opimo
Ricorre solo in due passi del Paradiso, in accezioni estensive già presenti anche nel latino opimus.
Vale " fertile ", " copioso di frutti ", in Pd XXX 111 come clivo in acqua di suo imo / si specchia... / quando è nel verde e ne' fioretti opimo. All'abbondanza dei frutti, ma in senso figurato, si allude anche in XVIII 33 spiriti son beati, che giù, prima / che venissero al ciel, fuor di gran voce, / sì ch'ogne musa ne sarebbe opima.
Meglio che dalla chiosa del Buti (" ogni finzione poetica, che di ciò volesse parlare... ne sarebbe grassa e abbondante "), il valore espressivo della locuzione è chiarito dal commento del Mattalia: " grammaticalmente, per la solita stretta espressiva, riferito a musa (canto, poeta); logicamente al termine suo proprio e sottinteso: ne (avrebbe materia opima) ".