Scrittore egiziano di Nilopoli; autore di un'opera in due libri sui geroglifici in lingua copta, non anteriore al sec. 4º d. C., tradotta in cattivo greco da un certo Filippo. L'opera non rivela una vera conoscenza dell'antica scrittura e basa le spiegazioni sulle magie e superstizioni in cui l'antica religione egizia si era mutata.