ONNASEUOS (᾿Οννάσευος?)
Nome di un sileno su uno sköphos italiota a figure rosse del museo di Palermo (n. 961).
Sul lato posteriore è una scena di genere: un efebo accanto a una donna che si guarda allo specchio. Sul lato anteriore una menade con chitone senza maniche, suonatrice del doppio flauto (δίαυλος), è eretta accanto alla figura maschile, del tutto ignuda, seduta su una roccia; il sileno è barbato, ha orecchie caprine e un'acconciatura a diadema con tenie ricadenti sul petto; in una mano sostiene un lungo bastone terminante in cima con due appendici forcute e una grossa pigna centrale, mentre l'altra è ripiegata e poggia sul ginocchio. Accanto al sileno si erge un pilastrino, su cui è iscritto il suo nome: ΟΝΝΑΣΕΥΟΣ o ΟΝΝΑΣΕΥΑΣ (Trendall); lo Heydemann suppone che il nome derivi da ὄνος e σεύω = "spaventa, scaccia asini": ma questa interpretazione, abbastanza confacente alla natura del personaggio rappresentato, urta contro seri ostacoli di carattere filologico.
Bibl.: Höfer, in Roscher, III, i, 1897-909, c. 912, s. v.; R. Förster, Myscellen., VII, in Arch. Zeit., XXVIII, 1872, pp. 130-1, tav. LV; H. Heydemann, Satyr- und Bakchennamen, Halle 1880, p. 21; P. Kretschmer, Die griechischen Vaseninschriften, Gütersloh 1894, p. 176, n. 153; A. D. Trendall, Frühitaliotische Vasen, Lipsia 1938, p. 15, tav. VIII a.