oncologia
Branca della medicina che studia la costellazione di malattie rappresentata dai tumori. Si divide in due grandi sottodiscipline: l’o. sperimentale, che raggruppa quelle specialità che studiano i meccanismi molecolari e genetici che caratterizzano le cellule neoplastiche e l’o. clinica, che si occupa della diagnosi e del trattamento dei tumori umani.
Lo studio dei processi oncogenetici che ha permesso la comprensione dei meccanismi che regolano l’equilibrio tra replicazione, differenziamento e trasformazione cellulare, ha enormemente accresciuto le conoscenze riguardo la storia naturale dei tumori, la loro progressione, l’origine delle metastasi, la farmacoresistenza. La comprensione dei meccanismi scatenanti i cloni maligni ha poi significativamente contribuito a mettere a fuoco gli agenti cancerogeni chimici, fisici, ambientali, comportando la messa in atto anche di disposizioni legislative di protezione della salute dei cittadini e di adeguate misure di prevenzione.
Nell’Ottocento e ancora nei primi decenni del Novecento l’o. era costituita prevalentemente da studi di tipo patologico sui tessuti tumorali, che portarono a importanti classificazioni degli istotipi aventi origine dai vari organi. A partire dagli anni Cinquanta del secolo scorso comparvero i primi antimetaboliti, che portarono a impressionanti successi terapeutici per le neoplasie ematologiche, mentre contro i tumori solidi occorre, per ottenere successi, aspettare gli anni Settanta, con l’introduzione di altri farmaci quali il cisplatino e l’adriamicina. Da allora numerosi chemioterapici sono stati introdotti nella pratica clinica senza raggiungere, nella maggioranza dei casi, finalità terapeutiche risolutive. Oggi i vari filoni di ricerca dell’o. stanno portando a superare l’esperienza storica della chemioterapia a vantaggio di terapie mirate su bersagli molecolari, con minor tossicità sui tessuti sani e di più agevole somministrazione. Di pari passo con i progressi terapeutici, la moderna o. è ispirata dalla preoccupazione di garantire una cura integrale della persona, rispettando l’individualità e la capacità decisionale dei malati e fornendo, anche grazie agli avanzamenti della recente disciplina delle cure palliative, un’ottimale cura dei sintomi e delle sofferenze per quei pazienti non più suscettibili di trattamenti antitumorali efficaci.