PANVINIO, Onofrio
– Nacque a Verona il 20 febbraio 1530 da Onofrio Panvino e Bartolomea Campagna; al battesimo ricevette il nome di Giacomo, che mutò in quello paterno al momento del suo ingresso nella vita religiosa. Entro il 1552 modificò poi il cognome in Panvinio («all’anticha et per maggior consonantia», come scrisse a Girolamo Ruscelli nel 1564, in Ruscelli, Lettere, a cura di C. Gizzi - P. Procaccioli, 2010, p. 187). Il giorno della nascita si ricava da una lettera a Hans Jakob Fugger del 20 febbraio 1563, nella quale Panvinio unisce alla data l’indicazione «die natalis meo» (Biblioteca apostolica Vaticana, Vat. lat., 6277, c. 74r). Ebbe un fratello, Paolo, e una sorella, Cassandra. I Panvino erano sartores relativamente modesti nella contrada di S. Vitale, situata oltre l’Adige. La madre probabilmente non era nobile, come invece affermò Panvinio, ma dei Campagna Tagliapietra (Biancolini, 1749; Campagnola, c. 42r e passim).
Da bambino perse il padre e furono probabilmente le conseguenti ristrettezze economiche della famiglia a suggerire di avviarlo alla carriera ecclesiastica. Dal 1537 circa frequentò la Scuola degli accoliti della cattedrale di Verona con il sostegno di un parente, Geronimo Panvino, cappellano della stessa cattedrale. Questa scuola, all’epoca del vescovo riformatore Gian Matteo Giberti, si distingueva per la disciplina e per l’ampiezza del suo programma educativo sia nelle lettere greche e latine sia nella musica. Nel 1541 Panvinio prese l’abito degli eremitani di S. Agostino nel convento di S. Eufemia. In quegli anni ebbe come maestri i priori Giovanni Battista Marchesino e Ambrogio da Verona e frequentò anche la scuola di grammatica di Daniele Aliense.
Girolamo Seripando, priore generale dell’Ordine agostiniano, recatosi a Verona, riconobbe il talento del ragazzo e lo inviò, probabilmente nel 1546, a Napoli per proseguire la sua formazione presso lo Studio generale dell’Ordine. Qui rimase per due anni per poi trasferirsi a Roma allo Studio di S. Agostino, dove nel 1553 concluse gli studi teologici e fu nominato insegnante (lector). Svolse questo incarico per meno di un anno, dato che nel 1554 ottenne dal generale il permesso straordinario di vivere fuori dal convento e di dedicarsi in proprio agli studi storici. Nonostante questo, gli furono conferiti i gradi di baccalaureus nel 1556 e di magister sacrae theologiae nel 1557.
Ancora giovanissimo, seppe legarsi a importanti membri dell’alta gerarchia ecclesiastica. Seripando gli commissionò, ancora diciannovenne, una cronaca dell’Ordine agostiniano (Commentarium rerum Ordinis…, in Constitutiones Ordinis fratrum eremitarum sancti Augustini, Roma, A. Blado, 1551, cc. 25r-58r). Anche il cardinale Marcello Cervini lo sollecitò ad ampliare i suoi interessi di ricerca: quando nel 1552 ultimò la trascrizione manoscritta dei calendari di Roma antica (Fasti Capitolini), Cervini lo convinse a studiare, oltre alla cronologia romana classica, anche temi di storia ecclesiastica. Nel 1553 portò a termine la prima versione manoscritta del trattato apologetico sul primato di s. Pietro (Biblioteca apostolica Vaticana, Vat. lat., 6883: De primatu Petri), diretto contro le teorie protestanti e con dedica a Cervini.
Dopo la morte di Cervini, che nel 1555 fu papa solo per poche settimane con il nome di Marcello II, trovò un nuovo mecenate nel cardinale Alessandro Farnese. Negli anni 1555-56, quando il rapporto con Farnese non era ancora consolidato, Panvinio fu in contatto anche con altri mecenati, scrivendo su commissione le storie di alcune nobili famiglie romane quali i Frangipane, i Massimo, i Mattei e i Savelli (Biblioteca apostolica Vaticana, Barb. lat., 2481: De gente Fregepania; Padova, Biblioteca Universitaria, Mss., 263, cc. 193r-220r: De gente nobili Matthaeia; De gente Maxima, in Spicilegium Romanum, a cura di A. Mai, IX, Roma 1843, pp. 549-591; De gente Sabella, a cura di E. Celani, in Studi e documenti di storia e diritto, XII (1891), pp. 271-309; XIII (1892), pp. 187-206). A causa dei pessimi rapporti tra il cardinale Farnese e papa Paolo IV, nel giugno 1556 lasciò Roma e seguì il cardinale, con cui trascorse un anno a Parma. Dall’autunno del 1557 fino all’estate 1559 si fermò a Venezia.
In questo periodo ultimò e diede alle stampe la sua edizione commentata dei Fasti, facendoli proseguire sino all’imperatore Carlo V (Fastorum libri V, Venezia, V. Valgrisi, 1558). Le sezioni del volume sono inaugurate da dediche a vari corrispondenti e amici eruditi: Antonio Agustín, Ottavio Pantagato, Benedetto Egio, Gabriele Faerno, Gentile Delfini, Annibal Caro. Una precedente versione del volume, fatta stampare dall’antiquario Iacopo Strada a Venezia nel 1557 (Fasti et triumphi), non aveva soddisfatto l’autore. Una vicenda simile riguarda l’edizione della sua breve cronologia dei papi e cardinali, anch’essa inizialmente pubblicata a Venezia da Strada nel 1557, con il titolo Epitome pontificum Romanorum: Panvinio ne pubblicò nello stesso anno una versione revisionata presso un altro editore veneziano, Michele Tramezzino, intitolata Romani pontifices et cardinales.
Nel 1558 pubblicò due volumi complementari ai Fasti: a Venezia, per Vincenzo Valgrisi, i Reipublicae Romanae commentarii, dedicati all’imperatore Ferdinando I, che trattano la topografia di Roma antica e l’organizzazione dello Stato romano e del suo impero; a Basilea, per Heinrich Petri, i Romani principes, opera dedicata a Filippo II di Spagna, che presenta la cronologia degli imperatori romani e dei sovrani d’Italia da Augusto fino a Carlo V, accanto a un trattato sulle elezioni degli imperatori (De comitiis imperatoriis).
Nell’estate del 1559 lasciò Venezia per la Germania, con l’intento di compiere estese ricerche negli archivi tedeschi. Ad Augusta incontrò il cardinale Otto Truchsess von Waldburg e l’imperatore Ferdinando, ma fu quella l’ultima tappa del suo viaggio: la morte ormai prossima di Paolo IV rendeva possibile il ritorno a Roma insieme con il cardinale Farnese. Il 24 dicembre 1559 Panvinio, nella veste di confessore, fu invitato da Farnese ad assistere al conclave e qui, il giorno dopo, fu testimone dell’elezione di Pio IV.
Da allora si dedicò principalmente alla storia ecclesiastica (iniziando con il De varia creatione Romani pontificis, un trattato sulla storia delle elezioni papali) e allo studio degli edifici di culto cristiani. Nel 1565 ricevette da Pio IV un impiego come corrector e revisor di manoscritti presso la Biblioteca Vaticana; svolse questo incarico per meno di un anno, poiché il papa successivo, Pio V, per motivi economici non lo confermò. Ciò lo spinse a ricercare nuovi fondi per i suoi studi: fu un impegno strenuo, testimoniato dall’alto numero dei dedicatari delle sue opere. Di fatto, fin dall’inizio degli anni 1560 appare in una sorta di vortice: la sua attività di scrittore sempre crescente (resa tale dalla necessità di soddisfare i suoi mecenati) lo costrinse a spese sempre maggiori per i copisti e il materiale scrittorio e, quindi, alla ricerca di nuovi finanziamenti.
In questo periodo produsse molti manoscritti, ma poche opere a stampa. Fra queste ultime sono significative le due edizioni a sua cura della Historia de vitis pontificum di Bartolomeo Sacchi (il Platina). La prima uscì a Venezia, per Michele Tramezzino, nel 1562, con dedica a Pio IV, e contiene sia le annotazioni di Panvinio a molte vite del Platina sia le vite, scritte da Panvinio stesso, dei papi da Sisto IV a Pio IV (un’edizione incompleta fu realizzata a Colonia, M. Cholinus, 1562, probabilmente senza l’autorizzazione dell’autore). La seconda edizione aggiornata, stampata a Colonia sempre da Maternus Cholinus nel 1568, fu dedicata a Pio V e al viceré di Napoli, Pedro Afán de Ribera; essa contiene anche i brevi trattati Interpraetatio multarum vocum ecclesiasticarum..., De stationibus Urbis Romae e De ritu sepeliendi mortuos apud veteres Christianos et eorundem coemeteriis. Nel 1568 uscirono inoltre il Chronicon ecclesiasticum, con la dedica a Luis de Torres (per M. Cholinus), e un volume contenente i ritratti dei papi da Urbano VI a Pio V (XXVII pontificum maximorum elogia et imagines), pubblicato a Roma da Antoine Lafréry, con la dedica ad Alberico Cibo marchese di Massa.
Della sua produzione manoscritta, ricordiamo: il De varia creatione Romani pontificis, dedicato nel 1559 a Farnese e nel 1563, in versione ampliata, a Hans Jakob Fugger (Roma, Biblioteca Angelica, Mss., 83; Monaco, Bayerische Staatsbibliothek, Clm, 147-152; un’epitome fu dedicata una volta a Carlo Borromeo, una volta a Pio IV, una volta a Fugger: Roma, Biblioteca Angelica, Mss., 1112; Biblioteca apostolica Vaticana, Vat. lat., 6107.III, cc. 490r-604v; Monaco, Bayerische Staatsbibliothek, Clm, 154); il De comitiis, che nel 1563, in una nuova redazione, fu dedicato a Massimiliano II (Monaco, Bayerische Staatsbibliothek, Clm, 153); i Vetusti aliquot rituales libri, collezione di testi cerimoniali e liturgici dedicata a Farnese nel 1564 e a Fugger nel 1565 (Biblioteca apostolica Vaticana, Vat. lat., 6112; Monaco, Bayerische Staatsbibliothek, Clm, 132); una nuova redazione del De primatu Petri con dedica, nel 1566, a Pio V (edizione a stampa, solo del I libro: Verona, G. Discepolo, 1589); una storia dei papi corredata dai loro ritratti, preparata dal 1562 al 1567, su commissione di Fugger (Monaco, Bayerische Staatsbibliothek, Clm, 155-160); un’edizione manoscritta della Collectio Avellana, dedicata nel 1567 al cardinale Truchsess (Biblioteca apostolica Vaticana, Vat. lat., 6206, cc. 219r-223r), e un’altra del Registrum Gregorii VII dedicata nello stesso anno al vescovo di Frisinga, Ernesto di Baviera (Milano, Biblioteca Ambrosiana, Mss., G31 inf.). Alla sua morte rimasero incomplete due opere monumentali: le Antiquitates Romanae, grande progetto ispirato a Varrone e dedicato a Massimiliano II (Biblioteca apostolica Vaticana, Vat. lat., 6783), e l’Historia ecclesiastica, diretta contro i protestanti e con dedica a Filippo II (Madrid, Real Biblioteca de El Escorial, Mss., f.I.16).
Panvinio morì a Palermo pochi giorni prima del 20 aprile 1568, forse di febbre, durante un viaggio con il cardinale Farnese. Non si hanno notizie del luogo di sepoltura, ma verosimilmente fu tumulato nella sepoltura comune dei frati nel convento palermitano di S. Agostino.
Le sue opere mostrano, quale carattere innovativo, la volontà di servirsi di tutte le diverse tipologie di fonti, sia storiche che storico-artistiche, sia testuali che materiali. Sono state apprezzate da studiosi di varie epoche e molteplici discipline come Joseph Scaliger (cronologia), Giovanni Battista De Rossi (archeologia) e Paul Fridolin Kehr (diplomatica). Più di recente sono state riscoperte e utilizzate anche da storici dell’arte.
Per la bibliografia cfr. D.A. Perini, Bibliographia Augustiniana, III, Firenze 1935, pp. 53-65. I numerosi manoscritti inediti si conservano soprattutto nella Biblioteca apostolica Vaticana, nella Biblioteca Ambrosiana di Milano e nella Bayerische Staatsbibliothek di Monaco di Baviera: cfr. Catalogus codicum manu scriptorum Bibliothecae Regiae Monacensis, III, 1, München 1892, pp. 33-36; P.O. Kristeller, Iter Italicum, I-VI, London-Leiden 1963-1997, ad indices. Oltre alle edizioni a stampa già menzionate nel testo cfr.: De baptismate paschali..., Roma, A. Blado, 1560; De praecipuis urbis Romae… basilicis, Roma, Er. A. Blado, 1570; De triumpho, Venezia, M. Tramezzino, 1571; De ludis circensibus, Venezia, G.B. Ciotti, 1600; Antiquitates Veronenses, a cura di M.A. Clodio et al., Padova 1647; De rebus antiquis… basilicae S. Petri, a cura di A. Mai, in Spicilegium Romanum, IX, Roma 1843, pp. 192-382; De sacrosancta basilica… Lateranensi, a cura di P. Lauer, in Le Palais de Latran, Paris 1911, pp. 410-490; O. Panvinio, De creatione Pii IV papae, a cura di S. Merkle, in Concilium Tridentinum, II, Freiburg i. Br. 1911, pp. 575-601 (dove Panvinio descrive i suoi viaggi e soggiorni tra il 1556 e il 1559, nonché lo svolgimento del conclave che portò all’elezione di Pio IV).
Della vasta corrispondenza si indicano qui i principali nuclei: le lettere di vari studiosi dirette a Panvinio, tratte dal ms. Milano, Biblioteca Ambrosiana, D.501 inf., sono pubblicate in C. Sigonio, Opera omnia, a cura di F. Argelati, VI, Milano 1737, coll. 993-1026; A. Agustín, Epistolae, a cura di J. Andrés, Parma 1804, pp. 251-380 (cfr. anche Id., Epistolario, a cura di C. Flores Sellés, Salamanca 1980, passim; J. Carbonell Manils, Epigrafia i numismàtica a l’epistolari d’A. Agustín, tesi di dottorato, Universitat Autònoma de Barcelona, 1991, ad ind.); L. Ceretti, Gabriele Faerno…, in Aevum, XXVII (1953), pp. 307-331; A. Caro, Lettere familiari, a cura di A. Greco, II-III, Firenze 1959-61, ad ind.; O. Pantagato, La correspondència, a cura di A. Soler Nicolau, tesi di dottorato, Universitat Autònoma de Barcelona, 2000, ad ind.; lettere dirette a Panvinio, tratte dal ms. Biblioteca apostolica Vaticana, Vat. lat., 6412, pubblicate in Perini 1899, passim; P. Canisius, Epistulae et acta, a cura di O. Braunsberger, VI, Freiburg i. Br. 1913, pp. 69, 654-656 (O. Truchsess von Waldburg); W. Maasen, Hans Jakob Fugger, München 1922, pp. VI-VIII, 96-126; K.A. Gersbach, O. P.’s “De comitiis imperatoriis”..., in Analecta Augustiniana, LIII (1990), pp. 409-452; lettere di Panvinio a H.J. Fugger inedite in Biblioteca apostolica Vaticana, Vat. lat., 6277; lettere di Panvinio al cardinale Farnese nell’Arch. di Stato di Parma, pubblicate in A. Ronchini, O. P., in Atti e memorie delle RR. Deputazioni di storia patria per le provincie modenesi e parmensi, s. 1, VI (1872), pp. 207-226. Per la corrispondenza con i fiorentini cfr. K.A. Gersbach, O. P., OSA, and his Florentine Correspondents Vincenzio Borghini, OSB, Pietro Vettori, Francesco de’ Medici, in Analecta Augustiniana, LX (1997), pp. 207-280.
Fonti e Bibl.: Verona, Biblioteca civica, Mss., 2852: B. Campagnola, Materiali per scrivere la vita e commentare le opere delle antichità veronesi di O. P.; G. Ruscelli, Lettere, a cura di C. Gizzi - P. Procaccioli, Manziana 2010, pp. 186-193 (lettera autobiografica di P. a Ruscelli, 4 novembre 1564); G. Ruscelli, O. P., in Id., Le imprese illustri, Venezia 1566, pp. 532-535 (rist. in Id., Lettere, 2010, pp. C-CVI); G. Poggiani, Epistolae, a cura di G. Lagomarsini, IV, Roma 1758, pp. 95-96 nota a (lettera di A. Elio a G. Sirleto, 20 aprile 1568, sulla morte di P.); P. Panvinio, Vita del reverendo padre O. P., in Perini, O. P. e le sue opere, 1899, pp. 214-224; Hieronymi Seripando O.S.A. Registrum..., a cura di D. Gutiérrez, IV-VII, Roma 1986-96, ad ind.; Christophori Patavini O.S.A. Registrum…, a cura di A. Hartmann, I-V, Roma 1985-97, passim.
G.B. Biancolini, Notizie storiche delle chiese di Verona, II, Verona 1749, p. 517; D.A. Perini, O. P. e le sue opere, Roma 1899; O. Hartig, Des Onuphrius Panvinius Sammlung von Papstbildnissen..., in Historisches Jahrbuch, XXXVIII (1917), pp. 284-314; G.B. Ladner, Die Papstbildnisse des Altertums und des Mittelalters, Città del Vaticano 1941-84, ad ind.; J.L. Orella Unzué, Respuestas católicas a las Centurias de Magdeburgo, Madrid 1976, ad ind.; I. Herklotz, “Historia sacra” und mittelalterliche Kunst..., in Baronio e l’arte, a cura di R. De Maio et al., Sora 1985, pp. 21-74; K.A. Gersbach, The books and personal effects of young O. P., O.S.A., in Vat. Lat. 7205, in Analecta Augustiniana, LII (1989), pp. 51-76; W. McCuaig, The “Fasti Capitolini” and the study of Roman chronology..., in Athenaeum, LXIX (1991), pp. 141-159; K.A. Gersbach, O. P. and Cybo Family pride in his treatment of Innocent VIII and in the “XXVII pontificum maximorum elogia et imagines”, in Analecta Augustiniana, LIV (1991), pp. 115-141; Id., A history of Biblioteca Angelica Latin Manuscript 64. O. P.’s “Antiquitatum Veronensium libri VIII”, ibid., LV (1992), pp. 207-220; Id., A letter of Ambrogio of Verona, O.S.A., in Augustiniana, XLII (1992), pp. 207-212; Id., O. P.’s brother, Paolo, and his role in the posthumous edition of the “De primatu Petri”..., in Analecta Augustiniana, LVI (1993), pp. 241-264; Antonio Agustín..., a cura di M.H. Crawford, London 1993, ad ind.; K.A. Gersbach, Giuseppe Panfilo, OSA..., in Analecta Augustiniana, LVIII (1995), pp. 45-83; J.-L. Ferrary, O. P. et les antiquités romaines, Roma 1996; Id., P. (O.), in Centuriae Latinae, a cura di C. Nativel, Genève 1997, pp. 595-599; A. Aubert, Paolo IV..., Firenze 1999, ad ind.; I. Herklotz, Cassiano Dal Pozzo…, München 1999, ad ind.; W. Stenhouse, Reading inscriptions and writing ancient history, London 2005, ad ind.; “Nunc alia tempora, alii mores”. Storici e storia in età postridentina, a cura di M. Firpo, Firenze 2005, ad ind.; E. Lurin, Etienne Dupérac, graveur, peintre et architecte, tesi di dottorato, Université Paris-Sorbonne, 2006, passim; S. Bauer, The censorship and fortuna of Platina’s “Lives of the Popes”..., Turnhout 2006, ad ind.; C. Occhipinti, Pirro Ligorio…, Pisa 2007, ad ind.; E. Lurin, Les restitutions de scènes antiques. O. P. iconographe et inventeur d’images, in Programme et invention..., a cura di M. Hochmann et al., Paris 2008, pp. 153-173; S. Bauer, Humanisten und Klienten. Grundlinien der Papstbiographik im 16. und 17. Jahrhundert, in Historiographie an europäischen Höfen, a cura di M. Völkel - A. Strohmeyer, Berlin 2009, pp. 247-253; Id., Wieviel Geschichte ist erlaubt? Frühmoderne Zensur aus römischer Perspektive, in Geschichte schreiben, a cura di S. Rau - B. Studt, Berlin 2010, pp. 334-347; W. Stenhouse, P. and “descriptio”. Renditions of history and antiquity..., in Papers of the British School at Rome, LXXX (2012), pp. 233-256; S. Bauer, La transizione storiografica tra Rinascimento e Controriforma: il caso di O. P., in La transizione come problema storiografico, a cura di P. Pombeni - H.-G. Haupt, Bologna 2013, pp. 129-149.