ONNISCIENZA
È l'attributo pertinente alla natura divina, in quanto la sua assoluta perfezione esclude la possibilità di un'ignoranza anche minima.
ll carattere del sapere era stato considerato intrinseco ad essa fin dai primordî della teologia ellenica (p. es., da Senofane): e Aristotele, concependo Dio come sapere assoluto, consapevole di sé medesimo (νόησις νοήσεως), lo considerò addirittura come unico segno dimostrativo della sua natura spirituale. Ma se la divinità aristotelica, nella sua perfetta autocoscienza, era per ciò stesso inconsapevole di tutto l'imperfetto mondo delle cose, di esso ebbe piena conoscenza la divinità come fu concepita nell'ebraismo e nel cristianesimo; e non solo in ogni entità reale ma anche di ogni entità possibile e pensabile, ponendosi così come del tutto onnisciente: tale la i tesi concordemente sostenuta dalla teologia patristica e scolastica, anche quando si appoggia alla concezione aristotelica. L'onniscienza divina non ha naturalmente limiti neppure nel tempo, estendendosi alla sfera del futuro e presentandosi sotto tale aspetto come "prescienza": dal che nasce il problema della sua conciliazione con la libertà e responsabilità umana e con la stessa sua divina attività e potenza creatrice, quando essa sia concepita come assoluta libertà secondo che avviene nella predestinazione. Cfr. dio; libertà; prescienza.