FERRETTI, Orazio
Nato a Perugia il 16 febbr. 1639 da Vincenzo dei conti Ferretti di Ancona e da Minerva, compì la propria formazione artistica e scientifica nella città natale. Apprese, infatti, i principi della matematica e della geometria da Lemme Rossi, professore dell'università perugina dal 1633. Da questo fu iniziato anche all'architettura, ma di una sua attività in tal campo rimangono soltanto vaghi accenni, tra cui quello del Pascoli (1732), che lo definisce architetto civile. Studiò pittura alla scuola dell'artista toscano B. Gagliardi. Durante il suo alunnato, che avvenne non a Roma (Thieme-Becker) ma a Perugia, come si può facilmente evincere dal Pascoli (1732) e dalle vicende biografiche dello stesso Gagliardi, il F. si cimentò, secondo quanto ci tramandano i suoi contemporanei (Orlandi, 1704; Pascoli, 1732), in tutte le tecniche, dipingendo ad olio, a fresco, a pastello e a penna. Realizzò "...varie galantarie a olio, ed a pastello ... particolarmente ritratti in piccolo, e in grande di bel rilievo e ben tratteggiati" (Orlandi, 1704), che si potevano ammirare nelle collezioni private perugine.
Terminata la propria formazione artistica, il F. si diede a istruire i giovani nel disegno, per poi divenire prodigo mecenate. Presso la sua dimora perugina - palazzo Ferretti in Porta Sole, oggi sede della Biblioteca Augusta - era solito ospitare gli artisti di passaggio in città: vengono ricordati dal Pascoli G. A. Carlone, A. Gherardi, P. Naldini e un non meglio noto maestro oltramontano, al quale il F. affidò la realizzazione di due statuette su disegno del Naldini. Al Carlone, presente a Perugia a partire dal 1666-1667, commissionò, intorno all'anno 1670, la decorazione ad affresco della propria residenza, decorazione di cui rimane, a seguito di una demolizione avvenuta all'inizio del XX, secolo, un unico brano, raffigurante l'immagine della Virtù eroica (M. L. Moroni, in Pascoli. Ed. crit., 1992, p. 646 n. 14). Al contrario di quanto si verificò nei rapporti tra il F. e il Carlone, molto intensi durante il soggiorno perugino di quest'ultimo, quelli con il Gherardi si intensificarono dopo la sua partenza per Roma: il F., a distanza, commissionava all'artista reatino opere e, a suo nome, svolgeva trattative con i padri filippini di Perugia per la decorazione della chiesa Nuova (Pascoli, 1732). Nel palazzo Ferretti si poteva ammirare, oltre al già menzionato ciclo di affreschi, una piccola collezione di dipinti, tra i quali dovevano spiccare le opere di F. Barocci e di I. Sementa (Orsini, 1784).
Accanto all'attività di mecenate si deve ricordare il particolare interesse del F. per la progettazione e realizzazione di canterani, cassettoni da viaggio, contenenti nei singoli scomparti tutto il necessario per arredare ambienti signorili. Nessun esemplare di questa mirabile invenzione è stato finora rintracciato, ma si conosce il particolareggiato Inventario di tutto quello che si contiene nel canterano fatto fabbricare ingegnosamente in Roma d. ... conte O.F. ...,datato al 1699 (pubblicato in Rossi, 1873). Questo esemplare fu presentato a Roma nel 1700, come ricorda l'Orlandi (1704), e "Passò poi detto Cantarano nelle mani del Viceré di Napoli", L. F. de los Cerda, duca di Medinaceli, da cui il F. ricevette, come compenso, il governatorato di Nola e di altre località. Sempre l'Orlandi lo ricorda al governo di una città della Calabria ancora nel 1704. Il ritorno in patria del F. dovette avvenire tra il 1704 e il 1707, anno in cui si trova citato negli Stati d'anime della parrocchia di S. Severo a Perugia (Archivio diocesano, Stati danime, P.S.,San Severo, 1707, ad vocem) e nei Catasti antichi della città (Arch. di Stato di Perugia, Catasti antichi, P.S., III, 48, c. 319). Successivamente il F. realizzò due nuovi canterani, da lui stesso dettagliatamente illustrati nella Descrizione di due casse composte per comodo di un signore che viaggia (Vermiglioli, 1829).
Del volumetto, oggi disperso, furono fatte due edizioni, una nel 1709, l'altra nel 1714; in questo stesso anno, secondo le indicazioni del Vermiglioli, le due casse vennero donate alla principessa Violante Beatrice di Wittelsbach, vedova di Ferdinando de' Medici.
A conferma della pluralità d'interessi, l'Oldoino (1678) segnala che il F. pubblicò, in Perugia, il commento ad un canto sacro.
Sposato con Anna Maria Florenzi dei marchesi di Rasina, il F. ebbe da questa unione numerosi figli; con la morte dell'ultimo i beni familiari passarono al barone di Presule, Fiorenzo Ferretti (Perugia, Archivio stor. di S. Pietro, E. Agostini, ms. del XIX sec., cc. 98v-99v), che cedette il palazzo Ferretti di Porta Sole alla famiglia Piazza.
Il F. morì a Perugia nel gennaio del 1725 e fu sepolto nella chiesa di S. Agostino.
Un suo ritratto, con la data del 1724, fu ammirato dal Vermiglioli (1829) nella raccolta di memorie patrie di F. Friggeri; un altro ritratto era visibile nella Biblioteca Augusta e recava l'iscrizione "Horatius ex co. de Ferrettis obiit octogenario maior mense ianuarii an: MDCCXXV" (Rossi, 1873).
Fonti e Bibl.: A. Oldoino, Athenaeum Augustum, Perusiae 1678, p. 152; G. F. Morelli, Brevi notizie delle pitture e sculture che adornano l'augusta città di Perugia, Perugia 1683, pp. 5-9, 153; P. A. Orlandi, Abcedario pittorico, Bologna 1704, p. 301; L. Pascoli, Vite de' pittori, scultori ed architetti moderni [1730], ed. critica, Perugia 1992, ad Indicem; Id., Vite de' pittori, scultori ed architetti perugini, Roma 1732, pp. 233-235; B. Orsini, Guida al forestiere per l'augusta città di Perugia..., Perugia 1784, p. 183; G. B. Vermiglioli, Biografia degli scrittori perugini..., Perugia 1829, II, pp. 17 s.; A. Rossi, Appendice di erudiz. varia, in Giorn. di erudiz. artistica, II(1873), pp. 168-174; A. Luppatelli, Storia della pittura in Perugia, Foligno 1895, p. 74; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, XI,p. 477; Diz. enc. Bolaffi dei pittori..., IV, p. 410.