opposizione
Nella vita politica, l’azione di contrasto esercitata dai partiti che professano idee contrarie a quelle del governo; in senso concreto e collettivo, l’insieme dei partiti (o dei loro rappresentanti in parlamento) che nei Paesi a regime parlamentare non fanno parte del governo e sono contrari alla politica da questo perseguita. L’esistenza di una o., che può esprimere liberamente le proprie opinioni in contrasto con quelle della maggioranza, è una caratteristica essenziale dei regimi democratici. Il sistema in cui è più completo il procedimento di istituzionalizzazione dell’o. è quello parlamentare britannico, in cui l’attribuzione dello status di o. ufficiale al gruppo di minoranza più numeroso è la premessa di tutta una serie di poteri-doveri, per es. il vincolo di costituire un «gabinetto ombra» per garantire l’immediata sostituzione di un governo alternativo a quello entrato in crisi. Nell’ordinamento italiano non esiste questo concetto di o. istituzionalizzata, ma la nozione di o. può essere desunta dalle norme della Costituzione sul processo di determinazione della politica nazionale e sul sistema che regola i rapporti tra Parlamento e governo. L’art. 49 stabilisce che tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale: si riconosce così un ruolo permanente nel procedimento di formazione della volontà politica anche ai partiti di minoranza. Inoltre, la nozione di o. nasce in relazione alla procedura di conferimento della fiducia al governo (art. 94), come minoranza che si è opposta all’investitura di un determinato governo, quindi con riferimento alla determinazione complessiva della politica nazionale.