oppiofobia
s. f. Avversione nei confronti dell’uso, anche farmaceutico, di oppio e di suoi derivati.
• [tit.] «Battuta l’oppiofobia / Anche ai bambini il diritto di non soffrire» / L’esperto del governo Guido Fanelli ho preparato il testo (Corriere della sera, 10 marzo 2010, p. 25, Cronache) • Perché gli oppioidi sono ancora considerati rischiosi? «Perché nell’immaginario collettivo ma purtroppo anche nella classe medica esiste quella che io definisco oppiofobia. Si ha paura che questi farmaci deprimano l’attività respiratoria mentre se usati a giusto dosaggio aiutano il paziente ad eliminare il senso di soffocamento. Esiste ancora il tabù della morfina, si pensa che rappresenti l’ultimo stadio prima della condanna a morte e invece è un farmaco molto meno pericoloso di aulin o aspirina se usato da mani esperte. Quanto alla cannabis, che in Toscana è possibile utilizzare a scopi terapeutici da oltre un anno, posso dire che sia un ottimo coadiuvante per lenire i sintomi di varie malattie» [Paolo Morino]. (Repubblica, 6 settembre 2014, Firenze, p. II).
- Composto dal s. m. oppio con l’aggiunta del confisso -fobia.
- Già attestato nella Stampa del 20 giugno 1999, p. 36, Torino e Provincia (Marco Augusto Trompeo riportato da Angelo Conti).