opzioni reali
Classe di o. che, a differenza di quelle finanziarie (➔ opzione, tipologia di p), non sono definite formalmente da qualche clausola contrattuale, standardizzata nelle o. trattate in borsa o liberamente convenuta fra due controparti per o. negoziate fuori borsa (over the counter, ➔). Al contrario, nella cornice di un problema decisionale multiperiodale, possono essere definite come l’opportunità di differire una o più scelte, al momento futuro in cui saranno disponibili nuove informazioni. ● Nell’ambito delle scienze manageriali sono o. r. quelle che consentono di liquidare totalmente o parzialmente (o. r. put), o al contrario di effettuare in una sola volta, oppure anche con opportuni frazionamenti e dilazioni nel tempo (o. r. call), un investimento significativo. La flessibilità che contraddistingue questo approccio è quella tipica di un management moderno, che prende esplicitamente in considerazione l’incertezza che caratterizza un contesto competitivo, sia dal punto di vista commerciale sia da quello tecnologico, ed è propenso a formalizzare questi aspetti in un modello, trattando il problema decisionale in maniera opportunamente sofisticata.
Sulla scia del successo conseguito dalla formula di Black-Scholes (➔ Black-Scholes, formula di) nel campo delle o. finanziarie, la teoria e le applicazioni delle o. r. si sono sviluppate a partire dal 1977. Il primo studioso a procedere a una formalizzazione in questo campo fu S. Myers, docente al MIT Sloan School of Management; rilevanti progressi sono stati poi compiuti, fra gli altri, da L. Trigeorgis e da E. Schwartz. L’importanza dell’argomento è confermata dalla conferenza internazionale sulle o. r., che ha luogo regolarmente ogni anno. ● Negli schemi più semplici le o. r. si valutano applicando metodi ad albero binomiale o trinomiale analoghi a quelli utilizzati per la valutazione di o. finanziarie americane di tipo vanilla (➔ opzioni vanilla) in presenza di dividendi.
Si prenda in esame, per es., il caso delle cosiddette o. di dilazione di un progetto di investimento. Esercitare l’o. r. significa decidere di effettuare l’investimento. Tale decisione può essere assunta in corrispondenza a ogni nodo dell’albero entro una certa scadenza. Si tratta dunque di un’o. americana (➔ opzioni americane). Ogni nodo rappresenta una combinazione di tempo e di valore attribuito al DCF (Discounted Cash Flow, o valore attuale netto) del progetto in un certo stato di informazione sull’andamento delle variabili rilevanti per il progetto stesso. Il DCF assume dunque il ruolo tipico del sottostante negli schemi classici delle o. finanziarie. Il mantenimento in vita dell’o., comportando un ritardo nell’effettuazione dell’investimento e accorciando il periodo di godimento di una posizione di privilegio sul mercato, può comunque determinare una perdita di valore con un effetto assimilabile alla distribuzione di un dividendo nelle o. finanziarie. La decisione di procedere all’investimento comporta un costo analogo al prezzo di esercizio di un’o. tradizionale. In ogni nodo dell’albero, con procedimento a gambero (all’indietro) a partire dalla scadenza, si confronta il valore dell’esercizio immediato (differenza positiva fra valore del DCF e costo dell’investimento) e il valore dell’o. r. mantenuta viva (valore attuale medio della strategia ottima in tutti i possibili nodi successivi dell’albero). Partendo dall’origine dell’albero (tempo 0), si effettua l’investimento nel primo nodo utile in cui il DCF dell’esercizio immediato (investimento) supera il valore dell’attesa. Fin qui le analogie fra il modello reale e quello finanziario. Vi sono però anche notevoli differenze. La valutazione del DCF in un certo nodo è notevolmente più impegnativa e soggetta a rischio di errore della semplice rilevazione del valore di mercato di un sottostante titolo finanziario. Il DCF non è comunque un titolo negoziato e ciò impedisce l’applicazione di metodologie di arbitraggio non rischioso per determinare una regola di evoluzione probabilistica che giustifichi una valutazione basata sulla regola del valore attuale medio. Nonostante questi inconvenienti, l’approccio basato sulle o. r. è ritenuto particolarmente utile per individuare il momento ottimale di effettuazione di un investimento in situazioni in cui un’azienda abbia un diritto esclusivo, anche temporaneo, allo sfruttamento di una risorsa naturale o di un brevetto.
L’o. di espansione di un progetto si configura invece con caratteristiche analoghe a un problema di o. composte. La valutazione del DCF di un investimento effettuabile in un certo momento deve incorporare in certi casi la vantaggiosità derivante (solo in certi futuri stati del mondo) dalla o. di aumentare la dimensione del progetto, ovvero di espandere in tal caso l’attività a nuovi prodotti o a nuovi mercati, l’accesso ai quali sarebbe impossibile o molto più costoso in mancanza dell’investimento preliminare. In questi casi decidere di effettuare un investimento significa esercitare un’o. call che incorpora la possibilità di un’altra o. call successiva. Lo scenario è quindi quello di un’o. call composta, a due o anche a più stadi. Campi tipici di applicazione sono le decisioni relative a investimenti in ricerca e sviluppo o in nuove tecnologie, in cui il vantaggio non deriva tanto dall’investimento iniziale quanto dalle condizioni di vantaggio competitivo che, sia pure solo in via aleatoria, esso potrà rilasciare nel futuro. ● Simile a un’o. put è invece l’o. r. di abbandono. Essa è associata a situazioni in cui sia possibile uscire, limitando così almeno parzialmente le perdite, da un investimento che a un certo punto si riveli svantaggioso.