ARIOSTO, Orazio
Nacque a Ferrara il 1° nov. 1555, da Giulio, nipote "ex fratre" di Ludovico. Ben poco sappiamo della sua giovinezza: da una lettera del Tasso allo Scalabrino apprendiamo che l'A. in quel tempo (maggio 1576) era in prigione, molto probabilmente per qualche baruffa giovanile. Ebbe legami di amicizia con autorevoli letterati del tempo, fra i quali T. Tasso e F. Patrizi. L'amicizia col Tasso, un tempo profonda, appare incrinata in una lettera che questi invia a S. Gonzaga (probabilmente nel novembre 1576), in cui il Tasso fa esplicitamente il nome dell'A. fra gli avversari dei suo poema (allo stesso periodo risale, d'altro canto, la disputa su una canzone del Tasso che l'A. diffuse come propria). Lo screzio fu poi ricomposto e l'A., forse per sollecitazione dello stesso Scalabrino, inviò al Tasso una lettera e alcune stanze, come prova dei sentimenti di stima e come la migliore assicurazione di non essersi mai alleato con gli avversari del suo poema. Comunque i rapporti tra i due non migliorarono sensibilmente (prova ne sia l'atteggiamento nel complesso freddo e distaccato dell'A. nel periodo delle più aspre polemiche sulla Liberata), ma nel Tasso non si estinse mai il ricordo dell'A se, come apprendiamo da una sua letterà al Patrizi, egli poté tessere a Roma nel 1594 gli elogi dell'A. al cospetto di Cinzio Aldobrandini. Quanto all'affetto che legò il Patrizi all'A., basti leggere le dieci lettere del Patrizi, pubblicate dallo Zenatti: pur fra gli eccessi dei convenevoli d'uso, esse mostrano in modo esplicito la stima e la schietta amicizia che legava i due letterati. Non mancano, del resto, testimonianze concrete di questa amicizia: l'interessamento del Patrizi, infatti, valse a salvare l'A. dal pericolo di perdere il canonicato di cui godeva fin dal 1587. La morte lo colse improvvisamente nel pieno della sua attività, a soli trentotto anni, il 19 apr. 1593.
Varia e complessa fu l'attività letteraria dell'A.: si ha notizia di due libri di liriche e di alcuni sonetti, compresi in raccolte sparse; ci restano inoltre i titoli di due tragedie, Gige e Sidonia, e di una commedia intitolata la Strega, probabilmente rimasta inedita, come il poema epico Alceo, interrotto al XVI canto. Scrisse uno dei quattro intermezzi dell'Alceo, dramma pescatorio di A. Ongaro, rappresentato per la prima volta nel isgi, e compose gli argomenti della Gerusalemme Liberata, comparsi nell'edizione parmense del 1581 a cura di I. Ingegneri.
Di notevole interesse sono le postille manoscritte a I Romanzi di G. B. Pigna, nelle quali s'avverte un'istintiva reazione ad alcuni precetti della poetica aristotelica, specie per quel che riguarda la dottrina dell'imitazi one e la concezione dei generi letterari. Non mancano del resto interessanti osservazioni sullo stile e sul lessico e alcune minuziose postille di carattere filologico, linguistico ed estetico, che ci riportano nell'ambiente critico-letterario della seconda metà del Cinquecento.
L'A. entrò nella famosa controversia suscitata dal Dialogo dell'epica poesia di C. Pellegrino (1584), senza urtare l'ombrosa suscettibili tà dei Tasso, con il quale era inevitabile il paragone, riuscendo nell'intento di difendere il Furioso dalle accuse del Pellegrino. Le Risposte ... ad alcuni luoghi del Dialogo dell'epica poesia furono pubblicate con l'apologia del Tasso ed altri scritti sull'argomento a Ferrara nel 1586. L'opuscolo non è certo di ampio respiro, né si propone di. approfondire le questioni di più vitale interesse; l'A. si limita più modestamente a sottolinearle risolvendole empiricamente: contro il più intransigente aristotelismo corrente, difende la pluralità di azione della cornmedia, mentre ribadisce che l'unità è propria della tragedia. Lo scritto si chiude con l'assennata osservazione che è un "andarsi raggirando senza frutti" il tentar qualunque paragone tra L. Ariosto e T. Tasso, essendo profondamente diverso l'argomento e lo stile dei due poemi.
Fonti e Bibl.: G. B. Pigna, I Romanzi ... ne' quali della Poesia et della vita dell'Ariosto... si tratta, Venezia 1554 (esemplare con note mss. dell'A. posseduto da G. Levi Della Vida, cfr. B. Croce cit. oltre); Risposte del Sig. Horatio Ariosto ad alcuni luoghi del Dialogo dell'epica poesia del Sig. C. Pellegrini; ne' quali si riprendeva l'Orlando Furioso dell'Ariosto, Ferrara 1586; G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, I, 2, Brescia 1753, pp. 1084 s.; G. A. Barotti, Memorie istoriche di letterati ferraresi, Ferrara 1777, pp. 414-417; Appendice alle opere in prosa di Torquato Tasso, a cura di A. Solerti, Firenze 1892, pp. 37 ss.; A. Solerti, Vita di Torquato Tasso, Torino 1895, I, pp. 227, 237, 246-249, 255, 282, 331, 421, 422, 425, 730; O Zenatti, F. Patrizio, O. A., T. Tasso, Verona 1895; A. Belloni, Di un altro inspiratore del Tasso, in Giorn. stor. d. letter. ital., XXVIII (1896), pp. 176-186; M. Catalano, Vita di L. Ariosto, Genève 1930-31, I, pp. 9, 321, 365; B. Croce, Postille manoscritte di O. A. ai "Romanzi" del Pigna, in Aneddoti di varia letteratura, II, Napoli 1953, pp. 12-18.