Teologo (sec. 12º), della cui vita non si hanno notizie (egli stesso volle coprire il suo nome col silenzio); monaco a Ratisbona, poi a Canterbury (ove subì l'influenza delle idee di Anselmo d'Aosta); non ha rapporti con Autun al quale alcuni hanno voluto riferire l'Augustodunensis che accompagna il suo nome (Honorius Augustodunensis). Numerosi i suoi scritti, per lo più di compilazione, sugli argomenti più disparati: di fisica (Imago mundi, De solis effectibus, Clavis physicae che è in gran parte una compilazione dal De divisione naturae di Scoto Eriugena); di storia (Summa totius seu de omnimoda historia, De luminaribus Ecclesiae, De viris illustribus); di liturgia (Sacramentarium e Gemma animae de divinis officiis, che è una spiegazione simbolica della liturgia). Grande infine la produzione più propriamente teologica: Elucidarium sive dialogus de summa totius christianae religionis; Inevitabile seu de libero arbitrio; Eucharisticon de Corpore Domini; Cognitio vitae de Deo et aeterna vita (operetta erroneamente attribuita a s. Agostino); De animae exilio et patria; Quaestiones octo de angelo et homine; e ancora scritti di morale, tra cui l'Offendiculum seu de incontinentia sacerdotum sulla corruzione del clero (in esso prese posizione, circa i problemi sollevati dalla lotta delle investiture, a favore delle tesi papali romane).