COMES, Orazio
Nacque a Monopoli (Bari) l'11 nov. 1848 da Onofrio, e da Caterina Pignatelli; frequentò all'università di Napoli il corso di scienze naturali e si laureò con una tesi sull'impollinazione delle piante, argomento che riprese più tardi in altre due note, contribuendo così, con un apporto di osservazioni originali, al dibattito sulla omo- ed eterogamia nei vegetali. Mentre nell'impostazione linneana del problema la presenza su un medesimo fiore di stami e pistilli doveva provare la autogamia dell'incrocio, gli studi più recenti e coerenti con la teoria darwiniana della variabilità nella specie, presupposto alla selezione, sostenevano l'assoluta generalità della fecondazione eterogamica. Ne erano paladini, fra l'altro, C. K. Sprengel, il fondatore dell'ecologia fiorale, H. Müller e V. Hilldebrand. Il C., senza assumere una posizione rigida nell'uno o nell'altro senso, ma soltanto confrontandosi con la corrente teleologica, dimostrò che spesso nei vegetali si realizza una omogamia, che può esistere da sola o parallelamente all'eterogamia: essa sarebbe provocata dalla posizione relativa o dallo sviluppo, degli organi sessuali, oppure per un contatto, dovuto a movimenti di altre parti fiorali.
Appena laureato il C. fu mandato dal suo maestro V. Cesati alla scuola superiore di Portici per coprire il posto di assistente alla cattedra di botanica, tenuta da N. Pedicino, al quale poi successe nel 1880. La scuola di Portici, fondata nel 1872 ed allogata nell'ex palazzo reale borbonico, era allora l'unico istituto agrario superiore italiano a tipo autonomo; possedeva laboratori, biblioteca ed un orto che, prima il Pedicino e poi il C., portarono ad un rigoglio, venuto poi meno alla morte di quest'ultimo. Anche la pubblicazione del catalogo dei semi, da lui intrapresa, si interruppe in quell'epoca. La scuola di Portici accanto a cattedre per insegnamenti tipicamente agronomici, ne aveva anche per le scienze naturali ed il C. vi tenne quella di botanica generale. Iniziò quindi come botanico e biologo e continuò come fitopatologo ed agrario: le sue ricerche in patologia si giovarono dell'impostazione biologica generale così come la fondamentale monografia sui tabacchi deve la sua utilità classificatoria al rigoroso metodo di ricerca usato.
L'indagine fisiologica del C. continuò con studi metodici e comparativi volti a mostrare come il processo di traspirazione nelle piante sia influenzato da fattori plurimi fra i quali, difficilmente ipotizzabile, ma invece sensibilmente efficace, la luce: di una certa lunghezza d'onda e con azione specifica e variabile sugli organi colorati.
Il C. sistematico esordì con un catalogo di piante raccolte in Egitto e Palestina nel 1874, continuò con la descrizione di una nuova specie, la Richardia Sprengeri, e con la raccolta di un erbario ricco di trentamila specie di tutto il mondo, regalato poi alla scuola di Portici; si affermò infine pienamente con il lavoro su I funghi del Napoletano (Napoli 1878) in cui l'enumerazione delle specie si accompagna, ad una opera di bibliografia e comparazione che permette di individuare, con una precisione prima impossibile, molte specie note, e di identificarne almeno due del tutto nuove.
La micologia, fin dai suoi inizi, si mostrò campo particolarmente fertile per gli studi di patologia vegetale che presero sviluppo soltanto quando ebbero a disposizione i risultati dell'indagine morfologica microscopica e tassonomica fungine. Le scuole fitopatologiche italiane nacquero dai lavori di P. A. Saccardo, da quelli di S. Garovaglio e collaboratori del laboratorio crittogamico di Pavia, e da quelli, a carattere più fisiologico, del gruppo di G. Cuboni.
Il C. sperimentò nei laboratori annessi alla scuola di Portici e sul campo, con successi alterni, talora non esenti da critiche; sempre comunque portando un contributo pratico e teorico al progresso delle conoscenze in patologia vegetale. Fu tra i primi a parlare di batteri quali agenti di alcune malattie delle piante ed attribuì ad un unico batterio, che chiamò Bacterium gummis, la gommosi, che però è alterazione morfo- e fisiologica conseguente nell'organismo vegetale a forme patologiche di diversa eziologia.
La scoperta della eziologia fungina di molte forme morbose nei vegetali fu fatta da E. Tulasne, e da A. De Bary verso la metà del secolo scorso, ma solo alla fine dell'800 l'olandese J.H. Wakker segnalò per primo alcune malattie di origine batterica, seguito dagli italiani F. E. Savastano e V. Cavara, che individuarono i batteri responsabili della rogna dell'olivo e delle galle nei fusti di vite.
Nel 1880 il C. riprese gli studi del De Bary, del De Thumen e del Garovaglio sul mal della vite, chiamato in Francia antracnosi, in Italia vaiolo e poi mal nero, con un sistematico lavoro di anatomia microscopica. Ne trasse la conclusione che la malattia è infettiva e che l'infezione avviene generalmente attraverso le radici; dimostrò poi la presenza dei batteri nei tessuti con degenerazione gommosa e si disse convinto che a questa causa era da imputarsi quell'unica malattia indicata con nomi diversi (giallume, mal nero ed antracnosi).
Si occupò poi della malattia dei cavoli che distruggeva i raccolti nel Napoletano, con analisi che rivelarono la presenza sugli organismi infestati, di tre nuove crittogame parassite: il Cystopus candidus Lév., la Peronospora parasitica De Bary e l'Erisyphe Martii Lév.
Accanto alle descrizioni di forme patologiche vegetali il C. dava anche suggerimenti o istruzioni sulle modalità di prevenzione e cura: così con note successive, per il marciume delle radici, per la gommosi della vite, delle piante fruttifere e del nocciolo; dedicò poi testi più generali all'istruzione dei futuri agronomi della scuola di Portici. Brevettò un metodo per combattere la mosca dell'ulivo, secondo una miscela a base di arsenico, che è poi il componente del classico dachicida De Cillis.
Dal 1881 con alcune note organiche il C. cominciò ad occuparsi della coltura del tabacco (Considerazioni sulla produzione del tabacco in Italia e sulla convenienza di estenderne la coltivazione, specialmente nella provincia di Napoli, Portici 1881) per ordinaria ed indirizzarla correttamente e migliorare la produzione industriale. Intanto la sua opera veniva apprezzata anche a livello amministrativo e politico; dopo la nomina a membro del consiglio tecnico dei tabacchi, nel 1891, egli accentuò lo studio e la sperimentazione in quel settore. Effettuando incroci e coltivando gli ibridi su uno stesso terreno, riuscì ad individuare le due specie originarie delle numerosissime varietà e razze coltivate in Italia e nel mondo: la Nicotiana tabaccum e la Nicotiana rustica. Queste, secondo la minuziosa e non facile ricostruzione filogenetica del C., avrebbero dato origine a gruppi di razze, raccolte e catalogabili insieme, per analogie morfologiche.
La conoscenza scientifica dei caratteri generali da cui discendono le varietà particolari può costituire un validissimo mezzo di scelta per il produttore ed il coltivatore. Con una nota preliminare (Sulla sistemazione botanica...) ed una successiva (Sulla sistemazione botanica dei tabacchi. Nuovo contributo...), ilC. informava di aver potuto raggruppare sistematicamente le varietà dei tipi secondo la somiglianza dei caratteri fogliari e fiorali, e notava che i gruppi così creati erano in armonia con quegli industriali già esistenti. Per ottenere questi risultati aveva allevato più di cinquecento razze, con le sovvenzioni della amministrazione italiana dei tabacchi e del governo degli Stati Uniti.
Tutto questo lavoro confluì infine nella grande monografia Histoire... du tabac che ripercorre la storia dell'uso e della diffusione della pianta, ne descrive la distribuzione geografica, con note lunghe e numerose per segnalare l'eventuale opera di altri autori. Apparve come lavoro assolutamente nuovo al tempo della sua pubblicazione: nemmeno la classica monografia del genere Nicotiana, inserita nel Prodromo... di A. P. De Candolle accenna a razze industriali, mentre è manchevole nella descrizione dei caratteri. Questo del C., che è tra i più importanti tentativi fatti su base scientifica per dare una sistemazione alla grande congerie di varietà di tabacco, dopo un breve periodo di applicazione, restò però senza seguito (sono rimasti solo i nomi ma designano oggi varietà diverse da quelle originariamente indicate dal Comes). Attualmente i tabacchi si distinguono secondo l'origine del prodotto che se ne ricava, il processo industriale usato, le tecniche di manipolazione modernamente introdotte ed altri aspetti.
Innovazione di rilievo e di durature conseguenze fu invece il metodo sperimentale introdotto dal C. ed usato sistematicamente nello studio e nella creazione degli ibridi. Al fine pratico di saggiare nuove qualità, determinare le migliori condizioni di coltura e per la preparazione di buoni tecnici, il C. promosse la costituzione dell'istituto di Scafati, ove egli stesso insegnò fisiologia, patologia vegetale e coltivazioni specialistiche; fu l'inizio di una scuola, alla quale vanno attribuiti i grandi meriti e i risultati della tabacchicoltura italiana.
Il C. fu eletto consigliere comunale a Napoli nel 1901, e fu assessore per l'Igiene fino al 1905; riordinò i servizi sanitari del Comune; fu presidente del Comitato della Croce rossa e per questa raccolse fondi durante la guerra per una dotazione di cinquanta letti d'ospedale. Morì nella sua villa a Bellavista in Portici il 13 ott. 1917.
Le opere più importanti del C. sono le seguenti: Studi sulla impollinazione in alcune piante, Napoli 1874; Continuazione degli studi sulla impollinazione, in Rend. della R. Acc, delle sc. fis. e mat. di Napoli, XIV (1875), 4, pp. 63-71; Azione della temperatura, della umidità relativa e della luce sulla traspirazione delle piante, ibid., XVII (1878), 5-6, pp. 56-70; Sulla malattia dei cavoli apparsa negli orti nei dintorni di Napoli nell'anno 1878, Napoli 1878 (in coll. con E. Celi); Ulteriori studi e considerazioni sulla impollinazione delle piante, in Rend. della R. Acc. delle sc. fis. e mat. di Napoli, XVIII (1879), 2, pp. 37-41; Ricerche sperimentali intorno all'azione della luce sulla traspirazione delle piante, ibid., pp. 267-281; La luce la traspiraz. delle piante, in Atti dell'Acc. dei Lincei. Transunti, s. 3, IV (1879-80), pp.100-103; Le Crittogame parassite delle piante agrarie, Napoli 1881; Catal. delle piante raccolte dal prof. C. in Egitto e Palestina, ibid. 1881; La fillosserinosi ed il mal nero della vite, Palermo 1883; Il marciume delle radici e la gommosi della vite, Napoli 1884; Come provvedere al marciume delle radici per le piante fruttifere, in Atti del R. Ist. di incoraggiamento di Napoli, s. 3, III (1884), 173 pp. 1-14, Il mal nero e la gommosi nella vite ed in qualsiasi altra pianta legnosa, ibid., 53, VI (1887), 10, pp. 1-18; Botanica generale ed agraria, Napoli 1884; Sulla sistemazione botanica delle specie e delle razze del genere Nicotiana, in Atti del R. Ist. d'incoragg. di Napoli, s. 4, VIII (1895), 8, pp. 1-32; Sulla sistemazione botanica dei tabacchi. Nuovo contributo di studi e di ricerche, ibid., IX (1896), 1, pp. 1-30; I tabacchi da fumo ed il R. Istituto sperimentale dei tabacchi, Napoli 1998; Monographie du genre Nicotiana comprenant le classement botanique des tabacs industriels, Naples 1899; Histoire, geographie, statistique du tabac, ibid. 1900; La R. Scuola superiore di agricoltura in Portici nel passato e nel presente, 1872-1906, Portici 1906.
Bibl.: Necr., in Rend. dell'Accademia di sc. fis. e mat. di Napoli, s. 3, XXIII (1917), 10-12, pp. 128 s.; Comm. di P. Marfori, in Atti della Acc. Pontan., s. 2, XXV (1920), pp. 3-9; C. Villani, Scrittori ed artisti pugliesi, Trani 1904, pp. 273 ss.; A. De Gubernatis, Dict. int. des écrivains du monde latin, Firenze 1905, pp. 369 s.; negli Annali d. R. Scuola superiore d'agr. di Portici, s. 2, XII (1914), si trovano gli Atti del Convegno per il festeggiamento del 40° anniv. di fondazione della scuola e per le onoranze ad O. C. (Parole inaugurali dei festegg., di O. Comes, pp. 19-22; inaugur. del busto al C., Parole di G. Mottareale, pp. 55-59; e di F. Cavara, pp. 61-65; G. Rossi, Degli scritti e delle opere di O. C., pp. 69-120); T. Ferraris, I parassiti vegetali, Milano 1905, p. 107; T. Pasetti, Il Monopolio del tabacco in Italia, Portici 1906; M. Benincasa, Scritti vari di tabacchicoltura, Roma 1941, p. 191; Id., Ordinamento fiscale della coltiv. del tabacco in Italia, Roma 1942, p. 25; Un secolo di progresso scient. italiano, Roma 1939, IV, p. 112; G. Catalano, Botanica e genetica del tabacco, in Il tabacco in Italia, Roma 1953, pp. 71-134; V. Bambacioni Mezzetti, Lo Istituto e l'Orto botanico di Roma ad un quarantennio dalla morte di O. C., in Annali della facoltà di agraria dell'univ. di Napoli in Portici, s. 2, XII (1959), p. 56.