Este, Opizzo II d'
, Figlio naturale di Rinaldo, che morì in Puglia ostaggio di Federico II fu dall'avo Azzo VII (morto nel 1264) fatto riconoscere legittimo erede della signoria ferrarese, della Marca d'Ancona e di ogni altro titolo e possesso dei marchesi Estensi.
Divenuto signore perpetuo di Ferrara, O. favorì il trionfo angioino e del guelfismo, derivandone cospicui vantaggi. Perseguì un'accorta politica espansionistica: nel 1288 fu nominato signore di Modena, e l'anno seguente di Reggio. Morì nel 1293, a quanto attestano le cronache, soffocato con un piumaccio da un familiare. La testimonianza dantesca (If XII 111-112) avvalora sia la pubblica fama della morte violenta di O., sia la voce che corse della responsabilità di Azzo VIII, dovendosi con probabilità il figliastro del v. 112 identificare con lui, sia che si dia al termine il valore di " figlio perverso " (Ottimo), sia quello di " figlio adulterino " di Giacomina Fieschi prima moglie di O. (Anonimo, Boccaccio). Sembra difatti da escludersi l'esistenza di un vero figliastro di O. o l'identificazione dell'uccisore con un altrimenti ignoto bastardo di lui. La fama di crudeltà che circondava l'E. fa sì che D. lo collochi fra i tiranni, immersi nel Flegetonte, sotto infinito al ciglio (v. 103), e se lo fa indicare da Nesso, essendo solo distinguibile per la bionda chioma (v. 110), così come Ezzelino III da Romano, a lui vicino nella sanguigna e bollente bagna, è identificabile in grazia del pel così nero (v. 109). L'impassibile obiettività del contesto sottolinea l'avversione che D. nutre nei confronti di tutti i tiranni che dier nel sangue... di piglio (v. 105), antichi e moderni, così come la perentoria certificazione, da parte sua, di un realmente perpetrato parricidio e dell'origine adulterina dell'uccisore ed erede di O. (se figliastro va interpretato come suggeriscono il Boccaccio e l'Anonimo) testimonia la sua ostilità per la casa estense, confermata in vari altri luoghi della Commedia e del De vulg. Eloq. (v. Este, Azzo). Così il marchese, appunto O., è compreso nello sprezzante biasimo di cui D. fa oggetto Venedico Caccianemico (XVIII 48-66), il quale gli prostituì la sorella Ghisolabella, moglie del ferrarese Niccolò da Fontana. E questa riprovazione si estende anche ai figli di O.: Azzo VIII suo erede e successore nel marchesato, e Beatrice, benché in questo caso il biasimo sia meno diretto ed esplicito, e soprattutto provocato dall'avversione che le seconde nozze suscitavano nell'età medievale. D. infatti pone in rilievo lo sconveniente abbandono del gallo di Gallura segnacolo di guelfismo per la ghibellina vipera che Melanesi accampa (Pg VIII 80-81).
Bibl. - G. de Leva, Sugli Estensi ricordati dall'Alighieri, in D. e Padova, studi storico-critici, Padova 1865, 235-251; I. Del Lungo, D. e gli Estensi, in D. ne' tempi di D., Bologna 1888, 377-434; T. Sandonnini, D. e gli Estensi, Modena 1893; I. Della Giovanna, Osservazioni intorno al canto XII dell' Inferno, in " Giorn. d. " VIII (1900) 475-476; G. Lesca, Nel primo girone della violenza, ibid 241-264.