FIUME, Orazio
Nacque a Monopoli (Bari) il 16 genn. 1908 da Donato e Rosaria Contento. Colpito dalla poliomielite nei primi mesi di vita, fu operato adolescente all'istituto "Rizzoli" di Bologna. Nel 1930 conseguì a Napoli il magistero di pianoforte e nel 1938 a Palermo quello di composizione con M. Pilati. In seguito frequentò, sotto la guida di I. Pizzetti, col quale stabilì una profonda amicizia, il corso superiore di perfezionamento di composizione all'Accademia nazionale di S. Cecilia di Roma, diplomandosi nel 1941 a pieni voti. Nella stessa Accademia seguì contemporaneamente (1939-1941) il corso superiore di perfezionamento di direzione d'orchestra tenuto da B. Molinari.
Fu docente e direttore di prestigiosi conservatori; nel 1941 conseguì la cattedra di armonia e contrappunto presso il conservatorio "A. Boito" di Parma; nel 1951 insegnò la stessa materia nel conservatorio "G. Verdi" di Milano, dove coprì per incarico anche la cattedra di composizione, e nel 1959 insegno contrappunto, fuga e composizione; nello stesso anno assunse la direzione del conservatorio "G. Rossini" di Pesaro e nel 1960 quella del "G. Tartini" di Trieste. Fu inoltre autore di numerose composizioni; vinse il premio "Tommaso Montefiore" per due anni consecutivi (1940-41) presso l'Accademia nazionale di S. Cecilia e nel 1948 il premio nazionale del ministero della Pubblica Istruzione per una composizione sinfonica. L'anno successivo vinse una borsa di studio messa in palio dallo stesso ministero della Pubblica Istruzione, che gli consentì di recarsi in aprile a Parigi per approfondire la conoscenza della musica contemporanea francese. Qui il F. ebbe modo di incontrare molti esponenti dell'avanguardia musicale francese, come F. Poulenc, L. Aubert, A. Jolivet, T. Aubin. Nello stesso anno 1949 fu inviato dal ministero dell'Educazione francese quale "membre du jury" agli esami di composizione e canto presso il conservatorio nazionale di musica di Parigi e in questa occasione l'ente radiofonico francese trasmise un concerto di sue musiche.
Ottenuto nel 1956 il premio di segnalazione "Marzotto", nel 1957 vinse sia il premio "Martucci" sia il premio internazionale "Regina Elisabetta del Belgio". Il F. morì a Trieste il 21 dic. 1976.
La produzione del F. comprende numerosi lavori sinfonici, sinfonico-corali e cameristici, pubblicati dalle case editrici Ricordi, Carisch, Forlivesi, De Santis, Curci, Leo ed eseguiti più volte nelle principali istituzioni sinfoniche italiane e straniere.
Fra le opere sinfoniche sono da ricordare: Fantasia eroica (1936), per violoncello e orchestra, eseguita in prima esecuzione a Firenze, teatro Comunale, il 4apr. 1939; Tre pezzi per piccola orchestra e Divertimento in 5 tempi per piccola orchestra, entrambi del '37; Due liriche per soprano e piccola orchestra e Introduzione ad una tragicommedia per orchestra, del 1938; il Concerto per orchestra, composto tra il 1944e il '45e dedicato a Pizzetti, con cui il F. vinse nel '48 il concorso nazionale del ministero della Pubblica Istruzione; il Secondo concerto per orchestra del 1956. Dello stesso anno è la Sinfonia in tre tempi per orchestra, con la quale vinse il premio "Martucci". Su questa opera D. Šostakovič, in una lettera al F., datata Mosca 28ag. 1959, scrisse: "La vostra Sinfonia mi è piaciuta moltissimo... la partitura è condotta in modo magistrale. Miha procurato una forte impressione la drammaticità musicale, la sua caldissima ed emotiva composizione" (lettera in possesso della famiglia). Compose inoltre un'Ouverture per orchestra nel 59e la Sinfonia per archi e timpani nel 1966.
Tra le composizioni sinfonico-corali è da citare il Canto funebre per la morte d'un eroe per orchestra e coro, scritto nel '39su un testo costituito unicamente di vocalizzi e ispirato alla guerra. Particolare considerazione merita l'Aiace del 1940, cantata per coro e orchestra su un testo di V. Cardarelli. Durante la prima esecuzione, avvenuta il 19 ott. 1953 al teatro alla Scala di Milano, il poeta manifestò vivamente il suo entusiasmo e in seguito espresse il desiderio che l'Aiace fosse eseguito al suo funerale.
Tra la musica da camera ricordiamo: Dalla mia terra, canto popolare pugliese per voce e pianoforte (Firenze 1934); Io come te, per soprano e pianoforte (ibid. 1934), Tre liriche su testi popolari toscani per soprano e pianoforte (Roma 1949), Piccola suite per pianoforte (1937).
Particolare rilievo merita l'opera teatrale Il tamburo di panno, un atto unico tratto da un "no" giapponese del XIV secolo. Appartenente alla serie "sereimono", cioè drammi di follia e vendetta e scritto da uno degli esponenti più autorevoli di questo genere, Seami Motokiyo (1363-444), il testo si presentava adatto alla rappresentazione scenica. Nella stesura del libretto il F. si avvalse della collaborazione di C. Pinelli.
L'opera, data in prima esecuzione il 19 apr. 1962 al teatro dell'Opera di Roma, sotto la direzione di F. Scaglia, fa poi replicata con successo in vari teatri italiani e teletrasmessa nel 1964.
La partitura si presenta volutamente scevra di colori esotici, dell'uso di scale orientaleggianti e di strumenti tipici. Il F., mediante un organico orchestrale normalmente in uso per le composizioni sinfoniche, riesce tuttavia a proiettare la vicenda in una dimensione mitica, rivelando "una sensibilità vagamente introversa ed una magistrale padronanza dell'orchestra moderna" (F. Soprano, in Rotosel, 7 maggio 1962). Lo stile, essenziale, limpido, denso talora di contrappunto espressivo e non privo di suggestioni e inquietudini, pur lasciando intravedere le esperienze bartokiane, strawinskiane o anche pucciniane (nell'analogia tra la principessa e Turandot), si colloca in una individuazione autonoma e riesce ad esprimere il senso dell'ineluttabilità che emerge dalla trama. La presenza del coro, utilizzato, come nella tragedia greca, non pienamente inserito nella vicenda ma esprimente, ora cantando ora parlando ritmicamente, la "coscienza collettiva", riflette la predilezione del F. per la coralità e la sua esigenza di musicare parole con tendenza alla teatralità.
Un altro lavoro teatrale, il balletto In una notte di bufera su un testo di R.M. Rilke, venne eseguito per la prima volta, al teatro dell'Opera di Roma, il 12 giugno 1973. Concepito per piccolo coro misto, sette strumenti a fiato, percussioni, metronomo con amplificatore ed uno speaker che recita il testo di Rilke (traduzione di V. Errante), il lavoro ottenne un ampio successo. La raffinata, cerebrale, a volte morbosa sensibilità del poeta austriaco, le atmosfere esoteriche e le cupe immagini che traspaiono dai suoi scritti fecero vibrare come per simpatia l'ispirazione musicale del F., che già con il Canto funebre aveva dimostrato attenzione per i temi del dolore e della morte.
Per quanto concerne il suo stile musicale, il F. apprese dai suoi maestri Pilati e Pizzetti l'arte della costruzione ampia, chiara e saldamente strutturata. Fondamentalmente rispettoso della tradizione, si espresse con un linguaggio misuratamente moderno e capace di utilizzare i cromatismi e assimilare le nuove esperienze musicali. purché fossero rispondenti alle esigenze espressive dettate dalla prassi compositiva. Oltre a coltivare l'interesse per il teatro, il F. fu attratto anche dalle arti figurative: fu legato a R. Guttuso da amicizia fraterna; fu inoltre in rapporti con O. Tamburi, F. De Pisis e G. Severini di cui si conservano testimonianze epistolari.
Fonti e Bibl.: Notizie biogr. e carteggi epistolari gentilmente forniti dalla famiglia; notizie, critiche e recensioni in La Voce d'Italia (Parigi), 5 apr. e 17 maggio 1949; La Gazzetta di Parma, 6 maggio 1949 e 24 genn. 1958; Rassegna musicale Curci (Milano), febbraio 1958; Nieuwe Rotterdamse Courant, 23 genn. 1959; Il Tempo (Roma), 20 apr. 1962; Il Messaggero, 20 apr. 1962; 4 marzo 1964; Il Giornale d'Italia, 2021 apr. 1962; La Giustizia, 20 apr. 1962; Momento sera, 21 apr. 1962; Paese sera, 20-21 apr. 1962; II Paese, 20 apr. 1962; Tele sera, 20-21 apr. 1962; G. Viozzi, Una tragedia giapponese, in Trieste (rivista politica), IX (1962), p. 7; La Gazzetta del Mezzogiorno, 18 genn. 1958, 19 apr. 1962, 4 marzo 1964, 19 genn. 1966 e 1° maggio 1967; Messaggero veneto, 17 marzo 1963; Il Piccolo (Trieste), 17 marzo 1963, 19 genn. 1966, 10 dic. 1968; Il Gazzettino (Trieste), 17 marzo 1963, 26 marzo 1964; Il Resto del Carlino, 6 marzo 1964, 16 e 19 genn. 1966; Corriere della sera, 4 marzo 1964; 3 maggio 1967; L'Unità, 1° maggio 1967; Il Mattino, 1° maggio 1967; Corriere di Napoli, 2-3 maggio 1967; Telestar, 6 maggio e 8 maggio 1968; S. Paparatti, Quando la poesia aiuta il balletto, in Il Dramma, LI (1975), 2, pp. 59-62; R. Zanetti, La musica italiana nel Novecento, Busto Arsizio 1985, pp. 928, 1313 s.; Encid. d. musica Garzanti, p. 276; Encicl. d. musica Rizzoli-Ricordi, II, p. 206; Diz. encid. univ. d. musica e dei musicisti, Le biografie, II, p. 776.