cultura padana del '500. Atti del XIX Convegno internazionale, … 1993, Rovigo 1995, pp. 241-247; F. Sberlati, Il genere e la disputa. La poetica tra Ariosto e Tasso, Roma 2001, pp. 229-235, 242, 249, 261 s.